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Da Malta buoni segnali, Gosens ha le idee chiare per il 2023: palla a Inzaghi e Marotta

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A quasi un anno dal suo arrivo, Robin Gosens non è riuscito a conquistarsi la fiducia di Inzaghi: il 2023 può essere l'anno della svolta

Matteo Pifferi

Il 27 gennaio scorso è iniziata l'avventura di Robin Gosens con la maglia dell'Inter. L'arrivo del tedesco a Milano è stato accolto, da tifosi interisti e addetti ai lavori, in pompa magna come un grande colpo, come testimoniato anche dalla cifra che l'Inter ha investito, 25 mln di euro più 3 di bonus. Una valutazione giudicata corretta, che bilanciava il rendimento del classe '94 negli ultimi anni, l'età e quell'infortunio alla coscia che non sembrava così grave come poi si è rivelato.

Gosens, infatti, è tornato a disposizione solamente a marzo dopo 92 giorni di stop. Un inciampo fisico che gli ha impedito di mettere minuti nelle gambe nella seconda fase della stagione 2021-2022, chiusa con 9 presenze - 7 in campionato - e un solo gol, in Coppa Italia contro il Milan in semifinale.

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L'impatto negativo dell'ex Atalanta è stato attenuato dall'exploit di Ivan Perisic che ha disputato una delle migliori annate della sua carriera in termini di gol e assist ma anche di continuità ed intensità. Per certi versi, l'addio del croato a parametro zero ha aperto uno spiraglio a Gosens, in uno scenario che appariva come il più classico dei passaggi di consegne. E invece il padrone di quel quinto sinistro di centrocampo è diventato, un po' a sorpresa ma con pieno merito, Federico Dimarco. L'ex Parma e Verona ha convinto Inzaghi sin da subito e i numeri non fanno altro che confermarlo: Dimarco, infatti, ha totalizzato 15 presenze in 15 partite in Serie A, partendo titolare ben 14 volte, con l'unica eccezione del derby del 3 settembre, con Darmian preferito dall'inizio.

In Champions, invece, il classe '97 è partito titolare tre volte su sei e in due occasioni - a Plzen alla seconda giornata e all'ultima, a giochi fatti, col Bayern - è rimasto in panchina. Un segnale forte e chiaro di una gerarchia nella testa di Inzaghi. I numeri di Gosens sono inversamente proporzionali: 12 presenze in Serie A per Robin ma ben 11 dalla panchina, con l'eccezione di Lecce, alla prima in stagione. In Champions, le statistiche sono migliori, con 6 presenze su 6 e ben 3 da titolare, con il gol decisivo a Barcellona che - per tutti - sembrava potesse sbloccarlo definitivamente.

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Una speranza che è rimasta tale e anzi si è trasformata in illusione, visto che lo stesso Inzaghi ha scelto di puntare su Dimarco quattro giorni dopo contro la Salernitana, regalando a Gosens solo una mezz'ora finale che, di fatto, ha spento quell'entusiasmo che il gol al Camp Nou aveva generato. Da quel momento, i numeri testimoniano ancor di più la scelta forte di Inzaghi di preferirgli Dimarco. Il tedesco, difatti, dopo Barcellona ha racimolato 106' in 6 partite di Serie A, una media di 20' scarsi con l'unica gioia del gol nel 6-1 al Bologna. Una mazzata al morale che si somma all'esclusione dai Mondiali. Un sogno infranto per l'ex Atalanta che però non si è abbattuto e i primi segnali dalla tournée di Malta vanno a confermare le parole del diretto interessato prima della sfida con il Bayern Monaco. Gosens assicurava di aver ritrovato la forma dei giorni migliori, una dichiarazione che pareva un ammiccamento al CT Flick che però ha fatto altre scelte, con risultati tutt'altro che positivi.

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La pausa, in ogni caso, può essere arrivata nel momento ideale per Gosens. Dopo una prima parte di stagione deludente, per demeriti suoi ma non solo, Robin vuole ripartire e convincere Inzaghi a contare su di lui in un 2023 ricco di impegni e con grandi aspettative, a partire dalla sfida già decisiva con il Napoli. Gosens contro lo Gzira ha mostrato di avere gamba, voglia e applicazione, confermato poi anche nel secondo tempo contro il Salisburgo, avversario di ben altro spessore rispetto ai maltesi. Due rondini non fanno primavera ma la missione di Gosens è già evidente: convincere Inzaghi, riprendersi il posto da titolare all'Inter e riconquistarsi la Nazionale in un biennio che poi porta agli Europei del 2024.

Ora la palla passa proprio a Inzaghi e alla dirigenza. Vendere Gosens ed evitare minusvalenza è complicato ma soprattutto appare ancora più difficile trovare un esterno mancino di livello a buon mercato, considerando poi la situazione economica del club. Per questo, togliere Gosens dal mercato e puntarci seriamente potrebbe rivelarsi anche meglio di un acquisto.

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