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Sembra di essere tornati alle "nottate dei lunghi coltelli" in stile pre Manciniano, quando dopo brutte prestazioni come quella di Novara Moratti e il suo entourage si riunivano in sedute telefoniche per decidere il destino di un tecnico. Ora si torna indietro e l'imputato numero uno per il tragico momento nerazzurro non può che essere Gasperini, lui si è candidato a pagre per le proprie colpe e per quelle della squadra.
Ieri Moratti ha deciso di fare uno strappo alla regola e ha seguito la squadra in trasferta per valutare il da farsi, probabilmente al 90esimo si sarà pentito di questa scelta e magari avrebbe voluto restarsene a casa a leggere un bel libro. Intanto però gli eventi si sono svolti con velocità inarrestabile: una squadra senza gioco, una confusione totale data da continui cambi di uomini e di gioco, una serie di scelte controproducenti e la luce accesa solo dall'anarchia tattica del solito Wesley Sneijder (comunque insufficiente anche lui ieri sera). Alla fine la sconfitta è il meno, a preoccupare il presidente è la situazione generale di una squadra irriconoscibile.
"Il tecnico non ha più in mano la squadra" e "mi prenderò una nottata per decidere", queste le uniche frasi di Mratti ai giornalisti, parole che danno per segnato quello che sarà il destino di mister Gasperini. Ora si ritorna a parlare con forza di prossimo allenatore dell'Inter ed il cerchio si chiude intorno a pochi nomi, nessuno però in grado di rianimare una tifoseria sbigottita e allarmata da quanto visto fino ad oggi.
Ranieri ci riprova e dopo non aver vinto niente con Roma e Juventus aspetta la chiamata dell'Inter per dimostrare nuovamente di non essere un allenatore "perdente". Alla Domenica Sportiva aveva già mandato segnali verso il patron Moratti, benedicendo Sneijder nella posizione di trequartista come unico ruolo in cui potesse giocare e candidandosi alla guida tecnica nerazzurra. Se da una parte può vantare una lunga esperienza, dall'altra deve scontrarsi con lo scarso gradimento nei suoi confronti di una tifoseria che non dimentica le scenate e le parole da lui usate nelle sue precedenti esperienze da allenatore.
Figo e Baresi sono la soluzione in casa, quella a più basso contenuto di rivoluzione. Una soluzione di ripiego buona per una provinciale, non certo adatta ad una squadra che ha ancora tra i suoi obiettivi la vittoria di Scudetto, Champions e Coppa Italia.
Delio Rossi è l'alternativa a Ranieri, ma dopo aver toppato con Gasperini si preferisce andarci con i piedi di piombo sulla scelta di un tecnico senza esperienza a grandi livelli. Moratti aveva già scartato l'ex Palermo a Luglio, difficile che possa aver cambiato idea tanto da metterlo alla guida dell'Inter in un momento così delicato.
Zenga sarebbe l'uomo di carattere e dal cuore nerazzurro ch ci vorrebbe per scrollare di dosso a questa squadra l'apatia che fin qui l'ha contraddistinta. Ad allenare l'Inter ci verrebbe anche in Cammello e si accontenterebbe anche di restarci per una sola stagione. Nonostante il gradimento dei tifosi e della squadra, Moratti non stravede per lui e non sembra essere convinto nell'affidare la panca che fu di Mourinho ad un uomo energico e senza peli sulla lingua come Walterone.
Quique Sanchez Flores potrebbe essere la sorpresa che esce dal cilindro di Moratti, un tecnico cresciuto all'ombra di Ferguson e che ha imparato molto nel corso delle sue esperienze in Portogallo e Spagna. Un allenatore giovane della classe dei varo Mourinho e Villas Boas, uno che si porta dietro un sacco di raccomandazioni, ma pochi trofei, una scommessa che potrebbe attirare Moratti, magari un po meno Diego Forlan.
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