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Gli alibi di Inzaghi, l’eredità di Conte, l’importanza di Pintus: pregi e difetti dell’Inter

Gli alibi di Inzaghi, l’eredità di Conte, l’importanza di Pintus: pregi e difetti dell’Inter - immagine 1

Il bilancio di questa prima parte di stagione è positivo per la nuova Inter di Inzaghi, ma ci sono alcuni difetti che il tecnico deve correggere

Gianni Pampinella

"Ci mancano 2 punti". Lo ha ripetuto più volte Simone Inzaghi. Quei due punti si sono infranti sul rigore calciato sulla traversa da Federico Dimarco contro l'Atalanta. Ma fin qui il percorso intrapreso dalla nuova Inter di Inzaghi in campionato è stato in linea con le aspettative, forse qualcosa in più. Perché non va dimenticato che l'ex tecnico della Lazio si è ritrovata una squadra priva di elementi fondamentali come Lukaku, Hakimi ed Eriksen. Se rispetto a Conte, Inzaghi può vantare una panchina più lunga, è innegabile che la squadra, rispetto a una stagione fa, si sia indebolita. Chi dice il contrario mente.

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Nonostante l'immenso lavoro di Marotta e di tutta la dirigenza, sostituire giocatori di quella portata non è semplice per nessuno, a maggior ragione se il budget a disposizione è di 0 euro. Se l'estate per i tifosi nerazzurri non è stata di certo piacevole, vissuta come un ottovolante, lo stesso è stato per Marotta e Ausilio costretti a rattoppare copiose perdite con pochi attrezzi a disposizione. Sorvolando sulle due gare di Champions e sulla quale ci sarebbe molto dire, ecco perché questa prima parte di stagione è positiva per il tecnico nerazzurro.

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Normale che dopo 7 giornate di campionato, due gare di Champions e con un nuovo allenatore, si inizino a fare dei paragoni con la passata stagione. È innegabile che Inzaghi si sia trovato a guidare un gruppo con mentalità vincente e cultura del lavoro. Frutto dei due anni che Antonio Conte ha passato ad Appiano, dove ha preso una squadra che si deprimeva con una certa facilità, fragile, avvezza alla non vittoria, e l'abbia trasformata in una macchina quasi perfetta. Un'eredità che il nuovo tecnico nerazzurro sta sfruttando e che però rischia di lasciarsi sfuggire.

L'Inter vista in queste prime uscite stagionali ha un problema di approccio alla gara. Quasi sempre ha bisogno di uno 'schiaffo' per svegliarsi e iniziare a fare la partita. Un aspetto sul quale Inzaghi e lo staff dovranno lavorare. Così come sulla condizione fisica. Troppo spesso si è parlato dei giocatori importanti persi in estate e ci si dimentica di quanto sia stato importante Antonio Pintus. Con l'ex preparatore atletico al timone, la squadra quasi mai ha dato segnali di stanchezza, anche quando è ripreso il campionato dopo lo stop dovuto al lockdown, la squadra è stata impegnata fino ad agosto inoltrato. Adesso in qualche partita è sembrato di vedere una squadra stanca, ribadendo che giocare con un calendario così compresso non è semplice per nessuno.

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Un altro aspetto sul quale dovrà lavorare Inzaghi riguarda la difesa. Se in attacco l'Inter è una macchina da gol (22 in 7 partite in campionato), in difesa ha mostrato qualche scricchiolio di troppo. Sono 8 i gol incassati da Handanovic e la squadra è al quinto posto per tiri subiti, 74. Se con Conte la difesa è stata uno dei punti di forza della squadra nerazzurra, adesso qualcosa è cambiato. Con Inzaghi l'Inter sviluppa un altro tipo di gioco, baricentro più alto di 20-30 metri rispetto a una stagione fa e quinti molto alti. Con una squadra votata all'attacco, inevitabilmente dietro i nerazzurri lasciano praterie e rischiano maggiormente. Problema acuito dal fatto che i tre dietro, Skriniar-DeVrij-Bastoni, non sono certo difensori che fanno della velocità la loro arma.

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Con le partenze di Hakimi e Lukaku, Inzaghi ha giustamente cambiato il modo di attaccare della squadra. Non ci sono più velocisti in grado di spaccare in due le difese avversarie. La squadra di Conte arrivava in porta con 4-5 passaggi, quest'Inter ha invece bisogno di una manovra più elaborata per arrivare in area avversaria. Per questo uno con le qualità di Christian Eriksen avrebbe fatto molto comodo a Inzaghi. Con Hakan Calhanoglu, giocatore poco continuo e che non è ancora riuscito a mettere in mostra le sue qualità, aumentano i rimpianti per non poter contare sul danese. Con Inzaghi avrebbe avuto meno compiti di copertura e maggiore libertà in avanti.

Ma quest'Inter ha mostrato di avere ancora quel carattere ereditato dopo due anni di 'contismo', a Inzaghi non rimane che lavorare su quei difetti visti in queste prime giornate. Se poi a gennaio dal mercato dovessero arrivare due rinforzi come annunciato da Marotta, il tecnico nerazzurro avrebbe altre due pedine per riuscire nell'impresa di arrivare alla seconda stella. Complicato considerando le avversarie, Napoli e Milan su tutte, ma non impossibile.

 

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