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Dimarco: “Sassuolo, approccio sbagliato. Inter vincerà lo scudetto. Gosens e il mio ruolo…”
Federico Dimarco ha incontrato i giornalisti dei siti sportivi che seguono e raccontano l'Inter in occasione del "Web Media Day". Tanti i temi sviscerati, dallo scudetto (sì, Dimarco ci crede) alla gavetta che lo ha portato a vestire e difendere la maglia della squadra del suo cuore. Ecco le parole in esclusiva a Fcinter1908.it:
Hai rinnovato poco prima di Natale con l'Inter, che emozione è stata per te che sei cresciuto con questi colori e hai fatto tutta la gavetta e il percorso nel settore giovanile nerazzurro?
E' stata una grandissima emozione, sicuramente, sono contento di aver rinnovato con questa maglia con cui sono cresciuto fin da bambino.
Ti chiedo quanto è importante per te la fiducia di mister Inzaghi in questa tua stagione, come è il vostro rapporto. Lui ti schiera preferibilmente nel ruolo di Bastoni: ti senti ormai un difensore oppure preferisci giocare sulla fascia?
Sicuramente con il mister ho un grande rapporto, come ce lo abbiamo tutti. Ci fa star bene. Per quanto riguarda il ruolo in campo gioco dove decide il mister. L'importante per me è giocare.
Cosa vi ha detto Inzaghi dopo il primo tempo contro il Sassuolo, come sta reagendo la squadra in questo momento un po' complicato della stagione?
Niente, c'è poco da dire sulla partita di domenica. Siamo consapevoli di aver sbagliato l'approccio e dobbiamo metterci alle spalle questa partita e pensare alla prossima.
Ecco tutte le domande e risposte della conferenza stampa:
Quanto è cresciuta l'Inter negli ultimi anni?
La prima volta che sono venuto qui c'era Mancini. Da quando è arrivato Spalletti ha iniziato un percorso di crescita arrivando alla qualificazione Champions, poi è arrivato Conte portandola a vincere lo scudetto. Speriamo quest'anno di rifarci. Penso che si veda che l'Inter ha fatto una crescita esponenziale sia in campo che fuori. E' una società che merita e deve rimanere sempre in alto in classifica.
Differenze Juric-Inzaghi?
Sicuramente è stato importantissimo Juric, mi ha fatto diventare il giocatore che sono e lo ringrazierà per sempre. Ha sempre creduto in me. Le differenze? E' un modo diverso di lavorare, di stare in campo. Sono due allenatori che mi hanno fatto crescere tantissimo.
Meglio andare all'estero o fare la riserva in serie A? Avevi detto che era meglio andare all'estero, tempo fa...
Se me lo chiedi adesso ti dico così così. E' stato un anno difficile (al Sion), dopo la prima partita mi sono fatto male e sono stato fermo 4 mesi. E' come se fosse stato un anno senza aver giocato. Il percorso giusto per dove sono arrivato adesso, ma è stato più un fattore di testa che di campo. Quello che consiglio, al di là di giocare o meno, è di essere forti mentalmente e tirarsi sempre su quando cadi e tirare fuori sempre il meglio.
Mancini in Nazionale, avete parlato dei tuoi miglioramenti?
Sinceramente non abbiamo parlato e ci siamo salutati. Mi ha ricordato che mi aveva fatto esordire in serie A e basta.
Temi la concorrenza di Gosens, quali caratteristiche differenti ha rispetto a te?
Di sicuro la concorrenza non è che mi fa paura. L'importante è che ci sia una competitività sana nella squadra, è la cosa che penso che faccia andare meglio le cose. Fa dare il meglio di se stesso a qualsiasi giocatore. Per Gosens ha parlato il campo in questi anni. Ha fatto degli anni fantastici all'Atalanta ed è giusto che sia qui.
C'è la stima di Mancini, speri di ritornare nel giro azzurro?
Sì ce l'ho qualche speranza, la convocazione passa dalle prestazioni dell'Inter.
Quanto è difficile per un tifoso dell'Inter giocare per questa squadra e difendere i propri colori?
Penso che non sia facile, non è un peso. Lo faccio veramente con piacere. Quando vesto questa maglia non è come vestire le altre.
Il tuo nome è sempre stato quello del predestinato, nel vivaio nerazzurro. E' stato più difficile?
Quando esci da un settore giovanile così importante come quello dell'Inter in qualsiasi squadra vai non è facile adattarsi. Sei abituato al meglio. Ho fatto 5/6 anni di alti e bassi però sono contento perché tutto il lavoro e il sacrifico fatto sul campo è stato importante per la mia crescita e per arrivare l'Inter.
Risposta secca, l'Inter vince lo scudetto sì o no?
Sì.
Rapporto con Bastoni e Kolarov, hai avuto dei consigli da loro?
Ho un rapporto bellissimo con entrambi. Sono uno che va d'accordo con tutti, non c'è bisogno di mettersi uno contro l'altro. Penso che sicuramente quello con cui ho avuto più rapporto è stato Bastoni perché abbiamo fatto un anno insieme a Parma. Quest'anno ho conosciuto Kolarov che è un giocatore di grandissima esperienza e che tutti i giorni sta insieme a me e mi dà dei grandi consigli.
Ti spettavi che qualche tuo ex compagno oltre a Radu facesse parte della rosa dell'Inter?
Penso che nessuno potesse sapere dove sarebbe arrivato dopo 6 anni, finita la Primavera. Io sono contento di essere tornato qui e di far parte dell'Inter. Penso solo all'Inter. Gli altri giocatori ogni tanto li sento. Per esempio Bonazzoli, sono contento che ha fatto gol al Milan. Anche Radu è cresciuto con me, abbiamo fatto 3/4 anni insieme tra Allievi e Primavera.
Cosa serve all'Inter per vincere lo scudetto? Avversario più temibile?
Dobbiamo pensare partita dopo partita, siamo tutti lì e fino alla fine sarà una battaglia. Cercheremo di rimanere là sopra. Noi non temiamo nessuno. Pensiamo solo a noi stessi, solo noi possiamo sbagliare. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo, tralasciando la partita di domenica. Tornare in vetta e vincere.
Avete sete di rivincita per il derby di Coppa?
Sicuramente tanta. C'è tanta voglia di rivalsa. E' una partita andata e ritorno, cercheremo di dare il meglio di noi in tutte e due le partite.
Modello nel tirare le punizioni?
Non mi viene in mente, ora.
Contraccolpo psicologico dopo le sconfitte?
Quando eravamo a -7 dalla prima in classifica tutti ci davano per morti e poi a gennaio quando siamo ritornati primi era sicuro che vincessimo lo scudetto a tutti i costi. Ci capita di fare dei passi falsi in campionato, l'importante è non perdere certezze e la consapevolezza che abbiamo. Tralasciando domenica che è stato un passo falso e noi siamo consapevoli di averlo fatto dobbiamo pensare già da oggi alla partita di venerdì. Partita dopo partita dobbiamo cercare di portare a casa il risultato, in qualsiasi competizione essa sia.
Seconda stella?
Sicuramente c'è tanta consapevolezza perché vincere aiuta a vincere, aver vinto la Supercoppa. Penso che portare a casa la seconda stella sia importantissimo.
Il significato dei tuoi tatuaggi?
Ne ho un po', quelli per me più importanti sono i nomi dei miei figli, di mia moglie, dei miei genitori e di mio fratello.
Hobby?
Non ho grandi hobby, mi piace passare il tempo con i miei figli e con mia moglie.
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