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ESCLUSIVA Marazzina: “Inter, i conti a fine stagione. Serve uno davanti. E terrei Lukaku”
Terminata la sosta per le Nazionali, l'Inter è pronta a tornare in campo: si comincia sabato a San Siro contro la Fiorentina, in un aprile di fuoco che dirà molto sul giudizio alla stagione dei nerazzurri. Fcinter1908 ha intervistato in esclusiva Massimo Marazzina, ex attaccante con alle spalle un'importante carriera in Serie A e prodotto del vivaio interista, che in questi giorni a Miami (dove vive ormai da anni) ha anche potuto incontrare una delegazione del club di viale della Liberazione, capitanata da Marco Materazzi: "Ho saputo di questo evento il pomeriggio prima, e ho organizzato tutto in fretta. Una serata piacevole, ho visto Marco e abbiamo chiacchierato un po'. È stato divertente".
Lontanissima in campionato, ma con una Supercoppa Italiana già in bacheca e ancora in corsa in Coppa Italia e Champions League: come valuti fin qui il percorso dei nerazzurri?
"La stagione non sarebbe neanche negativa se non ci fosse il Napoli che fa un campionato a parte, ha sconvolto gli equilibri. In una stagione "normale" magari ti ritrovavi a 6-7 punti e te la potevi ancora giocare per lo scudetto, ma il Napoli ha fatto saltare il banco a tutte le altre squadre. L'Inter è dentro a tutte le competizioni, poi i conti bisognerà farli alla fine: adesso è inutile essere pessimisti o criticare la squadra e l'allenatore. Adesso bisogna stare uniti e sereni. In Champions rischia anche di essere più facile, trovi gli stimoli, ci sono giocatori forti e partite dove te la giochi. Anche il Benfica si dovrà un po' preoccupare. 90 minuti possono cambiare una stagione intera: questo è il bello e il brutto di questo momento, giochi ogni 3 giorni e puoi subito ribaltare una brutta prestazione".
Condividi le critiche ricevute da Inzaghi? Legheresti la sua permanenza in base a come finirà questa stagione?
"Inzaghi è forse più criticato di Biden in America... (ride, ndr) I giudizi si danno alla fine, non può essere passato da allenatore bravo a pazzo scatenato. Poi è chiaro che le vittorie pesano e uno viene giudicato in base a quello. Puoi cambiare allenatore, va bene, ma poi devi anche trovarne uno migliore: cambiare tanto per cambiare non serve. Inzaghi è bravo, e poi non dimentichiamo che ha ancora un anno di contratto, e questo potrebbe influire".
Da ex attaccante, cosa ne pensi del rendimento degli attaccanti dell'Inter?
"Gli attaccanti vengono valutati in base ai gol che fanno, poco da dire: puoi anche dire che uno ha voglia, è generoso, ma poi bisogna vedere il tabellino. Ci sono stati degli infortuni, su tutti quello di Lukaku. Lautaro ha avuto la fortuna di allenarsi sempre e di non interrompere mai la stagione. Dzeko ha la sua età, però è un giocatore valido. È indubbio che nel complesso abbiano fatto un po' di fatica, per vari motivi. L'Inter, secondo me, un giocatore davanti lo deve prendere: uno giovane, anche per investire sul futuro, ma uno già pronto, non uno a cui far fare il tirocinio".
Confermeresti Lukaku se ce ne fosse la possibilità?
"Il suo problema è che ha avuto degli infortuni abbastanza pesante, poi è stato un anno particolare, con il Mondiale in mezzo. Bisogna vedere come sta lui. Io un'altra chance gliela darei: quest'anno si è svalutato, se lui venisse incontro alle esigenze societarie perchè no? All'Inter ha fatto bene, ci sta puntare ancora su di lui, io uno come lui in rosa lo vorrei. Se si mette a posto ti ritrovi l'anno prossimo con un giocatore che i suoi gol li ha sempre fatti. Se non lo tieni chi ti rimane? Ne dovresti prendere due poi. Se le parti si vengono incontro e si trova un accordo io lo terrei".
"Terrei anche lui, a patto che non abbia delle richieste economiche esorbitanti. Se dovessi perdere sia Lukaku che Dzeko sarebbe un disastro, poi diventa dura trovare giocatori da Inter. Metti poi che la stagione non finisce bene, l'anno prossimo ti devi presentarti con dei pezzi da 90, con dei nomi, anche per i tifosi e per dare un segnale".
Tante proprietà americane stanno investendo nella Serie A: e se in futuro toccasse all'Inter?
"Dipende da chi, nel caso, avesse intenzione di prendere l'Inter. I tempi stanno cambiando, non è più come all'epoca mia dove c'erano i pellegrini, i Moratti, i Berlusconi, c'era anche un rapporto diverso con i presidenti. Faccio un esempio: il mio ultimo anno all'Inter mi allenavo con la Prima Squadra e giocavo in Primavera. Una volta ci fu un derby Primavera, vincemmo 1-0 con mio gol: tornai ad Appiano Gentile, c'era il presidente Pellegrini che prima della cena della prima Squadra mi fece accogliere da un applauso di tutti, abbiamo fatto un brindisi. Queste cose difficile vederle ora. Poi magari un presidente straniero ci può tenere più o meno di uno italiano. Se alternative non ce ne sono, va bene gli stranieri, a patto che investano. Un americano, magari, può dare al pubblico un'immagine diversa rispetto ad altri stranieri provenienti da altre parti del mondo".
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