Lo staff? Premetto che oggi sono qui e deve fare capire chi è Simone Inzaghi: non ha cali di voce, ha voluto mettere me come secondo in prima linea, dice che è giusto che ci prendiamo i complimenti. Lo conoscete bene, sono anni che lavoriamo insieme: siamo rodati, discutiamo animatamente e quello che si è visto quest'anno è la chiusura di un ciclo ma solo nel gioco perché noi siamo convinti che questa squadra possa lottare ancora a lungo per grandi traguardi.
Gavettone di Pavard? Sarà punito severamente (ride, ndr). Noi cerchiamo di creare il clima giusto, quest'anno siamo stati fortunati perché abbiamo perso giocatori importanti ma sono entrati ragazzi che si sono fatti voler bene da subito: è stato un piacere quotidiano andare al campo a lavorare. Il piacere di condividere tutti i momenti, ci siamo divertiti tanto e il merito è dei ragazzi. Le colpe passate ce le siamo divise equamente: Simone spesso è stato in prima linea, ha ricevuto forse troppe critiche ma è capace in questo. L'anno corso ci dicevamo che eravamo l'Inter, avevamo un valore e non potevamo perdere come stavamo facendo: da lì è cominciata la cavalcata ed è nata la meravigliosa stagione di quest'anno.
Demone Inzaghi? Se vogliamo prenderlo in giro lo chiamiamo così, ogni tanto anche i giocatori: è il nostro condottiero, ha tenuto la barra dritta in momenti difficilissimi. Sa benissimo cosa vuol dire, oggi siamo ripagati di tutto e riusciamo a gustarci di più quello che è successo nei due anni precedenti: chi è nel calcio gode di meno delle vittorie rispetto a quanto soffre nelle sconfitte. La sconfitta ti rimane dentro, invece ora dobbiamo essere bravi a goderci il finale di campionato".
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