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ESCLUSIVA Aceti: “Meazza demolito? C’è un problema. Ecco il progetto alternativo”
La conclusione a cui siamo giunti io, Nicola Magistretti e tutto il nostro gruppo di lavoro è che lo stadio di San Siro ha delle caratteristiche costruttive, soprattutto per quanto riguarda l'ultima parte edificata, quella del 1990, con particolare riferimento al graticcio di travi metalliche rosse che si trovano a cappello di tutta la struttura, che lo rendono difficile da demolire. Il difficile coincide quasi con l'impossibile, se si determinano certe condizioni. Quali sono? Per esempio, in presenza di un cantiere molto ridotto e, all'interno di questo, l'impossibilità di smontare la struttura del tetto. L'idea delle squadre è chiara: costruire il nuovo stadio, arrivare a ridosso dell'esistente, ma in questo modo si creerebbero delle interferenze (accesso allo stadio, spazi di sicurezza ecc) di non scontata risoluzione. La questione è fin qui sempre stata rimandata, ma io credo che si debba affrontarla ora. Se poi ci mettiamo anche il complesso residenziale di Hines nell'area dell'ex trotto, San Siro si verrebbe a trovare in un imbuto.
A questo punto, vista l'opera gigantesca che dovrà essere completata, mi trovo davvero in difficoltà a dire che il Meazza potrà essere demolito tutto senza alcun problema. Una demolizione, in linea di massima, è sempre possibile: ma una demolizione di quel tipo di edificio in quel tipo di cantiere diventa un'operazione piena di incognite, con un alto grado di incertezze in varie fasi, come per esempio quella dello smontaggio della copertura. Questa pesa circa 20 mila tonnellate, equivalenti a 10 mila suv poggiati teoricamente su un vassoio. L'idea di Inter e Milan è di far scendere la copertura passo dopo passo su se stessa. E' una tematica interessante, ma che non è stata ancora sperimentata per un edificio di queste dimensioni. Se queste incognite non vengono affrontate fin da subito, potrebbero esserci dei problemi. Voglio far emergere questa questione per chi pensa che non sia un problema.
La domanda, posto che Inter e Milan hanno deciso di realizzare un nuovo stadio e conseguentemente di demolire San Siro è: si può davvero demolire il Meazza? La conclusione a cui siamo giunti è che, una volta realizzato il nuovo impianto e il complesso residenziale di Hines, è che questo non è possibile, almeno non completamente. Fatte tutte queste considerazioni, la riqualificazione di San Siro può rientrare assolutamente in gioco. Se San Siro non può essere demolito completamente, perché, a questo punto, non riqualificarlo? Questo può valere sia per entrambe le squadre, sia per una sola, nel caso in cui l'altra scegliesse di costruire uno stadio nuovo in un'altra località. Ci sono sempre più forti perplessità sulla demolizione di San Siro, soprattutto se il resto del cantiere dovesse essere già attivo. E' un progetto difficilmente realizzabile, come lo sarebbe anche una riqualificazione del Meazza che preveda lo smontaggio della copertura. Ecco perché ritengo che le incognite riguardo alla riqualificazione di San Siro siano molte di meno rispetto a quelle legate alla realizzazione di un nuovo impianto e alla successiva demolizione dello stadio esistente. Sono questioni da porsi ora, perché se non lo facciamo adesso, dopo potrebbe essere un problema.
La risposta sarebbe no anche nel caso in cui San Siro fosse demolito prima del complesso immobiliare di Hines?
Dovrebbe essere demolito, dunque, anche prima del nuovo stadio. Ma poi, a quel punto, ci troveremmo nella situazione in cui le squadre non avrebbero per tanti anni uno stadio in cui giocare. Senza contare che le prime costruzioni di Hines, secondo il programma, potrebbero essere pronte per il 2025. San Siro, prima di essere demolito, potrebbe trovarsi tra due aree di interferenza non di poco conto. Il cantiere nel nuovo stadio 'mangerebbe' tanto spazio all'attuale stadio, fino ad arrivare ai cancelli d'ingresso (si può notare nella foto sottostante, dove l'area di delimitazione del cantiere del nuovo stadio è tracciata in giallo, ndr). A questo punto, si pongono delle criticità oggettive di convivenza tra il cantiere per la realizzazione del nuovo stadio e il mantenimento in funzione del Meazza. Ci sono delle problematiche che questa situazione configura sicuramente, come le condizioni di sicurezza per accedere al Meazza durante la cantierizzazione dell'area circostante, tutte da verificare, anche in fase di autorizzazione. E qui veniamo alla copertura, che ha dimensioni notevoli: i progettisti hanno già scartato l'ipotesi di smontarla percorrendo a ritroso la sequenza di montaggio. Ma, a questo punto, risulta difficile pensare che si possano smontare travi da 200 metri di lunghezza e trovar loro collocazione in un'area così ristretta come sarebbe quella del cantiere adibito alla demolizione di San Siro, in presenza del nuovo stadio (delimitato anch'esso dalla linea gialla nella foto sottostante, ndr). Questo renderebbe complicata anche l'apertura in sicurezza del comparto del nuovo stadio, I progettisti nel loro progetto individuano come soluzione per lo smontaggio della copertura un non meglio identificato sistema idraulico, visto che viene solo accennato e di cui non è stata data dimostrazione per un edificio di queste dimensioni, ma solo per un edificio di 20mx20m. E' un tema che va ponderato.
Dalle foto dei cantieri per la realizzazione del terzo anello in occasione dei Mondiali in Italia del 1990 (come l'immagine sottostante, ndr) si può facilmente intuire come il cantiere richieda più spazio rispetto a quello prospettato nel progetto di Inter e Milan.
Anche ponendo che si smonti in verticale la copertura, risulta difficile pensare che si possa farlo in un'area così ristretta senza avere la certezza della sicurezza di persone e cose. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se andasse qualcosa storto.
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