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Gabigol: “Inter, non è andata come volevo. Ora sono più maturo e a dicembre…”

L'attaccante brasiliano, ora al Santos, ha parlato della sua esperienza all'Inter e del futuro

Andrea Della Sala

Dopo l'esperienza all'Inter e la breve parentesi al Benfica, Gabigol è tornato in Brasile al Santos, dove ha ripreso a segnare e ritrovato la serenità. Intervistato dal Corriere dello Sport, l'attaccante brasiliano ha parlato del suo momento, ma anche del suo futuro legato alla società nerazzurra:

Gabigol, cosa pensa della sua stagione al Santos finora? 

«Il Santos è sempre stato la mia casa, il posto dove mi sento bene e ho l’affetto di tutti. Quando pensavo di tornare in Brasile, il Santos era la mia priorità. Abbiamo molti obiettivi quest’anno: il gruppo è giovane, ma abbiamo grande qualità e la possibilità di lottare per vincere dei titoli». 

Perché invece di rientrare in patria, dopo l’esperienza al Benfica non è rimasto in Europa? 

«Sfortunatamente in Europa le cose non sono andate come volevo e quindi ho cercato un posto dove poter mostrare il mio calcio. E non c’era niente di meglio del Santos, il club del quale sono stato tifoso fin da quando ero un ragazzino e che mi ha permesso di diventare un professionista». E adesso la sua maglia del Santos è la più venduta. 

«Penso che tra me e i tifosi ci sia uno... scambio di affetto. Ogni volta che entro in campo cerco di dare il mio meglio per vincere le partite. Mi sento bene nel Santos e il rapporto con la tifoseria è una conseguenza di tutto questo, una relazione carica di amore». Che risultati spera di raggiungere in questa sua seconda avventura al Santos? 

«Dopo la mia esperienza in Europa sono tornato più maturo. Anche qui in Brasile cerco di imparare ogni giorno, di perfezionarmi, di non adagiarmi perché ogni giocatore deve sempre andare alla ricerca di miglioramenti continui. Io sto cercando di farlo. Ho un contratto di un anno qui al Santos e voglio essere di nuovo un campione con la “mia” squadra». 

Perché all’Inter non è riuscito a esprimere il suo potenziale? Ha sentito troppa pressione in nerazzurro? 

«Sono arrivato all’Inter con grandi motivazioni perché mi piaceva il progetto del club ed ero felice di iniziare un’esperienza in Europa, ma le cose non sono andate come immaginavo. Mi sono impegnato tanto negli allenamenti, ho cercato di adattarmi rapidamente al nuovo Paese, alla nuova cultura e ai nuovi compagni. La squadra aveva attaccanti che giocavano già insieme e avevano caratteristiche diverse dalle mie». 

Se ripensa alla sua esperienza in Italia ha dei rammarichi? 

«Ho fatto del mio meglio. Sono consapevole di aver lavorato dal primo all’ultimo giorno al massimo, ma le cose non sono andate come volevo. Ora non posso abbassare la testa e arrendermi. Sono di nuovo in campo e ho una nuova possibilità di mettermi in mostra al Santos, di far vedere quello che valgo. Non posso tornare indietro e riscrivere la storia. E poi ho ancora un contratto con l’Inter». 

Cosa augura all’Inter in vista dell’ultima gara contro la Lazio? 

«Io adesso sono un tifoso dell’Inter, uno dei tanti fantastici sostenitori di questa squadra e tifo perché la squadra vinca contro la Lazio. Sarebbe importante per il club qualificarsi per la Champions League. So bene che non è come vincere lo scudetto, ma arrivare al quarto posto e giocare la prossima stagione la Champions può essere un passaggio fondamentale per avvicinarsi alla Juventus». 

Le piacerebbe tornare all’Inter per giocare la Champions? 

«Ho un contratto con l’Inter, o sbaglio? (ride, ndr). Adesso i miei pensieri sono tutti sul Santos e l’obiettivo è quello di fare del mio meglio qui per aiutare la squadra a conquistare dei titoli. A dicembre, alla fine del prestito, dovrò tornare all’Inter e rispettare il mio contratto, poi vedremo come andranno le cose. La Champions comunque è il torneo al quale ogni giocatore sogna di partecipare e giocarla per me sarebbe bello». 

Perché De Boer, Pioli e Spalletti non le hanno dato grandi chances? 

«Sono tre allenatori esperti, ognuno con la propria filosofia. Sono andato d’accordo con loro fin dal primo giorno, ma ognuno ha avuto le sue preferenze e ho cercato sempre di rispettarle. Non aggiungo altro». 

Cosa si sente di dire ai tifosi dell’Inter che, quando lei entrava in campo, trasformavano San Siro in una bolgia? 

«Che ho cercato di dare il massimo fin dal primo giorno in cui sono arrivato a Milano. Ho molto rispetto per il club e per i suoi tifosi che sono innamorati dei colori nerazzurri. L’Inter è una grande società, una delle più grandi in Europa, e merita il meglio». 

Cosa si augura per il suo futuro? 

«Sono giovane, ma ho già conquistato l’oro olimpico e ho avuto l’opportunità di giocare in Europa. Tutto è successo così in fretta nella mia vita… Ora mi sento più esperto e maturo e ho ancora molto da migliorare e da vincere nel calcio. Penso che un giorno alla volta, proverò sempre a crescere e spero che le cose vadano bene. 

Il prossimo Mondiale lei non sarà convocato. Chi vincerà in Russia? 

«Il Brasile!» 

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