- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
esclusive
Il Coronavirus ha calpestato le nostre abitudini e le passioni più care. In un periodo difficile come questo, anche il mondo del calcio - con tempismo più o meno discutibile - si è fermato. Tutti in quarantena, nella speranza di poterne uscire prima possibile, per preservare la salute, che rimane il bene principale di ciascuno. Per parlare di quanto sta accadendo in Italia e non solo, abbiamo intervistato - in esclusiva per Fcinter1908.it - Francesco Facchinetti, noto tifoso nerazzurro.
- La Uefa ha comunicato solo la settimana scorsa la sospensione delle competizioni. Decisione che poteva essere presa prima...
"La decisione della Uefa doveva assolutamente essere presa prima. Sapevamo in che modo il virus si sarebbe propagato, considerando quanto accaduto in Cina. Non ho capito perché nel calcio non siano intervenuti con il giusto tempismo. Io organizzo concerti, avevo staccato 250 mila biglietti per vari eventi, ma ho annullato tutto per primo. Questo tre settimane fa. Ci hanno detto di programmare i concerti da metà maggio in poi, non capisco perché nel calcio no. Bisognava fermarle prima tutte le partite".
- Anche in Italia c'è stata molta incertezza prima di arrivare alla sospensione del campionato. Ti aspettavi un tempismo e una sensibilità maggiore da parte delle istituzioni?
"Anche da noi serviva una sospensione immediata del campionato. Ho letto il post di Petagna, un sacco di persone nei commenti gli chiedevano di giocare perché pagato: non capiscono che il pericolo è per tutti, non solo per quelli che giocano a calcio. Preparatori tecnici, magazzinieri, baristi dei centri sportivi: sono tutti preoccupati perché i calciatori sono in contatto con tante persone. Nessuno è immune al Coronavirus. E' sbagliato che chiunque vada a lavorare".
- Nelle scorse settimane Steven Zhang si è scagliato duramente, e non una volta, contro il presidente della Lega Serie A. Condividi il suo sfogo?
- La speranza è che tutto possa ripartire prima possibile. Nel caso in cui la Serie A dovesse riprendere, quale credi sia la soluzione migliore tra quelle paventate per portare a termine il campionato?
"Io ho fatto quindi anni di Curva. Vedo circa venti partite di calcio alla settimana. Non sono un amante, di più. Sul braccio ho tatuato la vittoria del Mondiale del 2006. Detto questo, non me ne frega assolutamente nulla in questo momento. Conosco persone affette da Coronavirus e conosco persone che sono morte di Coronavirus. Capisco il giro di interessi, ma in questo momento non mi interessa assolutamente. E se l'Inter fosse prima a 20 punti dalla seconda non cambierebbe assolutamente nulla. La vita degli uomini vale molto più di uno scudetto".
- Ti senti di fare un ulteriore appello alla responsabilità?
"L'appello è un po' quello che fanno tutti. Vorrei chiedere a chi leggerà questa intervista di informarsi sul tema del Coronavirus e non dare nulla per scontato. Se tutti avessimo letto di più e guardato quello che è successo in Cina, probabilmente la situazione non sarebbe degenerata come invece sta accadendo. Siate intelligenti, perché l'ignoranza fa più danni del virus. Non stiamo parlando della vita di qualcuno che non c'entra niente con noi, ma parliamo di quello che potrebbe succedere in casa di ciascuno di noi".
© RIPRODUZIONE RISERVATA