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GdS – Inter molle: i 5 episodi di Conte. Lautaro, involuzione preoccupante: ha in testa…

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Il quotidiano sportivo analizza il momento della squadra di Antonio Conte e di Lautaro Martinez, che senza Lukaku ha deluso

Alessandro De Felice

Antonio Conte lo ha ribadito alla sua squadra ieri mattina ad Appiano Gentile. Dopo le dichiarazioni al termine della gara contro il Parma, l'allenatore dell'Inter è tornato sui numeri della sua squadra: sette punti in meno e otto gol subiti in più. Ma il dato che preoccupa di più, paradossalmente, è quello che è migliorato, ovvero la voce 'reti segnate', che in questa stagione segna +2.

La Gazzetta dello Sport spiega che sono cinque gli episodi a cui si riferisce Conte quando dice "Dobbiamo guardarci dentro, siamo stati molli e poco determinati". Cinque opportunità sciupate clamorosamente: "Intenda soprattutto Lautaro, dentro una crisi che ha radici nel periodo dell’ultimo lockdown e che a Kiev contro lo Shakhtar ha fallito a porta vuota una rete che avrebbe cambiato la classifica Champions, oltre che l’approccio alla sfida di domani con il Real Madrid: errore tecnico ancor prima che di attenzione. Intenda anche Hakimi, che con il Parma ha sbagliato altre due occasioni di testa dopo quella che ancora grida vendetta nel finale contro il Milan: troppa sicurezza di far gol fa rima spesso con scarsa attenzione. E tornano in mente le parole di Conte, che ha sempre ribadito la giovane età del marocchino: come a dire, piano con le certezze. Nel mirino c’è pure Perisic, autore sì del gol che ha evitato la sconfitta con il Parma, ma anche dell’errore che non ha spaccato la partita in apertura e che avrebbe permesso di passare un sabato sera sereno senza tirare il ballo il discorso arbitrale".

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A deludere è stato soprattutto Lautaro Martinez, chiamato a prendersi la squadra sulle spalle alla luce dell'assenza di Lukaku: "In assenza di Romelu, Lautaro ha fallito l’occasione. La partita con il Parma valeva un esame di maturità. Ma l’argentino ha tradito. Non una novità, peraltro: il Toro è in una preoccupante fase di involuzione, non segna dal 4 ottobre, cinque partite e mezza, 418 minuti in campo senza gol. Nella stagione scorsa, prima del lockdown, non gli era mai capitato. Lockdown, ecco la chiave di tutto. Perché dallo stop causa Covid in poi Lautaro non ha più avuto la continuità di rendimento dei mesi precedenti. Giusto un dato numerico: è andato a segno in 4 partite sulle 18 totali giocate tra Serie A ed Europa League, dalla ripresa di giugno fino alla finale col Siviglia del 21 agosto. L’inizio di questo campionato (tre reti in tre partite) era stato illusorio. Poi il nuovo calo. Lautaro non è stato più lui, in soldoni. E non si può non far riferimento alle voci di mercato che l’hanno coinvolto. Il Barcellona resta nella testa anche quando svanisce, hai voglia a pensare che l’occasione si ripresenterà anche in futuro. Il nodo non è neppure il contratto con l’Inter, l’adeguamento che prima o dopo - presto - arriverà. Il Lautaro che non rincorre l’avversario dopo una palla persa e quello che cerca una rifinitura preziosa invece della concretezza semplicemente...non è Lautaro. Non è il calciatore che spingeva Conte a rivendicarne orgogliosamente l’esplosione, quello della cessione solo a tre cifre, sennò non se ne fa niente".

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Ora, già a partire dalla sfida col Real Madrid, Lautaro cerca una svolta, così come tutta l'Inter: "I numeri confermano come l’Inter oggi sia una squadra a trazione anteriore, per occasioni prodotte e tiri in porta. Ma questa è l’ora della concretezza. A partire da domani: l’obiettivo è tornare da Madrid avendo tenuto il Real ancora dietro in classifica nel girone. Altrimenti sono guai".

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