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Al di la delle considerazioni personali di ognuno, che se vogliamo possono lasciare giustamente il tempo che trovano, proviamo ad analizzare qualche dato che sicuramente può dare delle indicazioni più oggettive.
La squadra di Conte è prima nella classifica per gol segnati (63) con una media di 2.42.
Alle spalle subito l‘Atalanta con 60 gol, poi Napoli 55 e Juve e Roma con 51.
È prima nella classifica degli assist: 41. Davanti ad Atalanta (40), Juve (38) e Roma (35).
Prima in quella dei cross utili: 154. Davanti Lazio (126), Fiorentina (124), Samp (120.
Sempre prima per chilometri percorsi: 112.925. davanti alla Lazio (112.305), Napoli ( 111.899) e Parma ( 110.975).
Ancora prima per gol di testa: 12. Insegue la Juve con 8 alla pari di Samp e Udinese.
È la seconda miglior difesa con 25 gol subiti alla spalle della Juve (21).
Non ultimo, è la migliore per differenza reti.
Eh si, perché l’Inter in vetta dà fastidio, tanto, tantissimo. Ma si vede. Eccome se si vede. In questi anni ci hanno insegnato che in Europa bisogna tifare sempre per le italiane, che bisogna rispettare le decisioni degli arbitri peccato che poi quando tocca gli altri non vale più. Adesso scopriamo anche i moralisti societari, quelli che ’l’Inter va spedita in Serie C perchè non paga gli stipendi!’.
Ancora stiamo aspettando notizie sul misterioso ex presidente del Milan che ha ‘investito’ circa 700 mln di euro salvo perderli incredibilmente e passare la mano. Così come nulla fosse. Chi non prende 700 mln per ‘investirli’ a fondo perduto per un club di calcio e perderlo come se nulla fosse? Eppure è già passato in cavalleria. Pazzesco.
Perché l’Inter gioca male, perché l’Inter è fortunata, perché l’Inter fa catenaccio. Perché l’importante è sminuire sempre e comunque. Mai un merito, mai una parola buona da parte dei non interisti. Sarebbe bello poter fare uno studio e scoprire quante volte si è scritta ed accostata la parola ‘fallimento’ all’Inter per l’eliminazione dalla Champions o per l’eventuale mancata vittoria dello scudetto. Perché l’Inter non si sa per quale motivo è sempre obbligata a vincere qualcosa altrimenti è fallimento (?!?).
Perché la Juve che esce per tre anni di fila dalla Champions con squadre di gran lunga inferiori è solo sfortuna, o colpa degli arbitri. E non è una barzelletta. Eppure non ci sono titoloni, non ci sono lectio magistralis sull’allenatore o su Cr7 o comunque su una società che in estate ha investito come nessun altro e che ha preso il portoghese per vincere la Champions.
Eh ma vuoi mettere se Conte perde lo scudetto? Con i suo 12 dico 12 milioni di stipendio? Ragazzi 12 mica 31 come CR7! Nessun titolone di vergogna, perchè? Per non parlare di Eriksen che entra in campo e gioca con il coltello tra i denti.
Invece che analizzare il lavoro fatto da Conte e dal suo staff e rimarcare la bravura del calciatore che finalmente ha capito che in Italia serve giocare in un modo diverso la considerazione più banale e diffusa è stata: “Ma come si poteva tenere uno così in panchina?”.
Omettendo che l’Eriksen di oggi è il fratello di quello visto fino a qualche mese fa. Perché quelli degli altri migliorano ma quelli dell’Inter no. C’è sempre l’accezione negativa, ma se lo dici sei un piangina interista. Vale un po’ come le lamentele con gli arbitri: se lo fanno gli interisti ti insegnano che devi rispettare le decisioni dell’arbitro, ma se capita agli altri puoi fare qualunque cosa perché è lesa maestà.
L’unica cosa certa è che in questi mesi Conte, il tanto vituperato Conte ha imparato cosa vuol dire allenare l’Inter. Cosa vuol dire avere tutti contro, cosa vuol dire convivere con attacchi che arrivano da ogni dove e perché no compreso il fuoco amico. Perché gli altri son sempre più bravi, perché gli altri giocano meglio e sono maestri di calcio, poi giocano con l’Atalanta e serve il pallottoliere per contare i gol subiti, ma l’importante è sminuire e svilire la vittoria dell’Inter puntando sul catenaccio interista.
Non avendo altro a cui attaccarsi. Ma si va avanti a testa bassa, il gruppo c’è e si vede e nessuno dalle parti di Appiano Gentile si è montato la testa come peraltro potete notare dai social dei ragazzi. Nessuna foto, nessun post fuori luogo, una disciplina che raramente avevamo visto anche sotto questo punto di vista negli anni scorsi, segno incontrovertibile di una metamorfosi profonda effettuata dal tecnico che è entrato anima e corpo dentro la squadra.
È servito del tempo ma il sacrificio alla fine paga e la prestazione contro l’Atalanta ha messo in luce il valore di un gruppo straordinario che mentalmente si è reso impermeabile a tutto il terremoto societario che c’è in atto e nessuno può e vuole nasconderlo. C’è, esiste e la speranza è che si risolva al più presto.
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