In casa Inter si chiude un'era lunga 33 anni: l'ex centrocampista, cresciuto nel settore giovanile nerazzurro, ne parla ai nostri microfoni
In casa Inter si chiude ufficialmente oggi l'era Roberto Samaden: l'ormai ex responsabile del settore giovanile nerazzurro lascia dopo 33 anni in cui ha reso il vivaio interista uno dei migliori in Italia e nel mondo, lanciando tantissimi calciatori e collezionando successi a ripetizione. Sotto la sua gestione sono emersi elementi come Balotelli e Santon, Biraghi e Dimarco, Pinamonti e Faranoi, fino ai vari Casadei, i fratelli Carboni e i fratelli Esposito, e la lista potrebbe proseguire ancora. Francesco Bolzoni, ex centrocampista dell'Inter e prodotto del settore giovanile nerazzurro, ha descritto così Samaden ai microfoni di Fcinter1908.
Roberto Samaden non sarà più il responsabile del settore giovanile dell'Inter: che ricordo hai di lui?
Samaden è stato il mio primo allenatore all'Inter: arrivai che avevo 11 anni, proveniente da una piccola realtà dove ero una sorta di "prima donna". Ritrovarmi con ragazzi forti come e più di me, con una figura molto autoritaria come lui, mi ha fatto capire che fare il calciatore non era facile come potevo pensare. Mi ha aiutato molto: all'inizio ho faticato, poi mi ha tirato fuori il carattere e la volontà di voler arrivare, di migliorare. Mi ha lasciato a fine anno con una frase che mi ha accompagnato per tutta la mia carriera e che ha dato il via al mio percorso: davanti a tutti disse "quest'anno Francesco ha giocato meno di quello che doveva, ma in questo torneo ha dimostrato di essere il più forte. Dobbiamo fargli i complimenti". Per un ragazzino di 11 anni, che aveva avuto un'annata particolare anche per colpa di un infortunio, sentire quelle parole mi ha spianato la strada. Me lo ricordo ancora, nonostante siano passati 23 anni.
La sua figura è stata rilevante a tutti i livelli nel corso di questi anni.
Samaden è una persona sicuramente autoritaria nel suo ruolo, ma anche estremamente simpatica e che se hai bisogno di parlare, se hai bisogno di aiuto, c'è sempre: è una persona intelligente, ti può dare una mano. Anche io negli ultimi anni l'ho sentito spesso, anche quando dovevo decidere se smettere di giocare, chiedendo consigli su cosa fare. Mi ha aiutato in tutto il mio percorso, non soltanto agli inizi.
Sotto la sua gestione sono emersi tanti calciatori e sono arrivati tanti successi: raccogliere la sua eredità non sarà semplice.