01:08 min

copertina

Eriksen: “Sono morto per 5 minuti, grazie a tutti. Tornerò a giocare, voglio il Mondiale”

Marco Macca

Torna a parlare Christian Eriksen, per la prima volta da quel maledetto 12 giugno: ecco le sue parole a un'emittente danese

Torna a parlare Christian Eriksen, per la prima volta da quel maledetto 12 giugno, giorno del malore durante il primo tempo di Danimarca-Finlandia, partita di Euro 2020. Lo ha fatto per la prima volta dopo la risoluzione consensuale del contratto con l'Inter, dopo il no dei medici italiani all'idoneità sportiva. Parole di ringraziamento per la vicinanza mostrata in un momento tanto difficile, parole di speranza e di felicità. All'emittente danese DR1, Eriksen ha detto:

"E' stato fantastico che così tante persone si siano sentite di mandarmi messaggi e fiori. Ho avuto un impatto su così tanta gente e in tanti hanno voluto mostrare vicinanza a me e alla mia famiglia. Questo mi ha reso felice. In ospedale arrivavano via via sempre più fiori. E' stato strano, perché non mi aspettavo tutta questa vicinanza visto che sono morto per cinque minuti. E' stato straordinario e mi ha aiutato tantissimo ricevere gli auguri di tutti. La gente mi scrive ancora. Ho ringraziato di persona i dottori, la gente che ho incontrato, i miei compagni di squadra e ringrazio tutti coloro che mi hanno mostrato sostegno sia in Italia che in Danimarca. Dico grazie all'aiuto che mi è arrivato da ogni parte del mondo".

FUTURO - "Voglio giocare il Mondiale in Qatar, è questo il mio obiettivo da sempre. Non so se ci riuscirò, ma questo è il mio orizzonte. Voglio tornare. Sono sicuro di poterlo fare, perché non mi sento diverso rispetto a prima. Fisicamente sono tornato nella forma migliore. C'è ancora un po' di tempo e potrò testare se posso tornare ai livelli di prima. Il mio sogno è tornare a vestire la maglia della Nazionale e giocare nuovamente al Parken (lo stadio di Copenaghen dove ha avuto il malore, ndr) dimostrando che ciò che è successo non accadrà nuovamente. Voglio mostrare di potercela fare, il mio cuore non è un ostacolo".