Lo ha fortemente voluto e allenato già al Chelsea. Poi la rottura con i Blues e l'approdo sulla panchina dell'Inter, dove vorrebbe riaverlo a disposizione in vista della prossima stagione. Il sogno di Antonio Conte per il centrocampo è N'Golo Kanté, centrocampista tuttofare del club londinese e della nazionale francese. Dopo gli arrivi di Hakimi e Kolarov, il club nerazzurro sta lavorando sul mercato per rinforzare la linea mediana con il tecnico leccese che vorrebbe due suoi pupilli ed ex calciatori: Arturo Vidal e proprio il calciatore dei Blues.
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ESCLUSIVA Ex allenatore Kanté: “Stima Conte, perfetto per l’Inter. Un aneddoto dice tutto di lui”
Piotr Wojtyna (Foto da Twitter) conosce benissimo Kanté. Ai suoi ordini, il centrocampista francese ha tirato i primi calci al pallone nel settore giovanile del Suresnes, club dell'omonimo comune francese dell'Île-de-France nel dipartimento dell'Hauts-de-Seine. "Sono stato il suo primo allenatore. Ha iniziato a giocare quando aveva 10 anni" racconta in ESCLUSIVA a FCINTER1908.IT. E a colpirlo è stata una particolare caratteristica dell calciatore del Chelsea: "Fin dal primo allenamento ho visto in lui una cosa rara: non si è mai fermato, neppure per un attimo, ma era sempre in movimento nel cercare di recuperare la palla e passarla in avanti. Fin da subito ho deciso di farlo giocare con i bambini più grandi e, dopo la prima stagione all'età di 11 anni già giocava con quelli che avevano due anni in più. All'inizio non è stato semplice, ma piano piano migliorava. A 14 anni ha fatto i primi provini con i club professionistici: Rennes, Sochaux, Amiens, Lorient. Non è andata bene, non so cosa non li avesse convinti. Io ho visto in lui molto presto le qualità per diventare un professionista e lo credevo davvero, ma mai mi sarei immaginato che sarebbe diventato Campione del Mondo. La sua carriera è una favola e se la merita al 100%".
Quando è arrivato il grande salto tra i professionisti? Cosa ha convinto gli osservatori dell'US Boulogne?
"Si è trasferito a 19 anni, dunque già tardi. Tra i 17 e i 19 anni ha giocato con la nostra prima squadra, allenata dal mio amico Tomasz Bzymek. Nel frattempo continuava ad allenarsi con l'Under 19: si allenava 5 volte a settimana. A Boulogne-sur-Mer ha iniziato a giocare con la squadra riserve e alla fine della prima stagione è stato promosso in prima squadra, tra i professionisti. Con la retrocessione in National (la terza divisione francese, nda), molti giocatori sono andati via e lui ha avuto maggiori possibilità di giocare".
Ci racconta un aneddoto su Kante?
"N'Golo aveva 12 anni. Alla fine della stagione facemmo delle gare di tecnica individuale e lui non fece una buona prova col piede sinistro e con la testa. Gli dissi ridendo: "Dopo le vacanze mi farai 50 palleggi con il destro, 50 con il sinistro e 50 di testa. A settembre ne fece, 50/50/50. Ascoltava sempre ed era un gran lavoratore".
Secondo lei il ciclo al Chelsea è davvero finito? E quando avete parlato l'ultima volta?
"N'Golo ha fatto fino ad ora un ottimo percorso con i Blues e penso che sia molto apprezzato da tutti lì. L'ultima volta ci siamo visti in occasione della gara d'andata di Champions League contro il Bayern Monaco. Era infortunato e dunque abbiamo avuto modo di parlare. È cambiato tanto, ora è molto più chiacchierone (ride, nda). Non sono a conoscenza di un possibile trasferimento".
Che relazione c'è tra Conte e Kanté?
"Da quanto so io, N'Golo stima tantissimo Conte... Ma gli piace anche Lampard (ride, ndr)".
Perché, secondo lei, Conte ha chiesto con insistenza di avere di nuovo a disposizione Kante?
"Credo che il tecnico italiano fosse molto soddisfatto di N'Golo quando lo allenava al Chelsea. Non mi sorprende il fatto che sia un suo pupillo: ha vinto con lui la Premier League e ha giocato meravigliosamente nel suo sistema di gioco".
Perché Kanté può essere importante per l'Inter? Cosa può dare in più ai nerazzurri?
"È un giocatore che starebbe bene in ognuna delle prime 10 squadre d'Europa. È un giocatore di classe mondiale ma con l'umiltà di quando era a Suresnes. Da quel punto di vista è rimasto sempre lo stesso. Personalmente amo l'Italia e se dovesse venire a Milano sarebbe l'occasione giusta per visitare la città".
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