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ESCLUSIVA Mandorlini: “Via Skriniar? Faccio un nome, fra i più forti che abbia mai visto”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato Andrea Mandorlini, doppio ex di lusso di Inter-Hellas Verona, per fare il punto sui nerazzurri

C'è ancora l'amaro in bocca, in casa Inter, per il pareggio di Monza, che inevitabilmente complica terribilmente i piani di rimonta scudetto della truppa di Inzaghi. I nerazzurri sono chiamati a un filotto importante per provare quantomeno a ridurre il gap. A cominciare dalla partita di questa sera a San Siro contro l'Hellas Verona che, dopo un inizio di stagione turbolento, sembra tornato su buoni livelli di forma. Sarà ovviamente una partita speciale per Andrea Mandorlini, anima interista con un passato di grande livello lungo 5 anni sulla panchina gialloblù. Ecco le sue parole a FCInter1908.it.

Oggi Inter-Verona: partita speciale per lei. Non è che tifa per un pareggio?

—  

No, no. Anche perché non serve a nessuna delle due, serve una vittoria a entrambe.

Considera l'Inter già fuori dalla lotta scudetto dopo l'occasione persa di Monza?

—  

No, no, no. Non siamo ancora fuori. Ovvio che dopo il pareggio di Monza sia più difficile, anche perché, e su questo sono d'accordo sia con Inzaghi che con la società, era una partita che avevi vinto e che non ti hanno fatto vincere. Le polemiche contano relativamente, ora non bisogna più fare passi falsi. C'è una partita da vincere per restare lì. Mancano tante gare e veramente può succedere ancora di tutto.

C'è il rischio di pensare già alla finale di mercoledì?

—  

Non credo ci sia questo rischio, il campionato è un obiettivo ancora importante. Solo dopo il Verona si penserà alla finale di Supercoppa. Bisogna mettere in campo energia, determinazione e rabbia, visto il torto subito contro il Monza.

A proposito, che sensazioni ha sulla gara di Supercoppa?

—  

E' un trofeo da portare a casa, si affrontano due squadre che non stanno benissimo. Conta solamente vincere e portare a casa un trofeo.

Come possiamo spiegare i 24 gol presi dalla difesa dell'Inter, praticamente uguale a quella che due anni fa vinse lo scudetto? Problema tattico?

—  

Si parla sempre di reparto, ma è un discorso di squadra, di come ci si difende insieme. In fase offensiva, l'Inter è molto brava a proporre calcio, ha un'identità ben precisa. Dal punto di vista difensivo, non c'è la solidità degli anni passati. Si fa fatica a capire, anche perché credo che individualmente siamo veramente forti. E' un discorso di compattezza generale tra reparti

Deluso dall'atteggiamento di Skriniar?

—  

La società e i tifosi gli hanno dimostrato di volerlo tenere a tutti i costi. Dall'altra parte, almeno dall'esterno, non sembra esserci la stessa voglia. Magari stupirà tutti e firmerà il rinnovo. Dispiace, perché è un giocatore forte che ha dato tanto. Ma che, bisogna dirlo, ha anche ricevuto molto. Mi auguro che firmi, dispiace se non sarà così. Ormai bisogna abituarsi, il calcio è cambiato. Secondo me è ancora lunga.

Qualora andasse via, chi le piacerebbe vedere a Milano?

—  

Al Mondiale ho visto un giocatore che conoscevo molto poco, ovvero Gvardiol della Croazia. E' uno dei più forti che abbia mai visto. Mi auguro che Skriniar sia il capitano dell'Inter per tanti anni, ma se andasse via credo che Gvardiol sia l'uomo perfetto, il difensore più forte visto ai Mondiali. Veramente forte.

Stupito dalla grande stagione di Acerbi?

—  

Ha dimostrato grande personalità. E' uno forte, può giocare al centro e anche sul centro-sinistra. Mi auguro che resti all'Inter, perché sarebbe un giocatore molto importante per questa squadra.

Lukaku da quando è tornato all'Inter non ha praticamente mai giocato. Prolungherebbe il prestito nella prossima stagione e punterebbe ancora su di lui?

—  

C'è ancora tanto tempo dimostrare di essere un giocatore importante, 4-5 mesi di grandi partite in cui incidere. Mi auguro che possa tornare quello di prima. Egli stesso sa di essere in discussione.

Mister quando la rivedremo in panchina?

—  

Ho tanta rabbia, è un momento difficile. Mi sono messo in gioco scendendo di categoria (con il Padova, ndr), arrivando in finale playoff che avevo praticamente vinto. C'è stato qualche contatto, ma nulla che mi abbia scaldato il cuore. In questi mesi, ho guardando tante partite, provando a restare aggiornato e confrontandomi con i colleghi. Bisogna avere pazienza, ma mi manca tanto il campo, è la mia vita. Spero che passi in fretta.