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Alla ripresa l'Inter si è di fatto ritrovata con un Eriksen in più. Il danese, arrivato a gennaio, non era riuscito a entrare subito nei meccanismi di Conte, ma il tecnico durante la sosta forzata ha avuto modo di lavorare con lui. E le prime due uscite sono state più che incoraggianti.
"Ora sembra tutto cambiato, perché l’Inter si è adeguata a Eriksen e non viceversa. Il 3-4-1-2 varato dall’allenatore è la prova: la qualità del danese deve essere valorizzata, il suo ruolo naturale è dietro le punte e non mediano. Le settimane di preparazione alla ripresa ad Appiano sono state fondamentali: Christian si è messo al passo con i compagni e ha avuto il tempo per metabolizzare l’interismo. Facendo cambiare idea all’allenatore, che ha modellato la squadra sulle qualità del danese", spiega Gazzetta.it.
"Si è visto come la sua qualità e la velocità di pensiero e di piedi possono davvero essere sopra la media: l’assist per il gol di Lukaku è un primo indizio, i movimenti ammirati in tv sono un altro importante segnale, così come la pericolosità quando calcia da fermo. Passaggi di prima, tiri in porta, posizione giusta a supporto di Romelu e Lautaro: così il danese sa fare male. Con Sensi, il suo alter ego, fuori a lungo per infortunio, a Eriksen saranno chiesti anche gli straordinari. Dovrà giocare tanto e riposarsi poco, dosando le forze. Anche per questo le energie incamerate nella nuova preparazione saranno essenziali: dopo il lockdown Christian è tornato in campo tirato e con più muscoli, segno che ha lavorato molto bene. Tra i motivi della svolta anche uno che c’entra poco con la tecnica: l’italiano. Aver iniziato a studiare la nostra lingua l’ha fatto entrare definitivamente dentro il gruppo e anche in campo adesso è in grado di capire molto di più. Se poi sta bene fisicamente, gioca dove preferisce e ha il pallone tra i piedi, per l’Inter è molto meglio", aggiunge il portale sportivo.
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