ESCLUSIVA

ESCLUSIVA Cruz: “Lasciai l’Inter per non rubare lo stipendio. Derby? Mi aspetto che…”

Daniele Vitiello

Uno tra i tanti leader di un gruppo che ha vinto tantissimo.

"Quello spogliatoio era fatto di grandi uomini prima che di grandi campioni. Avevamo obiettivi comuni e si lavorava per aiutare i compagni. Ognuno si faceva trovare pronto quando veniva chiamato in causa. Voglio bene a tanti di quei ragazzi che ricordo con grande affetto. Anche chi aveva vinto tutto come Luis Figo riusciva a mettersi al servizio della squadra con l'umiltà di sempre".

Che rapporto hai avuto con Mancini?

"Roberto prima di diventare un grande allenatore è stato un grandissimo calciatore e questo penso lo abbia aiutato. Era una persona schietta, sincera e con un progetto ben chiaro. Ha trovato una squadra messa male, che non vinceva da anni, e l'ha riportata al successo. Ora sono contento di vederlo sulla panchina della Nazionale perché so quanto conta per un ex calciatore italiano".

Ti è dispiaciuto lasciare l'Inter nell'anno che ha portato al Triplete?

"Sicuramente mi avrebbe fatto piacere vincere la Champions League in nerazzurro, ma non ho alcun rammarico. Moratti voleva a tutti i costi che rimanessi all'Inter, ma io non sono mai stato abituato a rubare lo stipendio. Sentivo di non essere al centro del progetto di Mourinho e quindi non mi andava di prendere soldi per stare in panchina o in tribuna. Sapevo che non fosse nemmeno una questione di cifre, perché con il presidente non c'è mai stato alcun tipo di problema. Ho preferito mettermi in discussione altrove, pur avendo l'Inter nel cuore".

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