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Sei punti di vantaggio, 12 giornate al termine e un sogno da realizzare. L'Inter di Antonio Conte vola, ma è obbligata a non fermarsi per continuare a inseguire un tricolore che manca ormai da 11 anni. Domenica si va a Torino, un altro ostacolo da superare. Tra storia e futuro, Riccardo Ferri, ospite della diretta Instagram di FCInter1908.it, ha parlato con noi a 360° gradi di Inter. Ecco le sue parole.
Buongiorno Riccardo. Domani c'è Torino-Inter. Calcolando che la Juventus va a Cagliari e il Milan affronta il Napoli, può essere una giornata importante nella corsa scudetto?
Gli esami più importanti li abbiamo già superati. A volte può essere che nelle partite meno impegnative possano esserci dei cali di tensione. Ma questo non deve accadere, perché l'obiettivo è possibile e molto vicino. Ricordiamo la squadra poco concreta di qualche mese fa, con occasioni sprecate. Oggi, invece, vedo una squadra solida, forte in tutti i reparti. E vedo, individualmente, giocatori motivati, vogliosi, rabbiosi. Credo che fare esami ora sia la cosa più sbagliata. E credo che nella testa di tutti la partita contro il Torino verrà affrontata come se fosse l'ultima.
Tu sei stato per tanti anni il pilastro di una difesa spettacolare. Quella del 1988-89, per esempio, subì soli 19 gol in 34 partite di campionato. Per qualità dei singoli, caratteristiche e continuità di prestazioni, quanto in alto metti Skriniar-de Vrij e Bastoni nella storia dell'Inter? Cosa manca loro eventualmente per arrivare al livello delle più forti?
Bastoni e Skriniar hanno avuto una crescita esponenziale. De Vrij ha sempre mantenuto un trend di altissimo livello. Loro due avevamo bisogno di crescere, anche perché occupano un ruolo più delicato e devono coprire più campo. In questo momento, però, penso che abbiamo una delle difese più forti in Italia e forse anche in Europa. Se mi avessi fatto questa domanda l'anno scorso, probabilmente avrei risposto che mancava un po' di esperienza internazionale, un po' di malizia. Cose che acquisisci solo giocando. Ora credo che la difesa dell'Inter, a cui aggiungo anche i quinti di centrocampo, sia fra le più forti di tutti i tempi. Quello che stanno facendo in queste ultime partite è straordinario. Vedo una grande disponibilità da parte di tutta la squadra nel voler aiutare la difesa. Così è tutto più facile.
Bastoni e Barella possono diventare due bandiere dell'Inter?
Me lo auguro, perché sono due ragazzi che hanno davanti tanta strada e che possono scrivere pagine importanti per questa società. Sono due giocatori moderni, che interpretano le due fasi come pochi altri. Mi auguro che si possano blindare, e come loro altri giocatori, così da formare una mentalità e uno zoccolo duro da trasferire poi a coloro che arriveranno nel prossimo futuro.
In campo e nelle interviste, si nota sempre una grandissima compattezza di squadra, come forse non accadeva da anni. Merito anche e soprattutto di Conte. Quanto è simile in questo a Trapattoni?
Molto, molto. Sono simili nel modo di vivere la partita in modo intenso, coinvolgente. Sempre presenti, come se giocassero la partita loro stessi. Ma lo ricorda anche nel modo in cui prepara le gare, gli allenamenti, in maniera molto meticolosa. Forse, proprio loro due rappresentano le somiglianze maggiori tra la mia Inter e quella di oggi.
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