Un progetto partito ormai 18 anni fa, nato con l'obiettivo di valorizzare e favorire lo sviluppo del calcio giovanile nel territorio brianzolo, cresciuto a tal punto da diventare col tempo un vero e proprio punto di riferimento in Lombardia e non solo. L'idea avuta nel 2004 da Marco Barollo, ex centrocampista cresciuto nel vivaio dell'Inter (per lui anche la gioia del debutto in Prima Squadra prima di una carriera di tutto rispetto tra Lecce, Ternana, Venezia, Brescia, Cesena ed Empoli), e da Stefano Borgonovo, indimenticato attaccante di Como, Fiorentina e Milan, si è rivelata decisamente vincente, e oggi la Vis Nova è una realtà riconosciuta a livello regionale e nazionale. Dopo una lunga collaborazione con l'Inter, la società di Giussano - località in provincia di Monza e Brianza - ha ottenuto un ulteriore riconoscimento: a partire dal primo luglio sarà ufficialmente un Centro di Formazione nerazzurro, privilegio riservato solamente ad altre 13 realtà in tutta Italia. Marco Barollo, responsabile tecnico della Vis Nova, racconta ai microfoni di Fcinter1908 i dettagli di questa partnership tra i due club.
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ESCLUSIVA Barollo: “Vis Nova e Inter, stessa filosofia. Orgogliosi di essere Centro di Formazione”
Dal primo luglio la Vis Nova sarà ufficialmente un Centro di Formazione Inter: quanta soddisfazione vi ha dato raggiungere questo traguardo?
Sicuramente per noi è una grande responsabilità, ma prima ancora ci sono orgoglio e soddisfazione: è vero che è da tantissimi anni che siamo legati all'Inter, ma diventare Centro di Formazione è un qualcosa di elite, solo pochissime società ne fanno parte. Sappiamo di avere un impegno importante e di dover crescere e migliorare sotto molti punti di vista. L'anno prossimo sarà una sorta di anno zero, non si può pretendere di avere tutto subito, deve essere un percorso. Già da settembre dobbiamo dare segnali di crescita. Michele Nicoletti, che sarà il responsabile, ha già cominciato a lavorare: adesso sono giorni "caldi", l'asticella la alzi se hai qualità. Questo è il periodo in cui si formano le squadre, dove si vedono i giocatori che hai in casa e quelli che hai visto durante la stagione. Penso che la buona riuscita della prossima stagione per molti versi si giochi proprio adesso, nelle scelte e in quello che riusciamo a concretizzare, mantenendo quello che abbiamo in casa e portando altri ragazzi di qualità.
La collaborazione tra i due club nasce parecchi anni fa, oggi compie uno step in più: cosa cambierà nel concreto a livello organizzativo?
Oggi diventiamo Centro di Formazione: l'impegno più grosso in assoluto è l'aspetto tecnico. C'è un impegno dal punto di vista dell'immagine, essere vestiti Inter vuol dire rappresentare una delle società migliori al mondo, quando hai addosso questo logo devi rispecchiare quello che è la società Inter. Dobbiamo crescere tutti insieme, è una grossa responsabilità. L'aspetto tecnico è importante, ma va di pari passo con quello comportamentale: deve crescere lo staff, tutte le persone che lavorano intorno, dobbiamo sapere che a partire dal primo luglio chiunque faccia parte della Vis Nova porta in giro il nome dell'Inter. Toccherà tutti gli aspetti della società, dal presidente al direttore, dal responsabile all'allenatore, dai ragazzini ai genitori: non possiamo essere bravi solo sul campo, dobbiamo esserlo anche fuori, l'immagine, il comportamento e l'educazione hanno il loro peso. Se uno vuole stare alla Vis Nova sa che deve tenere certi comportamenti. Facciamo calcio, parliamo di settore giovanile, quindi è ovvio che le mie aspettative dal punto di vista tecnico siano molto alte, consapevoli che ci voglia tempo.
Cosa potete ricevere dall'Inter e cosa potete dare?
La Vis Nova ha sempre avuto un rapporto diverso rispetto a una normale società affiliata: io sono cresciuto all'Inter, ho avuto la fortuna di arrivare in Prima Squadra, sono "di casa", li ringrazio perchè mi hanno sempre dato qualunque cosa avessi bisogno. Le mie richieste non saranno diverse. Ho già assaggiato quello che vuol dire Centro di Formazione, quest'anno abbiamo avuto un allenatore, Marcello Esposito (che spero ci seguirà ancora), che era sempre qui: mi sono già reso conto che è una cosa diversa, per noi è una grandissima garanzia. Poi l'Inter è sempre molto presente, ho sempre sentito la loro presenza nelle telefonate, nell'avere un allenatore qui, nell'incontrarci a Milano, nel creare corsi e aggiornamenti, nel coinvolgere tutto il mio staff. Sono davvero contento.
Il progetto, portato avanti insieme a Stefano Borgonovo, vide la luce dopo un incontro con Roberto Samaden e con Beppe Baresi.
Io con Beppe avevo giocato ai tempi in cui ero un ragazzino aggregato in Prima Squadra. Roberto era una figura storica già all'epoca. In quel primo incontro nacque tutto: io ero un po' di casa, Stefano no, ma era un personaggio molto conosciuto. Fu un incontro molto positivo, dove entrambe le parti avevano le idee molto chiare, era un matrimonio che si doveva fare, c'erano tutti i presupposti perchè si realizzasse. Noi abbiamo azzeccato la scelta, io e Stefano fummo bravi a capire che le fortune della nostra società potevano passare dall'Inter: era una società con il nostro stesso pensiero, che credeva fortemente nel settore giovanile, che investiva tantissimo, e forse lì ci abbiamo visto lungo. Dopo di che è stato una conferma, le persone con cui abbiamo parlato ai tempi sono le stesse con cui parliamo oggi: penso che la forza dell'Inter rispetto agli altri sia proprio questa continuità delle persone. L'Inter sceglie prima sulle persone, e questo alla lunga paga, come si vede dai loro risultati: proprio quello che, nel nostro piccolo, facciamo alla Vis Nova. Una filosofia completamente condivisa.
La collaborazione toccherà prettamente la fascia pre agonistica del settore giovanile: possiamo aspettarci qualcosa anche nelle categorie successive?
Ai miei tempi l'idea del settore giovanile era solo quella di costruire un calciatore. Io sono ancora fermo lì: capisco che i tempi siano cambiati, ma vedo che ci sono delle priorità diverse, vincere e avere giocatori pronti subito, guardare l'aspetto fisico. Io ho un'altra idea: il settore giovanile deve formare un calciatore. L'obiettivo principale della Vis Nova è quello di cercare di dare più ragazzini possibile a società professionistiche, cercare di avere talmente tanta qualità da poter dare a questi ragazzi un'opportunità di giocarsi le loro carte. Quelli che non avranno avuto modo di fare il salto tra i professionisti avranno la possibilità di fare i massimi campionati dilettantistici da noi fra categorie Elite e Regionali, oltre a una Prima Squadra dove facciamo giocare i nostri giovani. Questa è l'opportunità che vuole dare la Vis Nova, sempre improntata sui giovani: non mi interessa avere un settore giovanile di altissimo livello senza sapere poi dove i miei ragazzi possano finire, magari con una Prima Squadra formata da 30enni che guadagnano un patrimonio e che non si sa da dove arrivano.
Cosa vi aspettate dalla prossima stagione?
Saremo soddisfatti se l'Inter è contenta: alla fine è giusto che loro giudichino al termine dell'anno. Se saranno contenti dopo questo primo anno da Centro di Formazione automaticamente anche noi avremo soddisfazione. Personalmente sarei soddisfatto se l'anno prossimo, fin dai piccolissimi, rivedessi un po' della vecchia Vis Nova: negli ultimi anni qualcosa abbiamo perso perchè le cose da fare erano tantissime, purtroppo abbiamo dovuto tralasciare qualcosa. Oggi non possiamo più tralasciare niente, vorrei arrivare a fine stagione e vedere grande qualità nella pre agonistica e nella scuola calcio, lì dove tutto inizia: se lavoriamo bene in queste categorie possiamo essere avvantaggiati anche nell'agonistica. Io e Stefano avevamo un progetto che iniziava con il disegno di una piramide: oggi è ancora lì, bisogna solo consolidarla. Possiamo ottenere risultati importanti.
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