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ESCLUSIVA Vanni: “Skriniar ora parli in campo. Bastoni e Calhanoglu? Dall’Inter mi dicono…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato il giornalista di Repubblica Franco Vanni per fare il punto sull'Inter a due giorni dal derby contro il Milan

Archiviato il mercato di gennaio (non senza strascichi) e la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, l'Inter di Simone Inzaghi si è già tuffata nella missione derby. Domenica sera c'è una partita, quella contro il Milan, da non sbagliare. Per dare continuità, certo, ma anche per dare una bella spallata ai cugini nella corsa a un posto nella prossima Champions League. Il tutto mentre, sull'onda lunga di quanto accaduto nelle ultime settimane sul fronte Skriniar, ci si chiede quale sarà l'accoglienza di San Siro per lo slovacco alla sua prossima partita in maglia Inter. Ne abbiamo parlato con il giornalista di Repubblica Franco Vanni, approfittando della ristampa de "I miei colpi di testa" (Baldini & Castoldi), libro sulla vita, calcistica e non, di Aldo Serena, a cui Franco ha contribuito.

"I miei colpi di testa", scritto con Aldo Serena, va in ristampa. Una gran bella soddisfazione.

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Sono contentissimo, il riscontro che abbiamo sul libro è molto buono. Ci sono tante persone che ci scrivono entusiaste dopo aver letto la storia di Aldo e la storia del calcio di quegli anni, che era un calcio molto diverso da questo, più affascinante. Ma credo che il successo del libro sia anche dovuto al fatto che Aldo è una bravissima persona e sa raccontare il calcio in termini umani.

Serena è l'immagine di un calcio che non c'è più, fondato su valori antichi ormai persi per strada. Lo abbiamo visto anche di recente con Skriniar...

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Oggi, ahimè, i tifosi devono abituarsi all'idea che c'è la maglia, ma che i giocatori vanno e vengono. Tranne alcuni casi rari, vedi Dimarco all'Inter e Tonali al Milan, non essendo la Serie A un campionato ricco, è assolutamente illusorio pensare che i campioni possano iniziare e finire la carriera in una sola squadra. Innanzitutto, il tifoso deve educarsi all'idea di non affezionarsi troppo. Una volta, i giocatori che venivano nel nostro campionato facevano di tutto per restarci, ora invece è diverso. E' anche legittimo che un giocatore, arrivato all'apice della sua carriera, voglia andare in un campionato dove si guadagna di più e si gioca meglio a pallone. Skriniar ha fatto una scelta legittima, poteva solo evitarsi alcune dichiarazioni pubbliche come quella di Plzen a settembre. Prima di fare certe dichiarazioni, meglio contare fino a 100.

Quella dello slovacco con l'Inter è una bella storia d'amore finita nel peggiore dei modi. Ti aspetti che il giocatore spieghi la sua scelta?

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Che io sappia, il giocatore ha già parlato con la Curva Nord, che rappresenta una minoranza del tifo interista. Credo che gli ultras non lo fischieranno. L'estate scorsa erano stati molto aggressivi nelle loro dichiarazioni, quando c'era la possibilità che Skriniar fosse venduto a 50 milioni, inspiegabilmente ora che andrà via a zero sono molto più accomodanti. Dagli altri settori penso che qualcuno lo fischierà ma non sarà la maggior parte di San Siro a farlo, perché i tifosi capiscono che, indipendentemente da tutto, è sempre un danno che si fa alla squadra. Per quanto riguarda eventuali messaggi social, mi aspetto più che altro che parli con i piedi: contro l'Empoli ha fatto malissimo, due gialli non da lui. Evidentemente era poco concentrato, influenzato dal mercato. Ora invece può tornare a giocare ai suoi livelli, le frasi social lasciano il tempo che trovano.

Giusto schierarlo titolare già nel derby?

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Secondo me sì, certo. Lo responsabilizzi e lo fai giocare lì, dove agirà un cliente scomodo come Leao. Il modo migliore per lasciarsi alle spalle questa telenovela.

A proposito, che Inter-Milan ti aspetti?

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L'Inter ha subìto 26 gol in questo campionato, il Milan 29. Dunque, hanno due difese assolutamente traballanti. Per contro, però, hanno due attacchi fortissimi. Non mi aspetto dunque uno zero a zero.

Ieri è arrivata l'ufficialità del rinnovo di Darmian, i prossimi dovrebbero essere Bastoni e Calhanoglu. A che punto siamo?

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Ogni volta che chiediamo all'Inter, ci rispondono che c'è grande ottimismo su tutte le trattative di rinnovo aperte. Non serve, però, come abbiamo visto, questo basta. Da quello che so, sono trattative ben instradate. Anche quella di Skriniar, però, lo sembrava. Quindi, meglio non sbilanciarsi.

Inzaghi ha subìto molte critiche, nonostante un trofeo già portato a casa e il fatto che l'Inter sia ancora in corsa in tutte le competizioni. Cosa prevale nell'analisi della stagione: gli aspetti positivi o il -13 dal Napoli?

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Io do un giudizio estremamente positivo alla stagione di Inzaghi e dell'Inter. I nerazzurri sono agli ottavi di Champions, hanno vinto la Supercoppa Italia, sono in semifinale di Coppa Italia e sono secondi in campionato. Certo, dispiace vedere l'Inter così distanziata, ma davvero mai come questa volta possiamo farne un discorso di episodi: Calcolando i punti persi contro Empoli e Monza, l'Inter avrebbe potuto avere già cinque punti in più in classifica. Vero che l'Inter ha perso qualche partita di troppo, ma il giudizio resta molto positivo. Non dimentichiamo che Inzaghi non ha praticamente mai avuto a disposizione Lukaku e Brozovic quasi mai. Senza contare che ha ereditato una squadra che Antonio Conte aveva definito 'troppo scarsa' per poter vincere qualcosa. Bisogna sempre mettere tutto nel quadro prima di dare giudizi.

La prossima sarà un'altra estate di sacrifici sul mercato per l'Inter. Frustrante per Marotta e Ausilio lavorare così?

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Fare mercato così non deve essere facile: avere budget zero e senza la possibilità di investire tutto il ricavato delle cessioni non è il modo più facile per lavorare. Ma la verità è che in Serie A sono messi un po' tutti così. Quando hai un po' da spendere, perciò, devi farlo con grande oculatezza: l'ultima spesa grossa che ha fatto l'Inter è stata Correa, il cui rendimento è chiaramente insufficiente.

Si parla della cessione di uno o due big. Partiranno Dumfries e Brozovic?

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Vivere nella pretesa che la Serie A sia ancora quella di fine anni '90 genera solo frustrazione, tanto vale adattarsi al calcio moderno. I giocatori, se sono forti, prima o poi salutano. Non sono così convinto che partiranno due big, ma se dovessero partire quei due potrebbero essere due nomi giusti. A parte Lautaro Barella e Dimarco, che oltre a essere fortissimi sono diventati anche dei simboli dell'Inter, per quanto riguarda gli altri, meglio abituarsi al fatto che se arrivano offerte sostanziose ormai i giocatori non rinunciano.