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ESCLUSIVA Meazza (Sole 24 Ore): “Interspac si può, mai maggioranza. Oaktree non risolve perché…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva Mauro Meazza, giornalista de Il Sole 24 Ore, per fare il punto della situazione in casa Inter
00:23 min

L'ultima cessione di Lukaku, probabilmente quella più dolorosa per tempi e modalità, ha sconfortato gran parte dei tifosi, nonostante gli arrivi di Dzeko e Dumfries. A distanza di tre mesi dal 19° scudetto della propria storia, l'Inter vive momenti contrastanti. Le ultime decisioni di Suning non sono infatti piaciute ai tifosi che, dopo essersi schierati dalla parte di dirigenza e squadra, hanno avviato una pesante contestazione nei confronti dei vertici societari. Colpa di uno smantellamento non preannunciato, di (troppi) sacrifici. Ma cosa sta accadendo alla società Inter? FCInter1908.it ha provato a fare il punto con Mauro Meazza, giornalista de Il Sole 24 Ore, conduttore di Radio 24 e tifoso nerazzurro.

L'Inter è passata in tre mesi dallo scudetto allo sconforto per alcune cessioni eccellenti. Stupito da tutta questa situazione?

Sinceramente sì. Sapevo ci fossero dei problemi di bilancio, e lo testimonia la richiesta di taglio degli stipendi fatta dalla proprietà nei mesi scorsi, però non pensavo che fosse stato così rapido lo smantellamento della squadra. Parlo da tifoso: dopo il Triplete c'erano state tutte le conferme possibili, qui invece c'è stata una specie di liberi tutti, senza nessuna possibilità di rilancio internazionale, che mi sarei aspettato. Tanto per capirci, un anno di Champions alla grande me lo sarei giocato, e non con la squadra rifatta senza i pezzi pregiati. Abbiamo venduto il centravanti e l'esterno fra i più forti d'Europa, se non i più forti. Ho letto che anche Lautaro è insidiato... Mi sembra un po' troppo.

Da tifoso, si sente tradito dal club?

Tradito no, i tradimenti li lasciamo ad altri contesti. Deluso come tifoso sì, perché mi sarei aspettato, al di là di tutto, un'ambizione diversa in vista della Champions. Anche perché ricordo che in palio in quella competizione ci sono ottimi guadagni. E' un'opportunità che non avrei gettato via. Probabilmente la situazione della capogruppo in Cina è forse più complicata di quanto riusciamo a capire. Evidentemente, la famiglia Zhang ha un minor controllo sul gruppo Suning, e dunque si è fatta avanti la necessità di rientrare dagli investimenti.

Col senno di poi, queste difficoltà forniscono una lettura diversa anche dell'addio di Conte...

Ricordo quando andò in rotta con la squadra di Torino (la Juventus, ndr), dicendo: 'Non puoi entrare in un ristorante da 100 euro con una banconota da 10 euro'. Allora poteva sembra ingeneroso, ma in questa situazione mi sembra una battuta adeguata. Anche perché Suning sta cercando, attraverso queste cessioni, di rientrare pesantemente dagli investimenti e, al contempo, sganciarsi dal debito con Oaktree Capital che vede le azioni del club messe in pegno. Probabilmente è quello il fine ultimo della proprietà. Per tornare a Conte, lo capisco: sembra che abbia fatto una scelta adeguata a un grandissimo allenatore. Perché dover restare anche con una squadra smantellata? Con mezzi minori, nel calcio di oggi, non vai da nessuna parte. Basti vedere quello che sta succedendo al Paris Saint-Germain.

Dalla Cina arrivano notizie frammentate e gli stessi tifosi dell'Inter sono all'oscuro di molti aspetti della situazione. E' la mancanza di chiarezza e dialogo una delle colpe principali della proprietà nerazzurra?

Sì, mi sembra proprio di sì. Anche il fatto che Steven Zhang sia spesso assente dall'Italia... Non mi pare che abbia lasciato dichiarazioni di recente. Diciamo che ha lasciato i dirigenti in balìa della tifoseria, comprensibilmente incavolata. Probabilmente, come dicevo prima, abbiamo sottovalutato la notizia della perdita di controllo, da parte degli Zhang, della capogruppo della società (suning.com, ndr). Va bene che per arrivare all'Inter ci sono vari passaggi, ma i soldi da qualche parte devono pur arrivare. Abbiamo sottovalutato il tutto, pensando che riguardasse più la Cina e Suning che l'Inter. C'è, evidentemente, una volontà di uscita dagli investimenti che, tra l'altro, si è vista anche in altri settori. E' già successo che investitori cinesi siano arrivati investendo tanto, ma poi ritirandosi altrettanto rapidamente. E' quasi una tecnica da hedge fund. Ovviamente, in una situazione come questa il tifoso è disperato.

L'Inter rischia il fallimento?

Direi di chiamare Cottarelli. Mi spiego: il professore, che capisce di economia, sta portando avanti l'iniziativa dell'azionariato popolare. Ho avuto la fortuna di partecipare a un evento in cui lui ha illustrato questo progetto. Ha fatto una descrizione molto preoccupata della situazione societaria dell'Inter. A parte che le quote societarie di Suning che sono polverizzate in azioni che valgono pochissimo, ma poi ci sono le azioni del club date in pegno. Come aver ipotecato la casa. Cottarelli mi è sembrato preoccupato e, pur non avendo mai pronunciato quella parola, ha fatto capire che serve un colpo d'ala d'intervento per riuscire a scongiurare anche uno scenario del genere. Mi è sembrato sinceramente preoccupato, e non credo lo facesse per sostenere il suo progetto, dato che non sta ancora raccogliendo le quote.

Il modello Interspac è applicabile in Italia?

Perché no? E' un esperimento interessante, a questo livello non è mai stato portato avanti in Italia. In altri sport, anche se di portata meno diffusa rispetto al calcio, che io sappia sì, quindi perché no?

E' immaginabile pensare che Interspac arrivi a detenere la maggioranza del club?

No. Noi tifosi qualsiasi dovremmo rassegnarci ad avere solo un consigliere nel CdA. Pensiamo al PSG e agli ingaggi che elargisce e pensiamo alla fatica che ha fatto la Juventus per portarsi a casa Cristiano Ronaldo. Oggi come oggi, se vuoi stare fra le prime 8-16 d'Europa, devi avere una forte capacità di spesa. Dunque, hai bisogno della grande banca, della grande impresa. Che poi è anche quello che vuole Cottarelli. Come, del resto, è stata Pirelli nell'era Moratti. Pensiamo all'operazione Ronaldo, quello vero. Luxotica? Gli investitori devono essere di quel livello lì. Anche se poi dobbiamo effettivamente vedere quanto queste imprese abbiano voglia di entrare nel calcio, dato che può creare divisione.

Quante possibilità ha la società di passare nei prossimi mesi nelle mani del fondo Oaktree?

Credo, come detto prima, che tutte le operazioni siano volte a sganciarsi da questo accordo con Oaktree. Spero che il passaggio nelle mani del fondo USA non avvenga, perché, per la mentalità che hanno questi fondi, dovremmo poi aspettarci un ulteriore passaggio di consegne. E questo vorrebbe dire un'ulteriore svalutazione della rosa. L'investimento può diventare meno interessante, il monte ingaggi si abbassa e con esso la capacità di investimenti. I miracoli stile Percassi-Atalanta non accadono sempre e soprattutto con essi occorre avere pazienza. Oaktree ha sì una notevole capacità di spesa, ma quanto può essere interessato a investire in una squadra di calcio, per quanto importante? C'è da fare un discorso di redditività: un fondo deve rendere conto di tutto ai propri sottoscrittori. Si sa benissimo che, almeno in una fase iniziale, il calcio non fa guadagnare, anzi. All'inizio bisogna mettere in conto delle perdite.

Ha notizie su soggetti interessati?

Vista la situazione frammentata della proprietà Inter e della situazione finanziaria del club, mi sembra difficile che al momento arrivi qualcuno a sparigliare tutto. Anzi, sembra quasi che russi e arabi preferiscano investire in Francia e Inghilterra, piuttosto che in Italia. Dovremmo chiederci il perché.