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Se l’avesse fatto Messi? Inter, il capolavoro di Barella oscurato da certa narrazione

Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Giusto tornare sulla perla incastonata dal centrocampista nerazzurro al Maradona: probabilmente il gol più bello del campionato

L'ultimo turno di campionato si è chiuso tra mille polemiche. Molte delle quali, piuttosto sterili. Alcune perfino deliranti. E' il risultato di un modo di seguire il calcio che ci sta allontanando dalla sua essenza. Si sofferma su questo anche Alessandro Vocalelli nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport: "Stretti tra mille polemiche, a volte furiose su arbitri e Var, c stiamo perdendo il bello del calcio. Già, perché sarebbe giusto - naturalmente - concentrare le nostre attenzioni ANCHE su episodi discutibili e dubbi. Ma il problema è che spesso si parla SOLO di questo, trascinati dalle dichiarazioni dei protagonisti, che finiscono per impacchettare un prodotto con il fiocco sbagliato".

Gran parte dell'attenzione mediatica è stata su Napoli-Inter. Ma si è parlato quasi esclusivamente dell'arbitro: "Eppure in Napoli-Inter, ad esempio, è successo anche qualcosa di più. Intanto è stata una bella sfida, con il Napoli punito dal risultato in maniera eccessiva: perché la squadra di Mazzarri è stata pienamente in partita, e anche di più, per un tempo, fallendo anche per un pizzo di sfortuna la possibilità di passare in vantaggio. Poi l’Inter ha confermato tutta la sua potenza, nei singoli e nel collettivo".

Questo perdendo di vista la bellezza di certe giocate. Una in particolare: "Si è perso e non è stato abbastanza celebrato un gesto tecnico che non è un’esagerazione - parere personale - definire sublime. Il gol di Barella", che Vocalelli definisce come "qualcosa che senza esagerazione appartiene ai grandi del calcio. Lo avesse fatto Messi, giustamente, saremmo andati a recuperarlo attraverso i circuiti internazionali".

Quello del folletto nerazzurro è stato un vero capolavoro: "Concentrato straordinario di tecnica e freddezza, due doti fondamentali. Perché è complicatissimo fare uno stop orientato con un pallone che arriva in orizzontale, è ancora più complicato saltare due avversari nello spazio di un metro dentro l’area di rigore - che è un terreno in cui tutto si pensa e si decide in una frazione di secondo - ed è pazzesco avere la lucidità di metterlo quasi dolcemente sul primo palo. Roba da far spellare le mani. Però, come detto, ne abbiamo parlato pochissimo. Forse perché, di mezzo, stavolta non c’erano arbitro e Var".



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