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Fair Play Finanziaro, l’Inter ce l’ha fatta: abbattuti debiti e monte ingaggi

Daniele Mari

Nel 2009 l’Inter aveva un bilancio che faceva segnare un passivo di 154 milioni di euro. Due anni, e sei trofei dopo, i nerazzurri hanno ottenuto una vittoria che per Massimo Moratti vale quanto uno scudetto. Il rosso di bilancio della...

Nel 2009 l'Inter aveva un bilancio che faceva segnare un passivo di 154 milioni di euro. Due anni, e sei trofei dopo, i nerazzurri hanno ottenuto una vittoria che per Massimo Moratti vale quanto uno scudetto. Il rosso di bilancio della società, infatti, è stato letteralmente abbattuto, grazie a cessioni geniali (quella di Ibra) e ad una competitività mai venuta meno, che ha consentito un aumento degli introiti, soprattutto nella stagione del triplete.

Nell'autunno del 2009 il bilancio era in perdita per 154,4 milioni. Grazie alla plusvalenza di 53 milioni di euro relativa a Ibra (ma in totale quell'anno le plusvalenze hanno toccato quota 73 milioni) nell'autunno del 2010 il passivo era sceso a 69 milioni.

Nel prossimo autunno il bilancio godrà delle plusvalenze di Balotelli (22 mln) e Burdisso (7,6), con il passivo che scenderà di altri 10-15 milioni di euro, attestandosi a 55/60 milioni.

Ma è nell'ottobre del 2012 che l'Inter vedrà premiati i suoi sforzi. Con le cessioni di Eto'o 810 mln di plusvalenza) e Santon (almeno 4,5), il rosso di bilancio arriverà a non più di 20-30 milioni. Con le regole del Fpf, tra l'altro, non sarà tollerato un rosso superiore ai 45 milioni nel triennio 2011-2014.

Ma il futuro è ancora più roseo per quanto riguarda il monte ingaggi. Nel 2012, infatti, l'Inter non avrà più a bilancio i 20 milioni lordi di Samuel Eto'o, ma anche i 7 di Suazo (3,5 netti), i 5 di Muntari (2,5 netti) e i 4 di Materazzi (2 netti).

E poi ci sono i contratti in scadenza il prossimo giugno, come quelli di Chivu (9 lordi), Samuel (oltre 7 lordi) e Cordoba (6,5). In questo caso, anche in presenza di un rinnovo, gli ingaggi dei tre saranno rivisti al ribasso.

Massimo Moratti può sorridere. In due anni di vittorie continue è riuscito nella sua impresa più difficile: rendere l'Inter una società virtuosa dal punto di vista del bilancio, mantenendola comunque ad alti livelli di competitività.