06:08 min

esclusive

ESCLUSIVA Savino: “Conte rinnovi! Con lui seconda stella. Zhang, chiacchiere a zero: ha…”

Marco Macca

Nicola Savino, conduttore e noto tifoso nerazzurro, ha condiviso con FCInter1908.it la sua gioia per lo scudetto dell'Inter

E' festa grande, una festa attesa 11 anni. Il vento tricolore che porta con sé l'emozione dell'unicità, del tempo che torna ciclicamente, ma che presenta elementi sempre nuovi, commuoventi. Di quelli da scolpire sulla pelle, nel cuore, da ricordare per sempre. L'Inter torna campione d'Italia e regala ai suoi tifosi una gioia straripante. Un fiume nerazzurro destinato a rimanere nella storia della società. Nicola Savino, conduttore e noto tifoso dell'Inter, ha condiviso la sua gioia con FCInter1908.it.

Ciao Nicola. Allora, finalmente l'attesa è finita. L'Inter è campione d'Italia. E' uno degli scudetti più belli per come è arrivato?

Uno scudetto dolce e amaro. Come tutte le gioie che capitano dopo il fatidico marzo 2020, c'è la questione Covid da affrontare. In questo caso vuol dire stare lontano dalla cosa che si ama. Per me, che sono uno che va allo stadio tutte le domeniche praticamente dal 1979, quando ero alle scuole medie, essere lontano dallo stadio è una sofferenza. Gioisco, godo, ma al contempo un po' soffro. Questo scudetto ha un contorno di amarezza.

Come hai festeggiato?

A casa. Ero fuori Milano e sono tornato in tempo per le 17 e, in barba alla scaramanzia, mi sono portato maglietta e sciarpa. Non è ancora il momento di andare fuori. Avessi fatto il vaccino, sarei andato fuori. Ma non era il caso.

Certo è che ha fatto certamente un bell'effetto vedere di nuovo le bandiere nerazzurre a Piazza Duomo...

Non solo, ma dal balcone di casa mia riuscivo a vedere una sfilata di tifosi e bandieroni. Sono belle scene, almeno non si vede solo il bianco e il nero.

Che posto occupa questo scudetto nel tuo cuore?

Il calcio è magico, perché non c'entrano moduli, VAR e il nome del calciatore, ma si parla della vita di ognuno di noi. L'ultimo scudetto che abbiamo vinto l'ho festeggiato da figlio, quando c'erano i miei genitori. Questo è il primo che festeggio davvero da padre. Negli scudetti ognuno riesce a specchiarsi e a riguardare la propria vita. E' per questo che, appena arrivato a casa, mi sono commosso. Ho ripensato a tutti gli scudetti, al primo del 1979-80, a quello del 1988-89, all'epopea di Mancini e al Triplete con Mourinho. Si parla di emozione. Siamo passati attraverso anni con giocatori non di primissimo livello, abbiamo avuto anni tremendi, non è stata una passeggiata di salute. In questi momenti, penso a chi sta in panchina, da Ranocchia a D'Ambrosio, ma anche ai veterani come Handanovic e Brozovic, che hanno visto varie fasi di questa Inter. Quando sono arrivati Zhang e Marotta, l'Inter si è definitivamente sistemata. Prima con Spalletti e poi con Conte, siamo arrivati in alto.

Quando hai capito davvero che sarebbe arrivato?

Nella partita contro la Lazio a San Siro. Lì, ho pensato che quella partita l'anno scorso l'avremmo persa. Poi, ovviamente, anche il derby di ritorno. Ho capito che chi veniva a Milano per affrontarci a viso aperto, si faceva male. E' diventato chiaro. Gli avversari hanno capito. Da lì in poi, ci sono tante partite con lunghe fasi di studio, sbloccate magari a pochi minuti dalla fine e tirate fino all'ultimo. Anche nel quarto d'ora finale della partita contro il Crotone, ero in piedi davanti alla tv.

Se dovessi fare un nome come simbolo di questa vittoria, chi sarebbe?

Chiaramente il mister. Ma non posso dimenticare che c'è un'azienda che nell'Inter ci ha messo tantissime risorse. A me piace l'atteggiamento di chi investe nel calcio e porta i migliori dalla propria parte. Gli Zhang l'hanno fatto con Marotta e Conte. Poi, a un certo punto, i soldi sono finiti. Ci sono valutazioni che vanno fatte. Il tifoso dimentica che il calcio non è un business redditizio. Se parliamo di giocatori, poi, penso che il non mercato di gennaio sia stato la nostra salvezza. Il fatto di aver trattenuto Eriksen e Perisic è stata la chiave verso lo scudetto.

Ti aspetti che Zhang possa restare ancora a lungo e investire dopo questa gioia?

Spero di sì, perché comunque ha fatto vincere l'Inter e anche molto velocemente. Le chiacchiere stanno a zero.

Questo scudetto è un punto d'arrivo o di partenza per aprire un ciclo dominante?

Mi auguro che sia un punto di partenza. Prendiamo il triplete: il senno di poi ci ha detto che l'errore è stato considerarlo un punto d'arrivo. Lì, forse, sarebbe stata necessaria una svolta, una rinfrescata. Noi abbiamo confermato tutti con orgoglio e sentimento. Ora, mi auguro che sia un punto di partenza.

Credi che Conte resterà a lungo insieme a Marotta?

Spero di sì, perché ci hanno fatto vincere entrambi. A settembre del 2019, la prima cosa che ho notato è stato l'aspetto fisico dei giocatori. Rispetto a quattro mesi prima, nell'ultima partita di Spalletti, avevano tutti 3-4 chili in meno, tirati a lucido, con facce scavate e con un chilometraggio maggiore nelle gambe. Questo vuol dire che non si lascia nulla al caso, che si curano i dettagli. E questa è una cosa non da poco.

La goduria per questo scudetto è ancora più grande visto che è stata proprio l'Inter a spezzare l'egemonia della Juventus?

E' uno scudetto speciale ed è speciale che il tuo avversario, che l'anno prima aveva un punto più di te, ora ne abbia 13 di meno. Questa è tanta roba. Abbiamo recuperato un gap che sembrava incolmabile. E invece ora siamo lì.

Sogni un giocatore per fare il salto di qualità anche in Europa nella prossima stagione?

Mi godo il momento e non penso a quello che potrà essere. Lo scorso anno vedevo dei limiti su alcuni giocatori. Quest'anno, invece, l'11 titolare non mi lascia grandissimi dubbi. Mi danno sicurezza, nonostante ci siano alcuni troppo criticati dai tifosi. Nel giro di un paio d'anni, per questione d'età, si dovrà guardare a un nuovo portiere. Ma Handanovic ha fatto parate straordinarie e ci ha salvato tante partite. Però, prima o poi, bisognerà cercarne necessariamente un altro. Forse, potremmo prendere un'alternativa a Perisic sulla sinistra. Ma, per il resto, vedo una roccia.

Un desiderio per il futuro dopo questo tricolore. La seconda stella?

Sarebbe bello, bellissimo. Sappiamo quanto è difficile, ma sappiamo che Conte non è abituato ad accontentarsi e ad avere sempre fame. Capisce prima dell'inizio della stagione i punti di forza e di debolezza. Io gli rinnoverei il contratto domani mattina.