- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Lunga e interessante intervista quella che Christian Eriksen ha rilasciato ai microfoni di Sky Sport. Sono tanti i temi trattati dal centrocampista, dall'approccio con il mondo Inter fino alla decisione di vestire la maglia nerazzurra. "La prima impressione è molto buona. Ho ricevuto un'accoglienza molto calorosa anche da parte del club. È un club a gestione familiare e dunque molto bello".
I tifosi e San Siro
"Conosco la loro cultura, molto diversa dall'Inghilterra dove sei più protetto dai tifosi. Qua li senti molto, con tutte le bandiere tutte intorno. L'ho già sperimentato in Champions, ho anche segnato quindi ricordo bene, ma l'atmosfera era molto bella. Ricordo quando Icardi e Vicino hanno segnato e lo stadio è esploso".
I motivi del sì ai nerazzurri
"Nelle ultime stagioni sono stato accostato a molti club, ma l'Inter si è presentata in modo concreto e promettente. Mi ci vedevo bene ed è stato facile dire sì. Poi sono venuto qua per cercare di vincere qualcosa".
Il perché del numero 24
"Molti numeri sono già presi a metà stagione. Il numero 24 è una nuova sfida. Ho avuto il 23 per molti anni ormai. È un numero più alto per un nuovo momento nella carriera. È stato semplice sceglierlo".
La vita fuori dal campo
"Quando non gioco a calcio mi piace stare in famiglia. Abbiano un bambino piccolo, vado al parco giochi e andare al ristorante. In Italia c'è una buona scelta quando si tratta di mangiare, l'unica cosa è che qua si mangia troppo tardi rispetto a come sono abituato io e dunque dobbiamo cambiare gli orari. Ci piace rilassarci. Guardare un film sul divano o fare una passeggiata".
Conte e la scelta Inter
"Sono contento che Conte mi consideri speciale e che lui sia contento perché ho scelto l’Inter. È speciale anche per me essere qua all'Inter. Si è parlato molto di me e ora sono qua e mi concentro su quello che devo fare. Sono molto felice di essere qui. Per me è una situazione vincente anche perché volevo una nuova sfida e la possibilità di giocare per l'Inter".
Il paragone tra Conte e Pochettino
"Mi avevano detto che Antonio Conte era un allenatore tosto, come lo è Pochettino. Ho solo fatto poche sessioni con lui e siamo a metà stagione, dunque è difficile fare un paragone. Finora abbiamo fatto tanta parte atletica, anche senza palla. Anche Pochettino era così. Dal punto di vista del lavoro svolto sono in qualche modo simili anche se sono diversi perché la loro idea di calcio è diversa. Non mi piace correre, preferisco correre con la palla, ma fa parte del gioco".
I precedenti contro Conte
"Ricordo di avere segnato contro il Chelsea, anche se non pensavo a chi avessero in panchina. Ricordo solo che quando segnavo contro il Chelsea era in partite molto intense e l'atmosfera è quella di un derby. Per quanto riguarda Conte, difendevano a cinque poi se il gioco si spostava in avanti ti ritrovavi gli attaccanti a centrocampo. Dunque creavano sempre delle opportunità. Sono felice di essere in una squadra che sa guadagnare secondi sul campo e si spera di avere anche un pallone fra i piedi alla fine. Lo vedremo sul campo".
Sul derby col Milan
"Non vedo l'ora che ci sia il derby di Milano. Ne ho sentito parlare molto anche se non l'ho mai visto. Ne ho visto solo qualche spezzone, ma mai la partita completa. Viverlo allo stadio sicuramente è diverso che guardarla in televisione. Mi dicono sia una partita molto intensa e molto importante per il resto della stagione. Sarà divertente".
Specialità punizioni
"Guardando le partite non pensi a come gli altri tirano le punizioni. Più che altro ho passato il tempo in campo da ragazzino a trovare un mio modo di calciarle. A volte mi riuscivano in allenamento e non durante le partite. Al Tottenham mi riuscivano sia in allenamento sia in partita. Mi piace tirare le punizioni, ma a modo mio. Non guardo come le tirano gli altri, ho un mio stile".
Le prime impressioni su Milano
"Bella l'impressione di Milano. Il clima è anche più mite. Sono vissuto in belle città e bei club. Per ora posso dire che il cibo è fantastico, ma tutto sembra bello".
C'era un giocatore che ammiravi da piccolo? Che era il tuo idolo?
"Da piccolo avevo due idoli, anche se non seguivo molto il calcio. Nel 2001 giocavo a Football Manager e la Roma era molto forte, ovviamente con Totti. Seguivo Totti per i videogiochi, poi quando ho iniziato a giocare guadavo meno gli altri. Crescendo poi ho seguito Michael Laudrup, uno dei calciatori danesi più forti di sempre".
Gli obiettivi
"Vincere è uno dei motivi per cui sono qua. C'è una possibilità maggiore di vincere dei trofei rispetto a dove ero prima. Perdere la finale di Champions è stata una grande delusione, uno di quei momenti che non vuoi ricordare. Sono qua per vincere e cominciare qualcosa di nuovo. L'ultima volta che ho vinto ero all'Ajax, ormai molti anni fa. Speriamo di vincere ancora qua".
Credi di assomigliare a Sneijder? Cosa pensi di lui?
"Siete voi a paragonarmi con Sneijder. Credo sia difficile fare i paragoni. Forse ci assomigliamo. Anche io sto perdendo i capelli. Abbiamo giocato entrambi nell'Ajax, veniamo dalla stessa scuola. Qui lui ha vinto tutto. Sarebbe bello seguire il suo esempio. Prima dobbiamo tornarci in Champions, ora siamo in Europa League. Se ne parla la prossima stagione. È un esempio difficile da seguire. Ma comunque credo di essere un giocatore diverso da lui".
Sei da poco tempo qui, ma credi che questa squadra possa vincere lo scudetto al termine della stagione?
"Spero sia possibile vincere il titolo e credo ci sia una possibilità. Non vorrei dire che è nelle nostre mani, noi dobbiamo pensare partita dopo partita. La Juventus ha vinto per molti anni e dunque sa quello che fa. Dobbiamo avere continuità, non perdere contatto. E poi vediamo come finisce".
Gli obiettivi personali
"Il mio obiettivo personale è vincere qualcosa. Sono venuto qua per conquistare titoli. A metà stagione siamo ancora in corsa in tre competizioni. Speriamo alla fine di alzare un trofeo. Sarebbe la ciliegina sulla torta".
(Sky Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA