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Gli altri siamo Noi: ecco il vero Tricolore dell’Inter contro gli scettici
Alessandro Bastoni non lo dice chiaramente, ma probabilmente lo pensa. "Abbiamo il Tricolore sul petto, vogliamo difenderlo a tutti i costi. Vincere è bello, abbiamo messo mentalità vincente negli ultimi 2 anni. Siamo forti. Diamo l'anima l'uno per l'altro", ha dichiarato il difensore dopo l'ennesima partita, che lo ha visto protagonista in maniera autorevole anche in attacco. Non aggiunge che a giugno tanti, tantissimi addetti ai lavori erano enormemente preoccupati per come avrebbe reagito il gruppo nerazzurro all'addio di Romelu Lukaku, di Achraf Hakimi (ceduto) e soprattutto di Antonio Conte. Io ero una di questi. Gli sbalzi emotivi non sono mai stati il punto forte di questa Inter, che spesso ha sofferto la difficoltà di riuscire a interiorizzare i cambiamenti e voltare pagina. E' sempre stata un' Inter più cuore e pancia, insomma.
Ma i fatti e la bravura dei protagonisti di questa storia, ancora tutta da scrivere, stanno dimostrando tutto il contrario di quelle nuvole preoccupate che hanno adombrato l'estate nerazzurra. Loro, i protagonisti, hanno dovuto leggere per mesi che senza Antonio Conte l'Inter non sarebbe più stata La Favorita. Che avere o non avere Romelu Lukaku avrebbe fatto la differenza. Si è parlato moltissimo degli assenti e poco o nulla dei presenti. Loro erano proprio lì e stavano lavorando in silenzio ma con grande determinazione. Simone Inzaghi è stato bravissimo a ritagliare quella determinazione su ognuno di loro. Ad adattarla, a nutrirla e a pungolarla. Ha trovato soluzioni pratiche prima e più spettacolari dopo. Ha tolto automatismi ma ha anche saputo gestire la libertà che ne derivava. I due anni di Conte hanno gettato basi importantissime. La più importante è stata lo scudetto vinto. Perché come ha detto Samir Handanovic oggi: "Senza vincere le partite non c'è piacere. Con le partite vinte abbiamo ritrovato l'atmosfera. Ora ci muoviamo di più in campo, ci sono meno schemi, in allenamento è più divertente. Ma basta qualche risultato così così e va veloce via il piacere di giocare". Giocare è un divertimento se vinci le partite.
I giocatori dell'Inter di oggi sono stati bravi a dissipare lo scetticismo che aleggiava su di loro e dovranno continuare ad esserlo anche quando subentrerà il giochino opposto. Il gioco della favorita che ha in mano il proprio destino. Questa Inter è fatta di giocatori che non vogliono ruoli secondari o di contorno, che si prendono le proprie responsabilità e che vogliono lottare fino all'ultima giornata di campionato per confermare il verdetto di un anno fa. Non sarà facile? Non lo è mai. E non lo sarà neanche per le avversarie in campo. Perché, oggi come oggi, quella consapevolezza ostentata orgogliosamente da Bastoni e più razionalmente da Handanovic è il vero tricolore cucito sul petto di questa Inter.
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