- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Momento positivo per l'Inter che, dopo la vittoria nel derby col Milan, affronterà domani da capolista il Genoa. Il lavoro di Conte con la squadra nerazzurra è sotto gli occhi di tutti, così come la crescita di tutti i singoli. FCINTER1908 ne ha parlato con il giornalista Bruno Longhi:
CONTE - "Lo scorso anno l'Inter è andata vicinissima all'Europa League, in finale gli episodi sono girati male. Come dice il saggio Mourinho le coppe sono condizionate dagli episodi e lo si è visto anche l'altra sera con l'Atalanta. Ora l'Inter a livello di solidità dà grandissime garanzie. Come gioco mi era piaciuta di più quella dell'inizio della passata stagione che aveva fatto benissimo in Champions a Dortmund e Barcellona. Adesso è una squadra che sa come interpretare le partite: sa quando fare pressione alta, quando deve arretrare, è una squadra matura. Il merito grosso di Conte è stato quello di far migliorare tutti i calciatori. Non c'è un giocatore dell'Inter che sia peggiorato. E questo depone a favore della causa di Marotta che quando prese Conte due anni fa pensava che con lui la squadra avrebbe dato il 30% in più, evidentemente non sbagliava. Conte è il capo dell'Inter, non c'è nessuno sopra di lui. Marotta è amministratore delegato, ma tutto ruota attorno a Conte, spalleggiato da Oriali. Loro si sentono un po' orfani di questa società. Conte sta combattendo da solo, non ha nessun tipo di appoggio. Anche nella diatriba con Agnelli è stato lasciato solo contro tutti e questo lo fa sentire inseritissimo nel progetto perché si sente a capo di tutto".
DERBY - Il Milan era in un momento di difficoltà, l'Inter è la squadra più prolifica del campionato se guardiamo occasioni create e gol realizzati. Mi aspettavo che potesse far male al Milan, nel primo quarto d'ora ho notato proprio un divario enorme. Ci sono individualità importanti nell'Inter, in una struttura ormai consolidata. In allenamento viene tutto codificato alla perfezione in modo che la domenica sia la sintesi di quanto preparato.
SORPRESE - "Non mi aspettavo e non avrei scommesso una lira su Eriksen. Sembrava un giocatore impresentabile, invece adesso è un giocatore che gioca in maniera lineare, ma in campo si fa sentire. Prima con lui quasi si giocava in uno in meno. Perisic già con Spalletti, in particolari momenti della partita come un'espulsione, aveva provato già a fare tutta la fascia e l'ha sempre fatta benissimo. Poi Conte si era convinto che potesse fare solo l'esterno alto e non questo tipo di gioco e piano piano col lavoro psicologico si è convinto di poter giocare in questa posizione. Il suo problema è solo quello della discontinuità, ma non solo tra una partita e l'altra, ma anche all'interno di una stessa partita. È uno dei tanti meriti di Conte, è un martello pneumatico che insistono facendo entrare in campo i giocatori già sicuri di potercela fare".
CALENDARIO - "Normale che l'allenatore cerchi di tenere la squadra sulla corda. Dopo le vittorie con le grandi, entri in campo pensando che sia tutto più facile. Ma in Serie A non c'è nulla di facile. Ma sarebbe un peccato mortale sprecare questi punti di vantaggio. Già qualche punto l'Inter lo ha lasciato per strada, per esempio con l'Udinese e la Sampdoria. Formazione col Genoa? Ci starebbe tutto, paradossalmente anche inserire Sanchez dietro alle due punte. Se guardiamo alle ultime 10 partite di Inter e Genoa, i nerazzurri hanno fatto 23 punti e il Genoa 22. Per cui non è una partita scontata, quindi bisogna pensare al Genoa e poi si pensa alle prossime".
SUNING - "Le vicende societarie non hanno pesato in alcun modo sulla squadra. Da quando se ne parla la squadra continua a vincere, quasi quasi ben vengano queste voci che sembra stiano cementando il gruppo. I giocatori sono concentrati su quello che è l'obiettivo. Non so bene cosa possa accadere, la cosa certa è che una società come l'Inter non può essere senza proprietà. Se non sarà Suning ci sarà qualcun altro. L'Inter ha vinto con tutti i presidenti, solo con Thohir non ha vinto nulla. I presidenti cambiano, il marchio rimane".
SANREMO - "Conte lo avrebbe permesso a un suo giocatore? Io dico di no, ma la storia di Ibrahimovic è particolare. Il contratto con Sanremo nasce prima del contratto col Milan. Sicuramente Conte avrebbe digerito a fatica la cosa, ma anche Pioli deve far fronte a una situazione che si era creata prima. Fino a un mese fa nessuno diceva nulla, era un motivo di vanto, ora il Milan sta facendo così così e se dovesse far male anche con la Roma non so Zlatan con quale faccia si presenterebbe a Sanremo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA