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Sven Goran Eriksson, ex tecnico della Lazio, è stato intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport. Tanti ex giocatori dello svedese, da Mancini a Simeone, ora sono allenatori di successo e stasera, all'Olimpico, si affrontano due di loro, il Mancio e Simone Inzaghi:
Sven Goran Eriksson, lo sa che proprio a Roma stasera si incontreranno da allenatori Simone Inzaghi e Roberto Mancini?
"Incredibile. O meglio no, me lo aspettavo. Quella Lazio che ho guidato fino al 2000 è la squadra più forte che ho mai allenato. Quanta personalità, quanta qualità tecnica. Cerco affettivamente di seguire tutti quei ragazzi".
Oggi formano più di una squadra di allenatori: Peruzzi, Negro, Mihajlovic, Nesta, Pancaro, Simeone, Almeyda, Sensini, Sergio Conceiçao, Stankovic, Inzaghi, Crespo, Lombardo, Marcolin.
"Per me era bellissimo guidarli, ma anche dura lasciarne qualcuno fuori. Penso soprattutto a Simeone che era bravissimo tatticamente come centrocampista, ma avevo gente ancora più forte".
Una volta, prima di un Feyenoord-Lazio di Champions del 2000 Simeone ci sussurrò:
"Sono in forma e se lo svedese non mi fa giocare lo ammazzo".
Non giocò ma ammise: "Ha avuto ragione lui. La squadra ha giocato meglio".
"Bello! Questo non lo sapevo, ma non ho dubbi che ci sia la sua essenza. Certo non era semplice gestire un gruppo con quel carattere, ma abbiamo vinto tanto, ben 7 trofei".
Mancini era un po’ fumantino... Nonostante la stimasse brontolava sempre quando veniva sostituito.
"Dovevo foderarmi le orecchie per non sentirlo. Ma lui è un Genio del calcio e siamo grandi amici. Fin quando se la prendeva con me andava bene, solo che spesso era arrabbiato con gli arbitri".
Inzaghi-Mancini a Roma, mentre in Spagna impazza il cholismo, contrapposto al tiki-taka del Barcellona.
«E io tifo per l’Atletico Madrid di Simeone. Mi affascina il suo calcio, ne abbiamo parlato anche l’estate scorsa quando ci siamo incrociati in Cina per un’amichevole. Mi ha detto che ha preso qualcosa anche da me e ne sono orgoglioso. Il calcio, al di là dei moduli, è fatto di tanti uno contro uno, se li
vinci costruisci gioco e se hai la possibilità vai rapido verso la porta. Simeone era durissimo come giocatore e lo è ancor di più da tecnico. Le sue sedute sono come partite e poi in campo raccoglie i frutti del suo lavoro. Il pressing che attua la sua squadra è davvero impressionante. Un esempio da seguire per tutti".
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