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ESCLUSIVA Mazzola: “Facchetti inarrivabile. Inter, avrei tenuto Icardi. Conte come Herrera”
La voce, dall'altra parte del telefono, è commossa, grave, spenta. Quasi rotta dal dolore, anche a distanza di 13 anni. Del resto, il tempo avanza, ma non può cancellare tutto. Soprattutto le imprese leggendarie, le vittorie, quelle che rimangono scolpite nella pietra immortale. Ma, ancor di più, non può spazzare via un'amicizia costruita sulla lealtà, sull'onesta, l'aiuto reciproco. Il tutto, immerso in due colori: il nero e l'azzurro. Come l'Inter. La loro Inter. Sandro Mazzola è uno che con Giacinto Facchetti ha scritto pagine indelebili del calcio mondiale, ma principalmente della storia dell'Inter. Loro due furono tra i pilastri di quella squadra che, sotto la guida di Herrera negli anni '60, conquistò prima l'Europa e poi il mondo. Inevitabile, dunque, che il ricordo sia ancora vivido, nonostante tutto. Nonostante un addio prematuro, nonostante la perdita di un uomo, il "Cipe", che addolora ancora oggi tutti gli interisti sparsi per il mondo. Un grande uomo. Ma chi era davvero Giacinto Facchetti? Nel giorno del 13° anniversario della sua scomparsa, FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva proprio Sandro Mazzola, per scoprire un po' più di un personaggio leggendario.
Buongiorno sig. Mazzola. Doveroso partire dal ricordo di un grande interista come Giacinto Facchetti, scomparso 13 anni fa.
Era una persona eccezionale, prima come persona. Poi, come calciatore, era un terzino che quando veniva in avanti riusciva a far gol o a darti la palla per segnare. Era qualcosa di favoloso.
Ci racconta chi era Giacinto Facchetti nel privato? Un aneddoto che magari lo possa raccontare anche ai più giovani e a chi non lo ha vissuto in prima persona.
Ce ne sono tantissimi. Ne racconto uno: quando c'erano le convocazioni della prima squadra, noi tutti aspettavamo di essere convocati. Quando l'allenatore ci chiamava, ci riunivamo tutti sul campo, in piedi e tutti in tensione. Lui era l'unico tranquillo, aspettava. Quando veniva chiamato, rispondeva: 'E tanto io lo sapevo'. E tutti a prenderlo in giro. Ma aveva sempre ragione.
Quanto orgoglio, c'è per voi che avete fatto parte di quell'Inter gloriosa, nel rappresentare i valori e la storia di un club così leggendario? Vi sentite addosso una grande responsabilità nel rappresentare, anche a distanza di anni, i valori dell'Inter nel mondo, anche per i più giovani?
E' una cosa che abbiamo dentro. Prima era difficile andare all'estero a giocare. Andavamo a passeggiare la sera prima della partita, ma non mettevamo gli abiti da sera, bensì la maglietta dell'Inter. Dicevamo: 'Noi siamo dell'Inter, facciamoglielo vedere'.
Quanto le hanno dato fastidio le accuse mosse contro Facchetti durante il periodo Calciopoli?
Di sicuro non meritava tutto questo. Per il rispetto che i compagni e gli avversari avevano di lui. Quello mi ha davvero davvero male.
C'è un giocatore nella storia dell'Inter che, dopo Facchetti, è riuscito ad avvicinare la sua leggenda?
Credo che sia impossibile avvicinare la sua leggenda. Era qualcosa di fantastico, anche per i compagni. Ci guardava e ci diceva: 'Adesso venite con me. Se riuscite a correre come faccio io, siete proprio bravi'. Non ci riuscivamo mai.
Senza uomini come lei e come Giacinto, probabilmente quell'Inter non sarebbe mai esistita...
Queste cose non si possono mai dire, magari fuori c'era anche qualcuno più bravo di noi o come noi. Non si può dire.
Veniamo all'attualità. Le piace questa nuova Inter di Conte vista nelle prime due giornate di campionato?
Mah, lo dico sinceramente, all'inizio ero un po' scettico. Poi, però, ho detto: porco giuda, guarda cosa t'ha fatto questo Conte.
Può riuscire questa squadra nell'impresa di togliere il trono d'Italia alla Juventus? Lei ci crede?
Ma che stai dicendo?! Queste cose non si dicono! (Risposta scaramantica, ndr)
Che voto dà al mercato nerazzurro?
Conosco Marotta, è uno molto valido. Quello che poteva fare l'ha fatto.
E' arrivato da poco, ma Conte può emulare quanto fatto da Herrera e Mourinho?
Queste cose si pensano, ma non si dicono...
Il paragone tra Conte ed Herrera è stato fatto tante volte. Vede dei punti di contatto?
Conte ha dei modi che ricordano Herrera, questo è vero. Herrera prima ti allenava la testa, poi le gambe. E lui mi sembra che sia su quella strada lì. Ci sono dei punti di contatto.
Alla fine, il caso Icardi si è chiuso. Possiamo dire che è stato giusto così, dato che la sua permanenza avrebbe potuto creare dei turbamenti nell'ambiente?
Mmmmh, a me piace Icardi. A me piaceva vederlo con quella magliaccia lì. Io l'avrei tenuto e pian pianino lo avrei fatto tornare nell'Inter.
Ma, da tifoso nerazzurro, non si aspettava delle scuse da parte sua dopo tutto quanto è accaduto?
Quello sì, ma ha una personalità tutta sua. Chissà cosa pensava. Certo è che se l'avesse fatto sarebbe cambiato tutto. Anche se sarebbe stato difficile accettare un suo eventuale trasferimento alla Juventus.
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