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Gasperini: “Inter? Il tempo è tutto: loro non ce l’hanno, neppure oggi. Ero morto, poi…”

L'allenatore atalantino è stato intervistato da 'L'Eco di Bergamo'. Qui ha raccontato il difficile avvio di stagione ("Ero un morto che cammina") e si è concesso una battuta sull'Inter

Dario Di Noi

Da "morto che cammina" a eroe assoluto: Gian PieroGasperini, in pochi mesi, ha vissuto una parabola davvero incredibile. Alla guida dell'Atalanta, l'ex tecnico interista ha stupito tutti stravolgendo una squadra in crisi, che ora - dall'alto del quinto posto in classifica - si atteggia da grande.

A 'L'Eco di Bergamo', Gasperini ha rilasciato una lunga e intensa intervista, in cui ha analizzato per filo e per segno la sua storia con l'Atalanta. Immancabile una battuta sull'Inter.

MORTO CHE CAMMINA - "Ad un certo punto mi sono sentito un 'morto che cammina': a Pescara col Crotone c’erano tutti i dirigenti, di ogni genere, proprio come capita in ogni buona famiglia quando si va ad un funerale. Dichiarazioni molto forti? Ma certo, era tutto pronto, anche i fiori… Quel 3-1 è sembrato un atto dovuto, non una bella vittoria in trasferta. E invece vedrete che il Crotone si giocherà le sue chance, fino a maggio. Io durissimo a fine partita? Solo perché poi volevo spiegare al club quale sarebbe stata la mia strada. A fine gara, a Pescara, il presidente Percassi mi ha detto: mister, lei ha attributi enormi. Oppure è matto…"

RINASCITA - "Vedendo la formazione pre Napoli avete pensato che fossi pazzo? Ecco vede? Per questo ho avvisato il presidente di chi avesse giocato con il Napoli. L’avevo deciso da tempo era giusto che sapesse. Il resto l’ha fatto il campo. Se avessi perso? Ah, sapevo benissimo che se avessimo fatto schifo o perso male per i Percassi sarebbe stato inevitabile prendere delle decisioni. Come sono arrivato a scelte forti? Un allenatore ha il vantaggio di vedere ogni giorno gli allenamenti. Io ho percepito, in quel momento di isolamento assoluto, di aver trovato la quadra del cerchio. Era questione di tempo, sapevo che ci sarei arrivato".

INTER - "Meno male che mi hanno dato tempo, a differenza dell’Inter? Il tempo è tutto per un allenatore. All’Inter non ce l’ha nessuno mi pare, neppure oggi, tanti anni dopo…"

OBIETTIVI - "Obiettivo per Natale? Beh… Restare tra le prime otto non sarebbe male. Europa? Non è logico parlarne adesso, dopo 12 partite".

FUTURO - "Se resto all’Atalanta l’anno prossimo? Guardi, io ho una certa età  (59 anni a gennaio, ndr) e non sono un maniaco dei soldi, quindi a questo punto della vita guardo le soddisfazioni personali. Ed è molto difficile trovare posti migliori di questo per lavorare. Poi magari domani arriva un cinese con l’offerta folle (ride). Scherzo. Qui si lavora molto bene".

(Fonte: L'Eco di Bergamo)

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