Domani l’Inter dovrà presentarsi a Nyon per cercare di convincere l’Uefa che il club, anche con l’avvento del nuovo proprietario, sta lavorando per rientrare nei parametri del fair play finanziario. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, l’operato di Thohir, con il suo progetto quinquennale per il risanamento va proprio nella direzione richiesta dall’Uefa e cioè, l’Inter dovrà essere in grado in futuro di camminare da sola, con autofinanziamenti senza che l’azionista principale intervenga con aumenti di capitale.In sostanza: dal suo arrivo all’Inter il tycoon e i suoi soci hanno versato nell’Inter 75 milioni per l’aumento di capitale iniziale di un anno fa, hanno erogato un prestito fruttifero da 22 milioni (al tasso dell’8%!) e non vogliono tirar fuori altri soldi. Dove sta il problema allora? Semplice: il passato non può essere cancellato e nel triennio incriminato, quello cioè esaminato dall’organo disciplinare, il risultato è un disastro: perdite pari a 271 milioni che. con tutti gli aggiustamenti possibili, possono scendere a -180, lontanissimo dal -45 consentito.
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Ecco cosa dirà ET alla Uefa: tutte le cifre. Nell’Inter 75 mln, un prestito da 22 e stop
Domani l’Inter dovrà presentarsi a Nyon per cercare di convincere l’Uefa che il club, anche con l’avvento del nuovo proprietario, sta lavorando per rientrare nei parametri del fair play finanziario. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta...
Cosa fare allora Thohir per evitare sanzioni pesanti? Il magnate indonesiano esporrà un progetto di risanamento e sviluppo su base quinquennale, che ha convinto le banche al mega-finanziamento di 230 milioni. E proporrà all’Uefa una lettura attenta dei consuntivi: il costo del lavoro è sceso dai 234 milioni del 2009-10 ai 116 del 2013-14.
La leva delle spese è stata agitata parecchio e i frutti continueranno a vedersi in questa stagione, visto che budget prevede una perdita di 50 milioni, praticamente dimezzata rispetto al -103 del 30 giugno 2014, grazie al taglio di salari e ammortamenti e all’aumento dei ricavi commerciali, tra Infront e Nike. Proprio sul fronte dell’entrate Thohir dovrà essere abbastanza convincente per far capire all’Uefa che un modello di diversificazione del giro d’affari è possibile.
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