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ESCLUSIVA

ESCLUSIVA Facchetti: “Conte baluardo, ha sposato causa Inter. San Siro? Faccio una proposta”

Sabine Bertagna

Gianfelice Facchetti ha scritto da poco un libro su San Siro. Un omaggio ad uno dei maggiori simboli del calcio, che merita un dibattito democratico sul suo futuro. E poi la famiglia Zhang e lo scudetto dell'Inter di Conte...

Gianfelice Facchetti, al principio della nostra chiacchierata, dice immediatamente una cosa che mi colpisce profondamente. Stiamo parlando della festa per il 19° scudetto dell'Inter e di quei tifosi nerazzurri che hanno deciso di riversarsi nei luoghi più significativi di Milano per celebrarlo. Anche davanti a San Siro. Lo stadio che, da troppo tempo ormai, non li può ospitare. "I luoghi ci chiamano. E' San Siro che ti chiama". E proprio di San Siro abbiamo voluto parlare con Gianfelice, che nel suo libro appena uscito ("C'era una volta San Siro" Vita, calci e miracoli - Piemme) lo omaggia con un tributo universale. Nostalgico quanto basta. Ma attuale e proiettato ad aprire un dibattito sulle ragioni del cuore e quelle più progressiste. Hanno ragione tutti, probabilmente. Ma nessuno va ignorato. Troppa storia è contenuta su quegli spalti, che per Gianfelice sono casa e famiglia. Troppi ricordi, non solo per i tifosi dell'Inter. San Siro è un simbolo universale. E questo scudetto appena arrivato potrebbe aiutare a rimettere il tema sotto i giusti riflettori. A FcInter1908 Facchetti ha parlato anche del futuro dell'Inter, che passa per due nodi cruciali: la famiglia Zhang e Antonio Conte.

I tifosi si sono riversati anche a San Siro per festeggiare lo scudetto:"I luoghi ci chiamano perché un pezzo della nostra identità e che siamo sia confinato e abiti nei luoghi dove spendiamo il nostro tempo e dove siamo stati. Ieri mi sono ritrovato nella casa della mia vita, della mia infanzia. Siamo stati nel luogo della memoria, con mia madre, nella casa dove abbiamo abitato sempre. In famiglia. E' normale che in un momento bello, dove uno avrebbe speso la sua giornata per condividere, venga chiamato da San Siro. Non lo ha neanche quasi deciso. E' San Siro che ti chiama. Se non avessi chiuso prima il libro - e l'ho voluto fare di proposito il fatto di non rimanere legato al campionato perché era una celebrazione che andava al di là del tempo - c'era anche la combinazione della data: il 2 maggio, quando con un 5-0 sul Foggia conquistammo l'11° scudetto. Chiaro che quando parlo della mia frequentazione è passata da lì, è stata una frequentazione da tifoso. Dell'Inter, dell'Italia o da tifoso disinteressato nel caso della finale di CL. L'idea era fare una celebrazione che ambisse all'universalità. Chiaro che si sa che il mio marchio di fabbrica è quello. Volevo dipingere San Siro come un luogo di tutti, un simbolo che non è soltanto dell'Inter perché il mondo intero lo conosce. Simbolo di Milano e del calcio".

Tavolo di discussione sul futuro di San Siro, a che punto siamo? "Siamo al momento in cui credo debba partire un dibattito aperto che sin qui non c'è stato. Il mio punto di vista è proprio quello di cercare di far sì che un luogo democratico come lo stadio di San Siro permetta un esercizio di democrazia, di poter parlare senza prendere una posizione che sia ideologica o per partito preso. Quindi da una parte senza aggrapparsi al passato o con un progressismo un po' troppo facile e che non tenga conto di alcune criticità, che sono innegabili. Che si inizi a parlarne con franchezza, mettendo sul tavolo tutti gli aspetti. Comprese anche le ragioni del cuore. Hanno un loro peso. Cominciare a parlarne mettendo ogni cosa su un tavolo di discussione, qualsiasi decisione presa sarà comunque figlia di un incontro, di un dibattito. Ci sono ragioni diverse, ma il fatto di non averle accantonate per partito preso credo sia anche un modo per rendere giustizia a un luogo che tanto ha regalato e tanto penso possa dare ai tifosi. Un modo per essere giusti con San Siro".

Una proposta: San Siro per la Nazionale?"Anche questa è una "provocazione". Costruire lo stadio oggi significa ridisegnare una porzione di società, non è soltanto un impianto. Vuol dire costruire grattacieli, un centro commerciale, negozi. Se l'aspettativa delle società non dovesse trovare sbocco perché questa non potrebbe essere una strada percorribile? La storia della Nazionale parte da Milano, è a San Siro. A San Siro la Nazionale non ha mai perso, perché non potrebbe essere una delle possibilità sul futuro di San Siro. Credo siano temi di discussione che è giusto affrontare".

La posizione e le richieste di Sala, l'Inter riuscirà a dare garanzie?"Nelle voci a cui concedo spazio, i dubbi e le richieste della cittadinanza e anche le esigenze del sindaco. Mi sembra che senza troppe differenze sono le stesse curiosità e richieste che vorrebbero vedere esaudite i tifosi dell'Inter. Essere tranquillizzati sul futuro. Aprire un cantiere significativo e importante, non lo apri a cuor leggero. La pandemia ha cambiato gli scenari e la nostra frequentazione degli spazi. Dobbiamo ancora capire quando e come noi riusciremo a ritornare a eventi di massa. Fin qui ci sono dei tentativi quasi di laboratorio per vedere se 20,30.000 persone possono stare ancora tutte insieme in uno spazio alla luce di quanto stiamo vivendo. Non sono dubbi campati per aria. Sono dubbi legittimi che credo in qualche modo debbano essere affrontati perché sono questioni che coinvolgono una società intera e la storia di un club di più di 100 anni. Credo che l'Inter, da questa vittoria, possa trarre sotto tutti gli aspetti nuova linfa. E' la prima proprietà straniera della storia a vincere e questo è un segno di continuità con il passato. Sarebbe peccato sciupare anche la sfida dello stadio, una sfida che bisogna porsi con la consapevolezza che si può pensare e affrontare con consapevolezza ecologica, pandemica. Come vivrà uno stadio in pandemia. Oggi abbiamo delle domande in più che non possiamo non porci".

Primo trofeo per Steven Zhang e il suo amore per l'Inter: "Ho sempre avuto l'impressione che la volontà di Suning fosse molto fondata, motivata e appassionata. Per tante cose che sono state fatte, nella loro gestione secondo me era inequivocabile che questi volessero metterci non solo i soldi ma anche la testa. E nella figura di Steven ho sempre sentito una sincerità nella passione e nel sentimento. percepita anche da piccoli gesti che mi sembravano molto chiari. Ricordo 2-3 anni fa, il giorno prima di Ferragosto ed ero in centro a Milano. Passai in sede a salutare e c'era lui alle nove di mattina che entrava. Mi faceva effetto in mezzo all'estate, nei giorni in cui la maggior parte va in vacanza, vedere questo ragazzo giovane alle nove di mattina alla scrivania. L'ho sempre visto molto coinvolto. Questo successo non è arrivato per caso. Mi auguro che sia un fattore in più per fargli credere che si debba fare uno sforzo per ridisegnare quello che è l'equilibrio se serve per andare in supporto a Suning, ma riuscire a garantire una continuità. Altrimenti sarebbe davvero un po' un peccato".

L'Inter di Antonio Conte:"C'è un lavoro eccezionale che il risultato legittima e concretizza, ma che era sotto gli occhi di tutti. C'è un impianto di squadra che mette insieme giovani italiani di grande prospettiva con tanto talento in diversi ruoli, c'è un'identità forte di carattere, di gioco, di modo di stare in campo, che credo sia uno degli aspetti più forti dell'Inter di quest'anno. Ho apprezzato Conte quando ancora alla Juve in un'intervista disse: "Se dovessi andare all'Inter diventerei senza problemi il primo della squadra che allenerò". La sua scelta, la sua volontà è parso che fosse quella di mettersi nella scia dei grandi. E i grandi affrontano sfide all'altezza del carisma che hanno. Lui ha preso una strada non semplice, mettendosi ad allenare un club rivale da allenatore e da calciatore. Ma l'ha fatto certamente con uno spirito e una dedizione totale. Soprattutto l'ultimo anno, con quelli che erano gli scenari intorno, con la proprietà distante e con tutto quello che stava accadendo è diventato un baluardo rispetto al mondo esterno, rispetto agli spifferi, alle provocazioni. Perché comunque si sa che con l'Inter certi discorsi hanno gioco troppo facile. Ha fatto veramente sua la causa con un atteggiamento e una capacità di calarsi totalmente in quello che è il mood dell'Inter, una capacità notevole. Credo che questo lo metta sia nella scia dei grandi di sempre di tutti i club, sia a fianco dei grandi allenatori dell'Inter penso a Trapattoni, a quelli che lo hanno preceduto. E certamente c'è da augurarsi che possa continuare a fare il suo lavoro perché ci darebbe veramente grandi soddisfazioni".