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Sono passati due giorni, ma quell'ebbrezza da derby resta impressa sulla pelle (nerazzurra). Quell'ebbrezza che resta nella testa e nel cuore e che, una volta affievolitasi, restituisce la piacevole sensazione di aver ritrovato le emozioni di un tempo. Il pathos che l'Inter di Conte è stata capace di infondere nella sua gente ha i tratti dell'impresa, se pensiamo che la gente di fede interista non respirava questa atmosfera sottile e intensa da ormai undici anni. Perché il tempo di nascondersi è finito. E quel sogno chiamato scudetto si staglia lì, all'orizzonte, poderoso e bellissimo. Conte e i suoi ragazzi possono quasi sfiorarlo, stando attenti a non scottarsi.
La navigazione è ancora lunga, ma le acque attorno alla barca nerazzurra sembrano più chete e accoglienti. Non potrebbe essere altrimenti dopo una vittoria prorompente come quella contro il Milan, che segue i tre punti conquistati contro Fiorentina e Lazio nell'ordine. Tre vittorie (quattro, se aggiungiamo il 4-0 al Benevento) che hanno tanti volti: da Lukaku a Lautaro, da Eriksen a Perisic. Con un uomo al comando: Conte. Ne abbiamo parlato con Tommaso Labate, giornalista del Corriere della Sera. Uno che l'Inter ce l'ha dentro per davvero e che, come tutti gli altri tifosi, non ha ancora smesso di godere.
Buonasera Tommaso. Allora, smaltita la sbornia da derby?
Assolutamente no. Sono quelle 'ubriacature' che ti accompagnano per giorni e giorni. La settimana dopo un derby così è inebriante sotto tutti i punti di vista. La vigilia mi ricordava un derby del 1992-93, in cui l'Inter inseguiva il Milan e la rincorsa venne fermata da un gol di Gullit. Ora è accaduto il contrario.
Prima di questa partita, si parlava di sfida scudetto. Può rappresentare effettivamente un successo spartiacque per il titolo?
Assolutamente sì. Sarebbe sbagliato nascondersi. La parola che inizia per s e finisce per -etto evito di pronunciarla finché non c'è la matematica. Ma che questa squadra abbia delle potenzialità incredibili si è visto fin da subito. Sono stato fra quelli che ha difeso Conte anche quando la maggior parte dei tifosi lo attaccava. Abbiamo sentito delle cose incredibili: che umiliava Eriksen sono perché giocava pochi minuti, che la difesa a tre non andava bene. E invece il mister si è mostrato una spanna sopra. Prima che arrivasse all'Inter non ero affatto un suo simpatizzante a causa dei suoi trascorsi, ma molto spesso il non amore si trasforma in amore con la stessa carica. Basta solo cambiargli il segno.
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