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Cominciamo da una premessa: l'Inter è in una posizione di forza, perché non ha nulla da perdere. I nerazzurri hanno già programmato il futuro senza l'apporto di Samuel Eto'o, per cui l'eventuale niet russo non sposterebbe una virgola nei progetti interisti. Nella vicenda Eto'o, i nerazzurri sono al massimo spettatori interessati. L'idea è del giocatore, la risposta sarcastica dell'Anzhi ("Moratti così vuole tenere calma la piazza") è assolutamente male indirizzata, perché Moratti e l'Inter non hanno fatto proprio nulla, se non alzare la cornetta quando è comparso il numero di Eto'o.
Eventualmente l'Anzhi dovrebbe parlare con Eto'o e chiedersi magari come mai la sua stella dopo due mesi di Daghestan già pensa ad un inverno lontano dalle tournee europee dei suoi compagni. La risposta, parlando di un campione affamato di vittorie come Eto'o, vien da sé ma evidentemente in Daghestan preferiscono fare spallucce e prendersela con l'obiettivo sbagliato.
"La reazione dell'Anzhi è stata molto aggressiva", ha detto Massimo Moratti, e conoscendo la pacatezza dei giudizi del presidente, il termine "aggressiva" sembra un sinonimo di fuori luogo.
Il progetto Eto'o in versione Beckham sembra poter essere naufragato sul nascere, a meno che il camerunese non riesca a lavorare ai fianchi i russi da qui a gennaio, convincendoli che per l'obiettivo Champions (ammesso che riescano ad entrare nella parte nobile del tabellone della Russian Premier League) è meglio per lui tenersi in forma con partite vere.
Trattasi, evidentemente, di una questione interna. L'Inter, nel caso in cui Eto'o dovesse avere successo, valuterebbe la situazione e poi deciderebbe. Ma attribuire all'Inter la tessitura di questa trama significa voler mistificare. E' Eto'o che ha manifestato "voglia di Inter". Se questo in Daghestan dà fastidio possiamo anche capirlo. Ma dire che "l'Inter senza Eto'o è persa" (come ha affermato il direttore generale dell'Anzhi) ci sembra azzardato, nonostante la partenza horribilis della squadra nerazzurra, con lo spauracchio della serie B fatto sventolare un po' troppo frettolosamente.
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