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Erick Thohir ha più volte indicato la strada maestra, quella da seguire con perseveranza fino al raggiungimento dello scopo: ”Non possiamo bruciare le nostre risorse, mai più errori come quelli commessi in passato. Dobbiamo puntare sulla valorizzazione dei nostri giovani”.
Ibrahima Mbaye, ragazzo senegalese del 1994, è proprio l’esempio lampante a cui fa riferimento il nuovo presidente nerazzurro. Giunge all’Inter a sedici anni, si aggrega immediatamente agli Allievi per essere successivamente confermato nella Primavera di Andrea Stramaccioni. Con le giovanili dell’Inter gioca da protagonista, vince e soprattutto cresce in maniera esponenziale, tanto da guadagnarsi l’esordio in Europa League contro l’ Hajduk Spalato. Correva l’anno 2012 e il ragazzo aveva appena 18 anni.
Spedito a farsi le ossa a Livorno, il ragazzo colleziona 25 presenze, condite da due gol e due assist. Mezza Serie A gli mette gli occhi addosso e per lui arrivano interessamenti anche dall’estero. La valutazione del suo cartellino lievita fino a sfiorare i dieci milioni di euro, un’immensità se consideriamo l’ingaggio del ragazzo: circa 650.000 euro.
Finita l’esperienza toscana, l’Inter decide di farlo partire per il ritiro di Pinzolo. La musica non cambia, Ibra risulta tra i migliori: non salta un allenamento, si misura senza paura e sigla la rete della vittoria nell’ultimo match amichevole. “Cosa vuoi che sia un gol contro il Prato”, qualcuno potrebbe legittimamente pensare, ma vi siete domandati quante critiche si sarebbero abbattute su Mazzarri senza quel gol di Mbaye? Non poche, conoscendo l’ambiente sarebbero piovuti veri e propri meteoriti verso il lavoro svolto, con ampi richiami alla scorsa stagione.
La situazione di mercato: nonostante tutto, il destino di Mbaye dovrebbe essere già scritto, soprattutto dopo l'arrivo di Dodò dalla Roma: prestito. L’ennesimo.
A pensarci bene la situazione è abbastanza paradossale, soprattutto se consideriamo gli attuali esterni della squadra nerazzurra. Escludendo Dodo, giovane e di prospettiva, gli altri sono: D’Ambrosio, Jonathan, Nagatomo. Con tutto il rispetto non Cafu, Roberto Carlos e Brehme. Inoltre, si parla tanto di difesa a quattro, modulo che tra l'altro si addice a Mbaye molto più che ad altri esterni a disposizione di Mazzarri.
Ricordiamo l’anno di nascita di questo ragazzo; 1994. Vent’anni e già abituato alla Serie A, a 18 si affacciava in Europa. Nessuno degli altri laterali può vantare un percorso simile.
Al termine della tournée americana, con molte probabilità, Ausilio penserà a dove smistare il ragazzo, ma questa volta le cose potrebbero complicarsi. L’entourage del calciatore, secondo quanto appurato da Fcinter1908.it, non vede affatto di buon occhio l’ennesimo prestito e potrebbe porre l’Inter di fronte a due scelte. Entrambe molto dolorose.
La prima ipotesi è che venga chiesta la cessione dell’intero cartellino, nel caso l’Inter opponesse resistenza, potrebbe aprirsi un’altra strada: il calciatore subirebbe il prestito ma poi potrebbe far valere l’articolo 17 e svincolarsi dall’Inter con un ridicolo indennizzo. Tale articolo permette a tutti i calciatori che abbiano firmato accordi prima del raggiungimento del 28esimo anno di età, di svincolarsi tre anni dopo.
Affinché l’articolo 17 possa effettivamente essere ritenuto valido, il calciatore che intende esercitarlo ha tre obblighi: comunicare alla propria società di appartenenza le intenzioni di svincolarsi avvalendosi del suddetto articolo, entro 15 giorni dall’ultima partita giocata; pagamento di un indennizzo (che nel caso di Mbaye si aggirerebbe intorno ai 700.000 euro); obbligo del calciatore di trasferirsi in un club straniero nei primi 12 mesi.
Uno scenario tutt'altro che piacevole che l'Inter non vuole assolutamente trovarsi a dover subire.
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