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Fort Inter e l’arte della difesa: SDB e 4 schermi, top in Europa. Svolta? Nome a sorpresa

Alessandro De Felice

La Gazzetta dello Sport analizza la crescita dell'Inter dal punto di vista difensivo con le disposizioni di Conte e il suo staff

Un'Inter totale, dove a tutti è richiesto di saper far tutto: ecco la Fort Inter, dove la resistenza è un’arte e l’equilibrio è il primo comandamento di vita. Così La Gazzetta dello Sport definisce la squadra di Antonio Conte. L'allenatore nerazzurro ha saputo riorganizzare l'assetto tattico e sistemare la questione difesa. "Sì, si può giocare e vincere con Eriksen che pare Oriali, Lautaro che fa il verso ad Eto’o, Perisic nella reincarnazione di Fontolan, Hakimi che ad Appiano chiede consigli a Zanetti".

Negli ultimi due mesi solamente Hernani del Parma è riuscito a segnare all'Inter su azione. Sette clean sheet nelle ultime nove giornate, due reti incassate nel girone di ritorno: nessuno in Europa, nelle ultime sette partite, ha fatto meglio della capolista della Serie A. Ma c'è un altro dato ancora più significativo. Nel 2021 in Europa solo Lilla e Reims, club di Ligue 1, hanno incassato meno gol da dentro l’area di rigore: con l’Inter non solo è difficile segnare, ma persino entrare negli ultimi 16 metri. I numeri dei nerazzurri sono superiori a quelli della prima stagione bianconera, quella dei soli 20 gol subiti in 38 giornate.

La Gazzetta dello Sport rivela che la svolta è arrivata dopo la partita contro il Real Madrid di fine novembre grazie all'aiuto del video analyst Paolo Vanoli. "Agli attaccanti, ad esempio, ha spiegato che è proprio sporcando la costruzione di gioco avversaria che aumentano le possibilità di segnare. Lukaku è sempre stato un esempio, la gara con l’Atalanta ha messo in mostra un Lautaro centrocampista, bravo a schermare sul centrosinistra le imbucate dalle parti di Vidal/Eriksen, Bastoni e Perisic. E così il 3-5-2 si è trasformato in 5-4-1 in fase di non possesso".

Eriksen ha saputo conquistarsi un posto da titolare al posto di un Vidal che soffre il problema al ginocchio. Il danese ha la capacità di difendere con il corpo, occupando gli spazi, non necessariamente andando a contrasto. È il salto in avanti che l’ha portato a conquistare Conte. Poi ci sono Hakimi e Perisic, trasformati dal tecnico leccese. "Hakimi ora ha gli occhi dietro, affidabile anche se c’è da difendere su Gosens e fare una vera difesa a cinque, come per larghi tratti del match di lunedì sera. Con la sua nazionale, Hakimi viene considerato un attaccante. In fondo, quel che è sempre stato Perisic per l’Inter, negli anni di Icardi. Ora Ivan è un perfetto quinto, che il meglio lo dà quando deve difendere ancor più che attaccare".

Il rendimento del trio difensivo Skriniar-De Vrij-Bastoni è cresciuto esponenzialmente. "Liberato dal peso di Godin, che lo spingeva spesso a sinistra, Skriniar è decollato. De Vrij ha acquisito cattiveria, lasciando spazio ai sorrisi solo nel post partita, Bastoni è il mancino di qualità che costruisce (gioco) come distrugge (idee avversarie). Un altro terzetto, nove stagioni dopo la BBC juventina plasmata da Conte, è servito". Ora l'alchimia è quella giusta: il miglior attacco della Serie A ha imparato a vincere guardandosi le spalle.