- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Cosa non si fa per vendere un libro. Zlatan Ibrahimovic, nella sua autobiografia, sputa veleno su tutti, e in quel tutti non mancano certo i suoi ex compagni dell'Inter, per i quali lo svedese ha parole tutt'altro che dolci: "La vera sfida era rompere quei cazzo di gruppetti. Li odiai fin dal primo giorno [...] tutte le squadre rendono molto meglio quando fra i giocatori c’è coesione. All’Inter era l’opposto".
Ibra confessa di essere andato anche da Moratti per parlargli di questi "clan": "Bisogna rompere questi dannati clan. Non possiamo vincere se lo spogliatoio non è unito".
Ancora più duro è il giudizio di Ibrahimovic su Calciopoli: "Erano balle, almeno per la gran parte. Arbitri che ci favorivano? Ma andiamo! Avevamo lottato duramente, là in campo. Avevamo rischiato le nostre gambe, e senza avere nessun aiuto dagli arbitri, queste sono cazzate".
Molto meno severo lo svedese si dimostra nei confronti di Luciano Moggi, che colpì Ibra soprattuto nel dopo-Calciopoli, quando il milanista confessa di aver provato compassione per l'ex direttore generale della Juventus: "Cominciò a piangere, proprio lì, davanti a tutti noi. Fu come un pugno nello stomaco. Non l’avevo mai visto debole prima. Quell’uomo aveva sempre avuto padronanza di sé, aveva irradiato potere e forza. Adesso all’improvviso, ero io a provare compassione per lui".
© RIPRODUZIONE RISERVATA