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Eto’o: “Ecco perchè ho realizzato un sogno”

Alessandro De Felice

È l’unico calciatore ad aver conseguito il triplete per due volte consecutive, avendo vinto campionato, coppa nazionale e Champions League con il Barcellona (2008-2009) e con l’Inter (2009-2010). Samuel Eto’o numero uno lui lo...

È l'unico calciatore ad aver conseguito il triplete per due volte consecutive, avendo vinto campionato, coppa nazionale e Champions League con il Barcellona (2008-2009) e con l'Inter (2009-2010). Samuel Eto'o numero uno lui lo è da sempre, non potrebbe non esserlo in questo momento: campione di tutto e assoluto bomber nerazzurro con all'attivo 24 gol in 27 partite dall'inizio di questa stagione. L'attaccante dell'Inter inaugurerà l'edizione 2011 del "Chiambretti Night" in onda domani sera su Canale 5 dalle ore 23.30.

www.inter.it vi propone una sintesi della lunga chiaccherata tra l'attaccante camerunese e Piero Chiambretti, attraverso le anticipazioni raccolte dai giornalisti presenti che hanno innanzitutto assistito alla proposta di Eto'o al conduttore di Mediaset: la sua maglia dell'Inter per quella del Torino, squadra del cuore proprio di Chiambretti che, sciolto il ghiaccio, ha sollecitato il racconto dell'attaccante con la verve che da sempre lo contraddistingue. Passato, presente e futuro nei ricordi del leone camerunese, divenuto oggi tra i più ricchi giocatori del mondo, ma non solo in termini di denaro: "Sono più ricco non per il soldi, ma perché ho realizzato il mio sogno. Dio ha voluto che io facessi quello che voglio e ho vinto tanto. Pochi bambini neri hanno la mia fortuna ora, ma stiamo lottando perché molti di più abbiano questa opportunità. La mia fondazione e quella di Drogba si stanno impegnando per questo".

Un sogno divenuto realtà grazie anche ai tanti allenatori che hanno attraversato, e segnato, la carriera di Eto'o: "Capello mi ha fatto lavorare molto e sodo. Ci allenavamo di pomeriggio e mi diceva 'questo non lo fai bene, fallo meglio'. Dopo qualche anno mi ha detto ' l''ho fatto perché sapevo dove potevi arrivare'. Pep (ndr.: Guardiola) è un grande allenatore. Abbiamo avuto come in ogni squadra dei diverbi, ma quando sono andato via Barcellona non avevo rimorsi per quello che avevo fatto, né in campo né fuori. Fastidio alla richiesta di Mourinho di fare il terzino? Quando me lo ha chiesto, ci ho provato ed è andata bene. La visione di Mourinho nell'Inter è stata diversa dagli altri. Lui è un numero uno e lo ha dimostrato". E se gli si chiede se anche lui ha "fatto la festa" a Benitez, Eto'o risponde con chiarezza: "Io non potevo fargliela perché Benitez quando avevo 17 anni lo conoscevo dal Real". Si arriva all'attualità e a Leonardo: "Non posso parlare di lui come allenatore perfchè siamo solo all'inizio - continua l'attaccante -. Ha fatto bene al Milan e gli auguro di far bene anche all'Inter. È una brava persona".

Si parla di tutto, con Eto'o che sorride come sempre, anche quando confessa che: "Mi fa paura l'acqua perché non so nuotare e i cani perché con un cane ho avuto una brutta esperienza e mi ha rotto un ginocchio". Brutte esperienze, e viene in mente quella volta che a Saragozza, offeso per motivi razziali doveva lasciare il campo: "È stata una brutta situazione. Non capisco come si possa pagare un biglietto per vedere una scimmia che gioca. I miei compagni mi hanno detto: dimostra che sei migliore e due minuti dopo quell'episodio ho segnato. A Saragozza non ho più giocato perché non meritavano di vedermi".

Di gol ne ha fatti tanti e ognuno di questi è stato seguito da esultanza tutte particolari, il cui significato però non va svelato: "Ci sono delle leggi: le cose dello spogliatoio non escono da lì. Non dico perché esulto così, mi spiace, ma chi scopre perché esulto così, lo invito a vedere il derby. Non c'entra il razzismo e non lo faccio perché è un porta fortuna". Esultanze che lo vedono sempre protagonista con Marco Materazzi: "Vieira dice che Marco è un fesso? Io rispondo che se sono all'Inter dico grazie a lui".

Al termine della registrazione, Eto'o ha poi voluto precisare che la traduzione in studio non era stata corretta e alla domanda "Chi ha fatto la festa a Benitez?", lui ha risposto soltanto che "lui non avrebbe potuto farla perchè lo conosceva da quando aveva 17 anni al Real Madrid".