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ESCLUSIVA Facchinetti: “Inter nel DNA. Ci siamo rotti del caso Icardi! Conte? Proverei a farmelo piacere ma…”
L'Inter nel cuore, da sempre e per sempre. Francesco Facchinetti ha legato a doppia mandata la sua vita ai colori nerazzurri, seguendo la Beneamata in casa ed in trasferta per tanti anni e vivendo in prima persona l'atmosfera del secondo anello verde. In esclusiva per Fcinter1908.it, il noto conduttore, cantante e DJ, ha sfogliato il suo personale libro dei ricordi: "Essere interisti è qualcosa che non ti viene insegnato da qualcuno, si nasce interisti. E' un'avventura talmente apocalittica che difficilmente qualcuno può spingerti ad essere tifosi dell'Inter, ma devi averlo nel DNA. Vengo da una famiglia dove mio padre è atalantino e a mia mamma fa schifo il calcio, così come alle mie sorelle. L'unico interista vicino alla mia famiglia è un amico, Enrico, che tra l'altro legge solo Fcinter1908.it ed è talmente folle da inviarmi ogni giorno tutti gli articoli che fate. Lui mi ha avvicinato all'Inter, ma già prima di entrare in contatto con lui, quando avevo 4-5 anni, ero interista".
Il primo ricordo legato all'Inter?
"Lo scudetto dei record con Trapattoni, in particolare la partita col Napoli con gol di Matthaus. Ero a casa dei miei cugini, ero ragazzino e giocavo a calcio con loro e alcuni miei amici durante la partita dell'Inter perché in quel caso, come in altre circostanze, non riuscivo e tutt'ora non riesco a guardare le partite perché credo di portare sfiga alla mia squadra. Ho goduto tantissimo appena mi dissero che avevamo vinto, nonostante avessi solo nove anni".
Avrai sicuramente degli aneddoti particolari legati all'Inter...
"Campionato 2007/08. L'Inter giocò l'ultima partita in casa del Parma e aveva bisogno di una vittoria per conquistare lo scudetto, mentre loro se avessero perso sarebbero scesi in Serie B. Ero amico del presidente del Parma e gli chiesi dei biglietti, mi disse che c'era il tutto esaurito, ma avrebbe potuto ospitarmi nel suo box insieme alla sua famiglia. Portai con me Daniele Battaglia, il mio migliore amico e anche lui tifoso dell'Inter. Il primo tempo fu davvero brutto. Nell'intervallo vidi Cambiasso che girava nervosamente tra i corridoi dello stadio e ripeteva di essere molto agitato, non riusciva a fermarsi. Nel secondo tempo entrò Ibrahimovic e fece il primo gol, con educazione esultammo e solo dopo qualche attimo ci accorgemmo di quanti milioni di euro quel gol sarebbe costato al Parma. Provammo a darci un contegno, ma invitammo Cambiasso ad entrare perché continuava a camminare da solo nei corridoi e dopo un po' Ibrahimovic fece anche il secondo gol. Il Cuchu iniziò a dire delle cose assolutamente irripetibili, sfogando la tensione, tanto che la mamma di Ghirardi si alzò e ci cacciò via. Altro momento bellissimo, invece, è legato alla Champions League del 2010: ero ovviamente a Madrid, non dormivo da sei giorni, e al secondo gol di Milito mi buttai giù, travolgendo un signore che pesava 300 chili (ride, ndr). Rotolando giù dalla scalinata, mi accorsi che stavamo per arrivare alla balaustra e, per evitare che il signore si spaccasse mezzo, arrivai con la schiena alla ringhiera e misi i piedi in posizione per bloccarlo: ci riuscii, ma mi spaccai un piede. Col piede rotto, tanta l'adrenalina, andai in giro per Madrid tutta la notte e anche il giorno dopo".
L'Inter di adesso ha speranze di andare in Champions?
"Il tifoso dell'Inter cosa può dire di una squadra che sono anni che non riesce ad andare segno? È incazzato giustamente. Siamo una squadra che è abituata a vincere, ci sono stati dei momenti di buio e adesso siamo quasi alla fine di questo momento di buio. Bisogna centrare la qualificazione e in Champions bisogna giocare con i cogl***i. La Champions League è un'avventura diversa dal campionato, ci sono molte meno partite e le squadre che si scontrano sono squadre di un livello altissimo. Bisogna mettere qualcosa di più altrimenti finisci male come siamo finiti quest'anno. Centrare la qualificazione è obbligatorio".
Che idea ti sei fatto della vicenda Icardi?
"Mi sono rotto i cogl***i non di Icardi o dell'Inter, ma della situazione. Io non giudico né Icardi e né la società, è un teatrino che deve finire perché se non finisce vuol dire che sta bene a tutti questo teatrino. Chi ne paga le conseguenze è la squadra, per me il bene più alto è l'Inter, non guardo il bene dei singoli. È deleterio per la nostra squadra, per Icardi e per tutti. Vedendo quello che è accaduto non penso che abbia portato grandi risultati né a Icardi e né all'Inter. Secondo me è arrivato il momento di porre fine e di prendere una decisione definitiva".
Spalletti merita di rimanere all'Inter se ottiene la qualificazione in Champions o bisogna cambiare a prescindere?
"Spalletti è un grande allenatore, detto questo secondo me il ruolo dell'allenatore è veramente il ruolo più importante in una squadra. Chi ha vissuto la nostra esperienza di Mourinho sa che è stata un'esperienza totalizzante per tutti noi interisti, ha capito quanto la nostra squadra sia difficile da allenare. Spalletti è da noi da diverso tempo, io vorrei che su quella panchina ci fosse la persona migliore nel momento storico in cui l'Inter è in questo momento. Possiamo citare milioni di allenatori, Mourinho e non solo. Se alla fine di quest'anno Spalletti sarà riuscito a raggiungere un buon risultato e riesce a far funzionare un attimo meglio il meccanismo Inter, cosa che ogni tanto gli sfugge di mano purtroppo, potrebbe essere un allenatore che ci può portare a fare bene. L'inizio della stagione europea dell'Inter quest'anno è stato incredibile. Deve far funzionare bene anche il meccanismo negativo dell'Inter che ogni tanto viene fuori. Quello che fa incazzare di Spalletti sono le sostituzioni e le formazioni, ha il suo modo di intendere la squadra. Nella testa degli interisti c'è Mourinho che quando la squadra perdeva metteva 100 attaccanti".
E Conte?
"L'unica persona che perdonerei con la maglia dell'Inter è Cristiano Ronaldo. Conte è un grande allenatore, ma io sono interista. Proverei comunque a farmelo piacere. Come allenatore mi piace molto Simone Inzaghi e sono convinto farà strada”.
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