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Dopo la sconfitta contro la Juventus, l'Inter di Simone Inzaghi si interroga sul futuro, ma anche su un passato che fin qui ha prodotto un campionato al di sotto delle aspettative d'inizio stagione, con 9 sconfitte in 27 partite. Un momento non facile, per i nerazzurri, che apre numerosi scenari anche relativi alla panchina: si fanno sempre più insistenti, infatti, le voci che vorrebbero un possibile ritorno a Milano di Antonio Conte. FCInter1908 ne ha parlato con l'ex calciatore dell'Inter Antonio Paganin.
L'Inter non è chiaramente più fluida come prima. La manovra non è sciolta, si vede che inizia a pesare l'obiettivo di restare fra le prime quattro squadre in campionato e questo non aiuta. Dall'altra parte ho visto una Juventus non bella ma terribilmente solida e non facile da affrontare. C'erano tante aspettative, ma secondo me non è stata una bellissima partita.
Sono difficoltà che avverto più in campionato che in Champions League, dove ho visto buone cose. Tutti hanno fatto apparire quello contro il Porto un turno facile, ma quella portoghese era una signora squadra. Ci sono due Inter: quella in campionato che, come le altre, ha subito il contraccolpo psicologico del grande cammino del Napoli e questo non permette di trovare la giusta adrenalina. In Champions, alle prese con una partita secca, l'Inter è più attenta, cinica. Probabilmente è merito del Napoli. Ma continuo a ritenere l'Inter una delle squadre più forti a livello nazionale.
Il rischio c'è per tutte, perché nessuna per ora ha un rendimento costante. C'è difficoltà a trovare continuità per aprire un gap. Non ho dubbi sulla forza dell'Inter: secondo me aveva l'organico migliore per dettare legge in campionato, ma questo non è avvenuto per merito del Napoli. Ma con il blasone non arrivi in Champions. Ci sarà una lotta serrata, senza contare tutto quello che potrà succedere fuori dal campo sul fronte Juventus.
E' un discorso di motivazioni. Quando fai fatica a trovare le motivazioni per andare a prendere chi ti è davanti, vai in difficoltà in partite contro squadre 'piccole'.
Penso che la società in questi due anni abbia già presente cosa abbia dato Inzaghi ed eventualmente cosa potrebbe dare. E' chiaro che una sconfitta ogni tre partite non è da Inter, onestamente. Non basta la Supercoppa, come non bastano i quarti di finale. Tra l'altro, il valore dell'Inter si è deprezzato al momento, visti i risultati. Trovarsi a -21 dalla prima in classifica non è da Inter. Sta alla società capire se cambiare e portare a Milano un altro profilo possa alzare il livello generale. Non è una cosa così scontata.
Per indole, non sono molto portato alle minestre riscaldate, pur riconoscendo il grande valore di Conte. Il calcio va avanti e si evolve, ci sono tanti allenatori molto bravi e che possono anche costare di meno, il che non è da sottovalutare. Un nome? De Zerbi resta in cima alle mie preferenze, per quello che ha dimostrato, per come valorizza il prodotto che ha a disposizione e per il calcio che fa esprimere alle sue squadre. Ha idee moderne e si è sempre aggiornato.
Per mio gusto personale: indipendentemente dall'annata non brillante, uno come Lukaku lo terrei, perché ha caratteristiche uniche nel suo genere. Ho ancora presente il giocatore di due anni fa e non mi faccio condizionare da una stagione influenzata da Mondiali e infortuni. C'è da trovare però un punto d'incontro con il Chelsea, il che non è facile.
Io avrei preso un'italiana, perché l'Inter ha battuto entrambe e avrebbe avuto un piccolo vantaggio dal punto di vista psicologico. Il Benfica è una squadra molto, molto, molto pericolosa. Gioca un calcio europeo, verticale, da prendere con le pinze. Certo, sono state evitare Manchester City e Bayern, ma questo fa sì che passare col Benfica sembrerebbe quasi un atto dovuto. Sarà un avversario difficile da affrontare, ci vorrà un'Inter con i fiocchi da affrontare.
Il derby avrebbe un fascino particolare, ma sarebbero entrambe bellissime sfide.
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