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Uno dei protagonisti assoluti dell'inizio di stagione dell'Inter è Ivan Perisic. Dopo un'estate in cui lo spauracchio Premier sembrava essere quasi realtà, nel giro di due mesi tutto è cambiato. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, il mondo di Perisic è nerazzurro, dentro e fuori dal campo. Lo si capisce anche attraverso i social: su Instagram, oltre a scherzi e battute con compagni di squadra, c'è solo Inter.
ADDIO UNITED, C'È SOLO L'INTER - La svolta definitiva arriva a fine agosto quando il Manchester United di José Mourinho, dopo aver portato a casa Lukaku, Lindelof e Matic per un totale di 165 milioni di euro, tenta di risparmiare su Perisic, offrendo 35 milioni più bonus. Il croato, deluso da Mou, ripensa ai sacrifici che l'Inter ha fatto per tenerlo in regime di FpF e alla bozza di rinnovo di contratto mostrata da Sabatini e Ausilio in estate e arrivata ufficialmente a settembre. Un ruolo importante lo ha ricoperto anche Spalletti che, sin dalla prima conferenza, ha definitivo il croato un "giocatore fortissimo, fondamentale in una squadra che vuole avere grandi ambizioni. Da parte mia non ci sono dubbi, Ivan è molto importante e me lo tengo". Come riporta la Rosea, nella testa del ragazzo è cresciuta l'intenzione di chiudere la carriera in nerazzurro.
I NUMERI - Sul campo Perisic fa parlare numeri, prestazioni e atteggiamento: gol e assist (per Icardi) alla prima di campionato con la Fiorentina; due assist (a Icardi e Vecino) nella tana della Roma; in gol contro Spal e Crotone; quindi l’assist-capolavoro per il momentaneo 2-1 di Icardi nel derby. Nell’anno solare 2017 sono complessivamente 11 gli assist, sei dei quali per Icardi, a testimonianza del fatto che l'intesa tra i due è ai limiti della perfezione.
SACRIFICIO - Perisic è entrato nel cuore del popolo nerazzurro soprattutto per la predisposizione al sacrificio e a giocare prima di tutto per la squadra. E’ venuto giù lo stadio l’altra sera, minuto 20 di un derby delicatissimo: Inter in leggera difficoltà e Ivan che sconfina sulla fascia destra, lontanissimo dalla zona di competenza, per strappare di forza il pallone ai rossoneri e suonare una carica necessaria in quel momento. Insomma, va di vanga come un mediano puro quando serve, offre volate difensive anche di 60-70 metri e nei momenti di maggiore difficoltà è a lui che Spalletti si rivolge per ridisegnare anche tatticamente l’Inter. Senza contare l’incredibile apporto che dietro dà anche sulle palle ferme: domenica scorsa avrà liberato l’area non meno di 4-5 volte grazie a un tempismo fuori dal comune nel gioco aereo. Potenza straripante unita a una resistenza fisica da maratoneta, gli altri calano e lui sale di rendimento: i suoi tre gol sono non a caso arrivati al minuto 79 con la Fiorentina, all’87’ contro la Spal e al 90’ a Crotone. «Certe fiammate in fase di copertura sono un esempio per l’intera squadra — ha detto Spalletti — E’ la generosità dei campioni, è ciò che io chiedo a un capitano. Sì, perché ci devono essere più capitani in una squadra che ha ambizioni importanti».
(Gazzetta dello Sport)
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