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A proposito della vittoria dell'Inter la risposta migliore è quella data da Lautaro. Il gol, certamente. Ma anche quelle poche frasi che in un battito di ciglia hanno compattato l'ambiente nerazzurro. "Proseguiamo per la nostra strada, senza guardare e parlare di nessuno. Continuiamo così, insieme per i nostri obiettivi. Grandi ragazzi", ha scritto ieri sui social il Capitano dell'Inter. Non è necessario rispondere alle provocazioni. In questo Simone Inzaghi è un grande maestro. La sua Inter viaggia in una bolla dove si parla esclusivamente di calcio, di lavoro e di sacrificarsi ragionando da squadra. Incredibile, vero? Parlare di calcio, intendo. Non c'è traccia di permalosità in tutto questo. Eppure, al di fuori di questa bolla dove i ragazzi di Inzaghi si caricano pensando a come conquistare la prossima vittoria, si sente uno strano rumore. È il rumore deluso di chi sperava che il rigore (che non c'era) sorprendesse Sommer e si stampasse in rete. È un sovrapporsi di grida che chiedono confusamente la testa dei nerazzurri ad ogni contatto o contrasto. È il rumore di chi vorrebbe che in testa alla classifica ci fosse un'altra squadra. Non l'Inter. Non noi.
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