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A differenza della finale dell'anno scorso e di quella di Champions a Istanbul, l'Inter arriva con i favori del pronostico. Può essere un elemento di disturbo?
—No. Lo dico per esperienza: sempre meglio partire da favoriti che da sfavoriti. Sono tutte frasi di circostanza: quando sai di essere più forte ti viene tutto più facile. Poi c'è certamente da considerare l'aspetto emotivo, ma non credo che giocatori del calibro di Dzeko, Lautaro e Brozovic entreranno in campo sottovalutando la Fiorentina. Non succederà. L'Inter deve chiaramente rispettare l'avversario, che ha raggiunto due finali e che non è arrivata a Roma per caso. Una finale è sempre una finale. Detto questo, però, mi sembra evidente che l'Inter parta favorita.
A proposito di Istanbul, traguardo straordinario quello raggiunto da Inzaghi. Se l'aspettava?
—Francamente se l'aspettavano in pochi, bisogna essere obiettivi. E' un traguardo prestigioso.
Quante chance reali dà ai nerazzurri di vincere la Champions?
—Tutti sono un po' inebriati dal 4-0 inflitto dal City al Real Madrid. Una finale è una finale, ha un altro significato. Secondo me fa bene Guardiola a temere l'Inter. Loro in questo momento non hanno punti deboli, ma tengono sempre la difesa molto alta e anche al Real qualche occasione l'hanno concessa. L'Inter, che ha un grosso potenziale offensivo, secondo me può dire la sua. L'ho detto anche in tv: per il pronostico dico 50%-50%. In questa finale si partirà alla pari.
Dov'è che questa Inter può far male al City?
—In fase offensivo. Loro sono molto bravi nel possesso palla, negli inserimenti dei centrocampisti e con gli esterni, ma il fatto di giocare con la difesa molto alta li espone a dei pericoli che l'Inter dovrà essere molto brava a creare.
Corsa per un posto in Champions: chi resta fuori?
—Lazio e Inter pensano che non avranno problemi. Inter-Atalanta è una partita ovviamente fondamentale, una gara che i nerazzurri non dovranno assolutamente sottovalutare, soprattutto dopo la finale di Coppa. Ritengo comunque che l'Inter sia favorita per entrare in Champions League. Tutto dipende dalla gara di sabato.
L'Inter ha perso domenica a Napoli. Sconfitta che ci sta o ha visto un calo?
—Una sconfitta innanzitutto condizionato dall'inferiorità numerica dopo 40'. Nonostante questo, l'Inter era riuscita a raggiungere il pareggio, poi è stata condannata da una prodezza di Di Lorenzo, altrimenti avrebbe portato a casa un punto, nonostante le tante seconde linee. Resto sempre dell'idea che debbano giocare i titolari, però con due finali alle porte è anche giusto impiegare chi ha giocato meno.
Un commento sulla penalizzazione alla Juventus.
—Lo dico da appassionato e non da opinionista: bisogna rivedere le strutture della nostra giustizia, che io ho chiamato ingiustizia. A due domeniche dalla fine del campionato, o a 10' dall'entrata in campo di una squadra, non puoi emettere una sentenza. Aspetti fine campionato ed emetti tutte le sentenze che vuoi. Mi sembra una giustizia ridicola, al di là della squadra coinvolta.
Ieri Marotta ha confermato al 100% Inzaghi. Giusto così?
—Ho sempre detto che le tante sconfitte in campionato fanno sensazione. Lo dico ora che sono 12, ma anche prima che erano 6 o 7. Però stiamo giudicando un allenatore che sta affrontando due finali. Un allenatore che ti porta in finale va riconfermato, questo è fuori discussione. Come andranno non lo so, ma comunque ti ha portato in finale. Bisogna certamente interrogarsi sulle tante sconfitte, ma un allenatore che ti porta in due finali non puoi non confermarlo.
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