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Euroderby, ecco il piano Inzaghi. Tante cose dette sul tecnico, una è sicuramente sbagliata

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I nerazzurri partono con un vantaggio di due gol, ma saranno vietati i cali di concentrazione

Domani l'Inter scenderà in campo nell'atteso ritorno della semifinale di Champions League. I nerazzurri partono con un vantaggio di due gol, ma saranno vietati i cali di concentrazione e questo Simone Inzaghi lo sa. "Il risultato è scivoloso, nel senso che il margine è ampio e crea una zona di confort in una serata dove non è consentito alcun rilassamento. Perché basta un gol subìto per entrare in affanno psicologico. Quindi Simone Inzaghi ha ben chiaro il piano di atterraggio a Istanbul. Ripartire davanti al proprio pubblico come se si cominciasse da 0-0 e aggredire il Milan esattamente come all’andata", sottolinea il Corriere della Sera.

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"L’Inter non vuole assolutamente trovarsi nelle scomode condizioni di dover rincorrere, anche se nelle ultime settimane di grazia ha vinto anche in rimonta, contro la Lazio, cosa che addirittura non le riusciva da fine gennaio a Cremona. In Champions la squadra di Inzaghi non ha subito gol sette volte su undici e — a parte le due sconfitte nette con il Bayern — è andata in svantaggio solo al Camp Nou, rimontando e poi facendosi raggiungere sul 3-3. È stata quella la sera che ha sbloccato l’Inter nella prima parte di questa stagione così pesantemente condizionata dal Mondiale e le ha dato quella autostima di cui Inzaghi ha parlato alla vigilia del derby".

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"Fino a un altro 3-3, quello con il Benfica, il metodo Inzaghi ha funzionato per lo più in Champions e Coppa Italia, nelle partite senza un domani. Ma dove quasi tutti vedevano un muro l’allenatore vedeva un modo per scavalcarlo. Marotta ha spiegato che alcuni momenti di durezza da parte sua sono stati necessari per tirare fuori il massimo da Inzaghi e dai giocatori. Una specie di terapia d’urto per motivare un gruppo poco incline a trovare gli stimoli contro le cosiddette provinciali".

"Alla fine ha fatto bene all’Inter e al suo allenatore, uscito corazzato dai momenti più delicati, nei quali ha sofferto forse più del necessario. Anche per una certa mancanza di comunicativa che finisce per penalizzarlo e farlo mostrare in qualche modo remissivo quando invece non lo è. Tra le tante cose dette e scritte quella sicuramente sbagliata riguarda il rapporto tra Inzaghi e la squadra. Non è vero che aveva perso la presa sul gruppo. Figuriamoci se può farlo ora, a un passo da un viaggio che nessuno dei nerazzurri ha mai intrapreso in carriera".

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