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Gamba: “Agnelli, quanta incoerenza. Perché non chiede i danni a Moggi?”

Alessandro De Felice

Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica, pone l’accento sull’incoerenza mostrata a più riprese da Andrea Agnelli nelle sue battaglie giudiziarie contro l’Inter e la Federcalcio. Il presidente della Juventus, che dopo la...

Emanuele Gamba, giornalista di Repubblica, pone l'accento sull'incoerenza mostrata a più riprese da Andrea Agnelli nelle sue battaglie giudiziarie contro l'Inter e la Federcalcio. Il presidente della Juventus, che dopo la condanna di Moggi ha preso formalmente le distanze dall'ex direttore generale della Juventus, non ha mai lasciato intendere di voler far causa a Moggi per i danni arrecati alla società (se Moggi agiva per proprio conto e non rappresentava la Juventus, allora la società bianconera dovrebbe chiedere i danni all'ex dirigente, a rigor di logica), individuando solo in Figc e Inter i bersagli da colpire.

"I ricorsi della Juventus non sono una sorpresa né una novità, e non si fermano nemmeno di fronte alla sentenze della giustizia sportiva e penale che, finora, hanno sempre stabilito come due campionati siano stati truccati. Sono sentenze che la Juve contesta, ed è legittimo, ma che nemmeno rispetta, e questo non lo è: l'esibizione degli scudetti revocati è sgradevole, per usare un aggettivo mite. Non è nemmeno elegante dichiarare guerra alla Federcalcio in giorni come questi, ma si tratta di un vizio formale tutto sommato trascurabile", scrive Gamba.

"Saranno i giudici a stabilire chi ha ragione, per quanto Andrea Agnelli sembri disprezzare quelli che gli danno torto. Nel ricorso al Tar, la somma dei danni che i bianconeri intendono farsi risarcire è monumentale, ma anche strumentale e decisamente soggettiva: per esempio, come può l'Ibrahimovic del 2006, reduce da una stagione deludente (appena sette reti), valere quanto quello del 2009, che segnava due gol ogni tre partite? Dettagli, dopo tutto.

Quello che sfugge è il motivo per cui la Juventus abbia eletto la Figc come unica responsabile di tutte le sue sventure: non sono stati piuttosto i magheggi di Moggi e Giraudo (condannati in via definitiva dai tribunali sportivi e in primo grado da quello di Napoli) a spedire la Juve in serie B? Non sono stati i loro metodi a inquinare l'immagine del club più titolato d'Italia? Se non è soltanto colpa loro, non è almeno anche (soprattutto, si direbbe) colpa loro? Perché, allora, non avviare una causa parallela pure nei confronti degli ex amministratori? Da Moggi, la Juve ha preso le distanze in maniera formale, lasciando intendere che commettesse porcherie all'insaputa della società: se dunque si sente vittima di Lucianone, perché non citarlo in giudizio? E se poi l'Inter è stata così disonesta da non meritare lo scudetto a tavolino, come può la Juve reclamare - e anzi vantare - quelli che, per disonestà ben più grandi, le sono stati tolti? Agnelli conduce molte battaglie, ma con tratti di incoerenza. Applaude Palazzi che invita Moratti a rinunciare alla prescrizione ma non ha mai criticato chi, grazie alla prescrizione, si salvò nel processo doping.

Se si cerca giustizia, non lo si può fare a singhiozzo"