Con l'approdo di giocatori del calibro di Hakimi e Vidal, l' Inter è tra le big italiane che più si mossa meglio sul mercato, in quella che è stata una delle finestre più difficili degli ultimi per diversi motivi.
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ESCLUSIVA Camozzi: “Inter, un solo rimpianto. Eriksen? Conte ha cambiato, ora sta a lui”
Il noto agente ha commentato il mercato dell'Inter e le difficoltà di Eriksen: "Deve cambiare di testa se vuole convincere Conte"
Per commentare i colpi che i nerazzurri hanno messo sul piatto di Antonio Conte, FCINTER1908.IT ha raggiunto in esclusivail noto operatore di mercato Franco Camozzi.
Dopo una stagione tribolata è terminata anche una difficile sessione di mercato. Come la valuta in generale? "In questo momento di difficoltà e incerto per tutti, i club non hanno avuto la possibilità di operare in maniera normale. Già ci sono delle grandi differenze in Italia tra le big che giocano la Champions, l'Europa League e le altre che le coppe non le giocano, ma in situazioni normali i ds con la loro bravura riuscivano un po' a compensare. In questa situazione anomala e in piena crisi globale è molto difficile dare dei giudizi. L'unica cosa che auspico è che le prossime sessioni di mercato finiscano con l'inizio del campionato senza aspettare 2 o 3 giornate. Il mercato deve durare al massimo un mese e mezzo, anche perché se uno ha le idee chiare le cose le fa".
Nello specifico l'Inter si è mossa bene? "Il mercato dell'Inter lo valuto positivamente per quello che era possibile fare. E' arrivato un giocatore molto forte come Hakimi che è uno dei due esterni destri più forti che ci sono al Mondo in questo momento. E' un profilo di grandissima prospettiva e può ancora crescere. E' arrivato un giocatore importante come Vidal che porta esperienza, personalità, forza e neanche nei momenti difficili è uno al quale la palla tra i piedi non scotta. E' arrivato un altro giocatore esperto come Kolarov che può aiutare l'Inter nei calci piazzati, nelle situazioni da fermo. Anche lui comunque è un giocatore duttile che deve ancora integrarsi in quello che Conte vuole. La riconferma di Sanchez poi non è un dato da sottovalutare e la conferma di Lautaro che alla fine è rimasto è ottima. Valuto bene anche l'arrivo di Darmian ma avrei evitato la cessione di Godin. Nel complesso però a questa rosa manca ancora un esterno sinistro di ruolo, se fosse arrivato Marcos Alonso io credo che sarebbe stata una campagna acquisti importante. Però ripeto, il momento è molto difficile e l'Inter ha fatto il massimo".
Possiamo chiaramente dire che Hakimi è stato il miglior colpo dell'Inter ma non il solo... "Hakimi io l'ho visto molto bene. Si vede che è un giocatore non ha imbarazzi e che ha personalità. Si vede che ha giocato in un campionato importante come la Bundesliga, è abituato alla sfide e sicuramente Conte gli chiede delle cose leggermente diverse rispetto a Favre. Chiaro che ancora non ha quella sfrontatezza, quella facilità di corsa che ti dà soltanto l'amalgama e il fatto di giocare con i compagni per tanto tempo. Quando lui arriverà al punto di trovare questa simbiosi, empatia, vedremo il vero Hakimi. Non penso che gli manchi molto a raggiungere questo...".
Eriksen, invece, è rimasto nonostante i molti rumor di un possibile addio. Secondo lei cosa è mancato in questi mesi al danese?
"Eriksen è un grande giocatore. Sono stato sempre un ammiratore di questo ragazzo perché ha fatto vedere cose straordinarie negli anni precedenti. E' comunque giovane e può ancora crescere, io lo vedo un po' come Bergkamp. Questi giocatori molto estetici ma nello stesso tempo forti e concreti, nel nostro campionato fanno un po' di fatica. Non mi so dare sinceramente una spiegazione; certo il modulo è un qualcosa che lo può penalizzare, però bisogna dire che Conte ha abbandonato il 3-5-2 proprio spostarsi al 3-4-1-2 ritagliando la zolla da trequartista per Eriksen.
Finora quando l'ha messo in campo in quella zona lì non sempre ha fatto bene, anzi spesso è rimasto un po' avulso. Forse ha fatto meglio quando è entrato in quei 10/15 minuti rispetto a quando è partito dall'inizio. Eriksen deve mettersi in testa che se vuole lavorare bene in Italia deve faticare soprattutto di testa, deve entrare nella mentalità di Conte".
Conte sta facendo tutto quello che può? In tanti continuano ancora a criticarlo... "L'allenatore per valorizzarlo ha già cambiato modulo e questo non era scontato. Chiaramente Eriksen rappresenta un capitale per l'Inter, la società ha investito tanto per un giocatore che andava in scadenza. E' anche un giocatore tra i più pagati della rosa. Conte gli ha dato la fiducia perché conosce le sue qualità ed è una mossa intelligente perché si cerca di trovare soluzioni diverse e di facilitare l'inserimento di un campione.
Il lavoro del tecnico adesso si è fermato qui, adesso è Eriksen che deve convincere Conte e fargli capire che lui è migliore di Sensi, Barella, Nainggolan, Vidal o altri. Deve cambiare marcia anche perché è un ragazzo molto professionale e negli allenamenti è sempre uno dei migliori. Adesso è il momento di tirare fuori gli attributi".
Fino all'ultimo ha tenuto banco la questione Nainggolan. Il Ninja potrà essere utile a questa Inter nonostante l'arrivo di Vidal? "Nainggolan è un acquisto importante per l'Inter perché è un giocatore con caratteristiche importanti. Molti lo confondono con Vidal ma essenzialmente sono diversi, anche se insieme a parer mio non possono giocare. Nainggolan è quel giocatore che ti permettere di aggredire la partita e se sta bene fisicamente non è un problema. Sa che Conte lo stima e lui in forma è solo un problema per gli avversari perché, avendo 5 cambi a disposizione con giocatori di questo tipo, si aumenta in qualità e quantità. Chiaro che con lui in campo c'è meno spazio per Eriksen. Guarderei con fiducia la sua permanenza all'Inter".
Se c'è una fascia destra 'convincente', si nota invece quella di sinistra un po' più incompleta. Cosa ci dice in merito?
"Come ho detto la fascia sinistra aveva bisogno di essere puntellata con uno specialista come è Hakimi sulla destra. Io penso che il più grande rimpianto per l'Inter sia stato proprio il terzino sinistro e la mancata cessione di qualche esubero. Di Perisic penso che farà molta fatica nel ruolo che gli chiede Conte, al di là della buona volontà che ci possa mettere e delle parole belle dell'allenatore nei suoi confronti. Se Conte riuscisse a farlo rendere in quella posizione sarebbe un mezzo miracolo.
Kolarov invece è un elemento che può giostrare in fascia e come terzo di sinistra nella difesa. E' un giocatore che ha esperienza, può aiutare in campi difficili e in quelle partite in bilico. Il serbo è una certezza, Perisic invece è una scommessa di Conte come potrebbe esserla anche la permanenza di Nainggolan o Eriksen. Io penso che Conte stia dimostrando di voler bene all'Inter e al suo patrimonio perché un altro allenatore avrebbe potuto anche sbolognarli o parlare male per deprezzarli. Lui invece sta cercando di fare il bene di questa società e questo è da apprezzare".
L'Inter di quest'anno ha decisamente una rosa più competitiva. Secondo lei potrà migliorare anche in Champions rispetto alle ultime due stagioni? "E' un girone difficile ma non impossibile. Bisogna che l'Inter affronti queste partite con grande serenità. Bisogna anche capire che in Champions i dettagli fanno la differenza e che le partite vanno affrontate con grande intensità mentale e fisica, solo così si riesce a portare a casa una qualificazione in un girone così. Chiaro che ci possono essere tante variabili ma questa squadra è attrezzata per dire la sua e per fare una bella figura in Champions".
(Fonte: FCINTER1908.IT)
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