L’immagine dell’arrampicata con la vena al collo e la faccia trasfigurata è di quelle destinate a restare: «Avrei fatto anche di peggio, ma avevo paura di prendere un’altra ammonizione per l’esultanza». Dopo il cancello, poi, il momento del rischio infarto. Tra l’altro, prima che battesse il rigore Henry, il buon Frattesi ha pure calpestato il dischetto, chissà che non abbia complicato l’esecuzione del francese. E da lì l’ultima ammissione di Davide: «Stavo morendo dentro, per fortuna ci ha aiutato la dea bendata...». Si potrebbe chiamare pure in altro modo, come quella nobile parte coperta da Calha.
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