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PREMIO
—Il tricolore porta milioni, questo è certo. Soldi che, in rapporto al budget stimato inizialmente che prevedeva un terzo posto in classifica, dovranno in qualche modo essere reinvestiti in premi da garantire a giocatori e staff. Ma un po’ di numeri si possono fare. Tra il primo e il secondo posto c’è un differenziale facilmente stimabile di almeno 15 milioni di euro, tra il premio della Lega di Serie A, i diritti televisivi nazionali, il market pool Champions e anche i bonus degli sponsor, questi ultimi calcolabili in circa 5 milioni di euro. È l’effetto più tangibile della marcia verso la seconda stella, della corse folle della truppa di Inzaghi che in campionato ha fatto il vuoto dietro di sé. Questa squadra sta viaggiando a ritmi superiore, in termini percentuali di punti conquistati, anche rispetto a quella di Trapattoni. E l’entusiasmo che porta con sé è evidente.
MARKETING
—C’è poi l’effetto domino che la seconda stella porta con sé. L’area marketing del club sta già immaginando iniziative particolari che coinvolgeranno tutta la città di Milano, con eventi dedicati e campagne pubblicitarie che avranno il compito di risultare indimenticabili, perché indimenticabile dovrà essere uno scudetto “numericamente” storico. E ancora: è logico pensare anche a una linea di abbigliamento dedicata in sinergia con lo sponsor tecnico. E in termini di brand lo scudetto non aggiunge visibilità internazionale, certo, ma non può non aumentare ancor di più la fanbase, soprattutto in relazione ai tifosi più giovani.
VALORE ROSA
—C’è poi l’aspetto legato al patrimonio del club, ovvero i giocatori, l’organico a disposizione dell’allenatore. Un calciatore vincente vale inevitabilmente di più di uno che arriva secondo: è la legge del mercato, vale anche nel mondo del pallone. Traduzione semplice semplice: il valore della rosa cresce. E per una società che fa del player trading il primo comandamento, è un bel sentire. Perché apre le porte anche alla possibilità - non alla necessità - di ascoltare eventuali proposte per la cessione di un titolare. Ad oggi nulla è stato programmato, in questo senso. E di più: considerando gli introiti già in tasca, non c’è rispetto al passato neppure l’obbligo di cedere. In linea teorica l’Inter ha già fatto oggi la maggior parte del prossimo mercato estivo, con gli arrivi di Taremi e Zielinski a parametro zero. Primeggiare in Italia vuol dire anche questo. Vuol dire avere un appeal differente da spendere in caso di concorrenza con altri club.
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