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Archiviato il successo al 'Ferraris' di Marassi contro il Genoa, per l'Inter è già tempo di tornare in campo per la seconda gara della fase a gironi di Champions League. Dopo il pari di mercoledì scorso a San Siro contro il Borussia Monchengladbach, i nerazzurri se la vedranno questa sera con lo Shakhtar Donetsk.
10 punti su 15 in campionato e il pari in Champions col Gladbach: come considera questo avvio di stagione dell'Inter?
"È una stagione un po' particolare. L'anno scorso l'Inter ha cambiato allenatore e sistema di gioco. La squadra ha avuto modo di lavorare e si sono visti i risultati con il secondo posto e la finale di Europa League. La società vuole fare ancora meglio ed ha cercato di migliorare la rosa. Dobbiamo pensare che l'Inter ha avuto una sola settimana di vacanza e questo è un fattore importante per quanto riguarda i nuovi arrivati. Rispetto agli altri anni, non si è potuto lavorare sui meccanismi.
Sono arrivati calciatori che hanno esperienza ma gli schemi di Conte devono essere assimilati. Servono tempo, allenamenti e partite per ottenere risultati ancora migliori. Secondo me questo è il motivo per cui è mancato qualcosa in questo inizio di stagione. La rosa è competitiva, Conte ha portato l'Inter in finale di Europa League e al secondo posto rispetto ai due quarti posti con Spalletti degli anni precedenti. Da quattro anni la società è tornata in certe posizioni di classifica e oggi può ambire allo scudetto".
Come giudica questo 'nuovo' Conte a livello della comunicazione? E come spiega questo cambio radicale?
"L'atteggiamento di Conte è strano e tutti l'hanno notato (ride, ndr). C'è una società, che dopo le uscite di Conte dell'anno scorso - non completamente comprese ma causate dalla voglia di vincere - ha dato alcune linee guida, che devono essere rispettate per evitare situazioni particolari a livello comunicativo. Oggi il tecnico non parla più di mercato perché deve farlo la società, che è a lavoro per accontentarlo. Il cambiamento di Conte è molto chiaro. Tutti devono andare nella stessa direzione. E la società è unita con allenatore, staff e dirigenza".
Troppi gol subiti: cosa è successo rispetto all'anno scorso? È d'accordo con la scelta di schierare calciatori con caratteristiche di spinta nel trio di difesa?
"Sicuramente Conte è stato penalizzato, come tutti, dalla situazione legata al Covid-19. Se hai un sistema che richiede giocatori specifici, quando ti mancano o sono in ritardo di condizione ti devi adattare a certe situazioni. Ci sono giocatori come D'Ambrosio, che è molto duttile e può ricoprire più ruoli come quello di centrale che di quinto nel 3-5-2. Ricordiamoci che solo Conte vede gli allenamenti e le condizioni dei suoi ragazzi. Il tecnico ha ben in mente quello che vuole fare ma a volte non può farlo perché gli mancano elementi e si deve adattare a certe situazioni al suo sistema. Nel caso di Perisic sappiamo che è un falso quinto perché è un attaccante e al Bayern Monaco ha vinto la Champions League nel tridente come attaccante esterno. C'è la volontà di adottare un certo sistema ma poi bisogna trovare la collocazione a tutti i calciatori. Penso che l'Inter stia lavorando bene e non appena recupererà alcuni giocatori le cose si aggiusteranno. Lo abbiamo visto l'anno scorso, con la squadra che è finita seconda e poteva anche ambire a qualcosa in più e vincere l'Europa League. Ha un sistema e quando i giocatori stanno bene fisicamente può ambire a traguardi importanti".
Come spiega le disattenzioni di calciatori esperti come Kolarov e Vidal?
"Non credo che Conte sia stato 'tradito' ma si è trattato di situazione di gioco, che possono capitare a tutti e anche a giocatori esperti. La situazione di Kolarov è diversa da quella di Vidal perché non ha mai avuto Conte come allenatore. È appena arrivato dalla Roma e sta giocando in un ruolo diverso, che è capace di ricoprire; inoltre ha un buon piede ed esperienza. Può capitare di commettere un errore. È successo in un derby: dispiace a tutti, soprattutto a lui. I giocatori, quando sbagliano, sono i primi a sentirsi colpevoli. Si è trattato di una lettura sbagliata in una posizione diversa da quella che ha ricoperto solitamente. È più un problema di gestione del momento. Per quanto riguarda Vidal è un lottatore e capita di commettere errori. Conte lo conosce bene ed è uno che non si tira mai indietro. Qualche volta può succedere di sbagliare. Ma la prestazione (contro il Borussia Monchengladbach, ndr) è stata ottima".
Christian Eriksen è una risorsa o un problema per Conte?
"Il danese è un calciatore dell'Inter e fa parte di una rosa di 25 calciatori importanti che sono potenzialmente tutti titolari. Si sta mettendo a disposizione e sta cercando di capire come essere utile. Ha capacità tecniche e balistiche di un grande campione ma chiaramente in Italia c'è un'intensità diversa rispetto a quella dell'Inghilterra e a livello tattico vengono richieste cose che lui solitamente non fa. Il punto, secondo me, è che al Tottenham il gioco della squadra era molto incentrato su di lui, mentre all'Inter è diverso perché si fa un certo tipo di gioco collettivo.
Se prima i palloni arrivavano subito tra i suoi piedi ed era capace di trasformare l'azione da difensiva in offensiva molto velocemente, ora riceve la palla quando le difese avversarie sono schierate. Tocca a lui trovare il modo di aiutare i compagni. Ha tutte le doti per farlo ma deve cercare di entrare nel meccanismo e capire i suoi compagni per trovarsi pronto. Per Conte è sicuramente una risorsa".
Torna la Champions: è già una partita da dentro o fuori per i nerazzurri?
"Quello dell'Inter è un gruppo abbastanza equilibrato. Il Real Madrid non è più quello di una volta e la vittoria dello Shakhtar Donetsk a Madrid non è favorevole all'Inter. Quella di stasera è una partita a rischio, anche se i nerazzurri hanno affrontato gli ucraini due mesi fa ed era andata piuttosto bene. È passato del tempo e negli avversari ci sarà la voglia di riscattarsi. Credo che per l'Inter non sia già una partita da dentro o fuori ma sarebbe meglio, in chiave qualificazione, conquistare i tre punti sul campo dello Shakhtar".
Inter e Juventus non corrono: quante squadre possono ambire allo scudetto e chi è la favorita?
"Sono sette le squadre in corsa per lo scudetto. Qualcuna è un po' più avanti, come Inter, Juve, Napoli e Milan. I rossoneri sono una squadra solida, i nerazzurri sono cresciuti negli ultimi tre anni e ogni stagione ha migliorato i risultati; la Juve sappiamo che è una squadra che fatica all'inizio, proprio come successo con Allegri, ma che poi è capace di vincere alla fine. Poi ci sono anche Roma, Lazio e Atalanta in corsa per il titolo. Chi riuscirà ad essere più continuo, così come chi sistemerà a difesa e subirà meno gol, potrà vincere. La cosa sicura è che non c'è più il dominio della Juventus. L'anno scorso i bianconeri hanno vinto più perché gli altri hanno mollato, mentre quest'anno hanno rifondato la squadra con calciatori giovani e bravi. Sarà un campionato molto aperto".
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