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ESCLUSIVA Tiribocchi: “Due i simboli di questa Inter. Inzaghi? Tutto cambiato quando…”

Daniele Vitiello Redattore/inviato 

L'ex attaccante ha analizzato ai nostri microfoni il percorso e le ambizioni della squadra nerazzurra

Prima con un percorso netto dall'ultima sosta e intenzionata ad archiviare anche il discorso qualificazione in Champions League. L'Inter ha raggiunto uno status di maturità importante, confermato anche dalla vittoria nell'ostica trasferta contro l'Atalanta, in un campo sul quale molti lasceranno punti nel corso della stagione. Del momento dei nerazzurri abbiamo parlato con Simone Tiribocchi, proprio ex attaccante della Dea e oggi opinionista DAZN. Queste le sue considerazioni in esclusiva per Fcinter1908.it.

- Dalla vittoria di Bergamo si misura la consapevolezza di questa Inter?

“La consapevolezza sicuramente l’ha data la finale di Champions. Dodici sconfitte in un anno sono tante per una squadra come l’Inter, che si è rinforzata però in estate, contrariamente a quanto si poteva pensare, e lo stiamo vedendo. Io ad esempio non mi aspettavo che Thuram potesse incidere così tanto e da subito, è stata una bella scoperta. La vittoria di Bergamo è importantissima, ma tanto quanto quella con la Roma. Sono state partite diverse, in una hanno dovuto avere pazienza, mentre nell’altra è servito un atteggiamento diverso e anche capacità di soffrire in alcuni frangenti. L'Inter non si è intimorita contro l'Atalanta e quando ce n'è stato bisogno ha fatto capire di essere più forte. A livello di approccio, è la migliore squadra in Serie A. Se parliamo di consapevolezza, credo che Calhanoglu e Lautaro siano i simboli del livello raggiunto dalla squadra. I nuovi poi danno possibilità a Inzaghi di gestire al meglio le risorse".

- Calhanoglu autore del gol su rigore, ma anche dello straordinario filtrante per Darmian proprio nell'occasione che ha portato al penalty. Ora sembra addirittura un upgrade rispetto a Brozovic.

"Calhanoglu nasce trequartista, allontanato dalla porta da Inzaghi con grandissimo successo. Lo vede meglio li, io ero un po’ scettico perché aveva quei 4-5 gol che possono aiutare nell'economia della stagione. È uno dei più forti in assoluto, dal vivo capisci quanto aiuti i compagni e quanto sia importante anche in fase di non possesso. L'intuizione di Inzaghi è stata giustissima".


- Lautaro ha trovato finalmente la continuità realizzativa che inseguiva. E' da scarpa d'oro secondo te?

"Bisogna valutarlo. L’unico problema in passato è stata la sofferenza nei momenti di appannamento. Quel periodo in cui non segni arriva per tutti gli attaccanti, non solo a lui, dovrà gestirlo meglio di quanto fatto nelle scorse stagioni, continuando a pensare che è forte e che i compagni lo aiuteranno. Non deve sentirsi in difetto se una giornata non fa gol, perché resta leader e professionista esemplare. Quest'anno arriva per lui la prova del nove".

- Ti piace il calcio d'Inzaghi?

"L’Inter adesso mi piace molto. Prima non giocava molto bene, puntava su un gioco più fisico e si appoggiava su Lukaku. Ora ognuno sa cosa fare e lo spartito è cambiato. Io Inzaghi l’ho un po’ criticato lo scorso anno, non tanto per le sconfitte, ma perché in una partita magari puoi decidere di fare qualcosa di diverso rispetto al solito canovaccio. Con quel centrocampo poteva anche pensare, ad esempio, di tenerli tutti dentro una volta tanto. Quando è stato messo in discussione però ha reagito alla grande, continuando a lavorare, rilasciando le giuste interviste e guadagnando un sacco di stima dai suoi giocatori che gli stanno facendo fare un percorso netto".

- Chi inserisci nella lotta scudetto?

"Metto dentro Inter, Juventus, Milan e Napoli, non le romane. Il calcio di oggi è fatto di episodi, per cui se Osimhen ricomincia a far gol come l'anno scorso anche il Napoli torna su. Il Milan ha un allenatore fortissimo e può dare fastidio all'Inter, che però rimane la più completa. Due anni fa i nerazzurri hanno perso lo scudetto per lo scontro diretto nel derby, l'anno scorso il Napoli ha fatto una cavalcata straordinaria, questo invece può essere davvero l'anno giusto".


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